09.12.2012 Views

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ancora è la storia delle Serpi di Moisè, la quale è sopra il sinistro canto dello altare, conciosiaché in<br />

lei si vede la strage che fa de’ morti il piovere, il pugnere et il mordere delle serpi, e vi apparisce<br />

quella che Moisè messe di bronzo sopra il legno. Nella quale storia vivamente si conosce la<br />

diversità delle morti che fanno coloro che privi sono d’ogni speranza per il morso di quelle; dove si<br />

vede il veleno atrocissimo far di spasmo e paura morire infiniti, senza il legare le gambe et [<strong>II</strong>. 736]<br />

avvolgere a le braccia coloro che, rimasti in quella attitudine ch’egli erano, non si possono<br />

muovere; senza le bellissime teste che gridano et arrovesciate si disperano. Né manco belli di tutti<br />

questi sono coloro che, riguardando il serpente e sentendosi nel riguardarlo alleggerire il dolore e<br />

rendere la vita, lo riguardano con affetto grandissimo; fra i quali si vede una femina che è sostenuta<br />

da uno, d’una maniera che e’ si conosce non meno l’aiuto che l’è pòrto da chi la regge, che il<br />

bisogno di lei in sì sùbita paura e puntura. Similmente nell’altra, dove Assuero essendo in letto<br />

legge i suoi annali, son figure molto belle; e tra l’altre vi si veg[g]on tre figure a una tavola che<br />

mangiano, nelle quali rapresenta il consiglio cheùssi fece di liberare il popolo Ebreo e di appiccare<br />

Aman; la quale figura fu da lui in scorto straordinariamente condotta, avvengaché e’ finse il tronco<br />

che regge la persona di colui, e quel braccio che viene innanzi, non dipinti ma vivi e rilevati in<br />

fuori, così con’ quella gamba che manda innanzi, e simil’ parti che vanno dentro: figura certamente,<br />

fra le dificili e belle, bellissima e dificilissima. Che troppo lungo sarebbe a dichiarare le tante belle<br />

fantasie d’atti diferenti dove tutta è la Geonologia d’i Padri, cominciando da’ figliuoli di Noè, per<br />

mostrare la generazione di Gesù Cristo. Nelle qual’ figure non si può dire la diversità delle cose,<br />

come panni, arie di teste, et infinità di capricci straordinari e nuovi e bellissimamente considerati;<br />

dove non è cosa che con ingegno non sia messa in atto, e tutte le figure che vi sono, son di scorti<br />

bellissimi et artifiziosi, et ogni cosa che si ammira è lodatissima e divina. Ma chi non amirerà e non<br />

resterà smarrito, veggendo la terribilità dell’Iona, ultima figura della cappella? dove con la forza<br />

della arte la volta, che per natura viene innanzi girata dalla muraglia, sospinta dalla apparenza di<br />

quella figura che si piega indietro, apparisce diritta, e vinta dall’arte del disegno, ombre e lumi, pare<br />

che veramente si pieghi indietro.<br />

O[h] veramente felice età nostra, o[h] beati artefici, che ben così vi dovete chiamare, da che nel<br />

tempo vostro avete potuto al fonte di tanta chiarezza rischiarare le tenebrose luci degli occhi e<br />

vedere, fattovi piano, tutto quel che era dificile da sì maraviglioso e singulare artefice! Certamente<br />

la gloria delle sue fatiche vi fa conoscere et onorare, da che ha tolto da voi quella benda che avevate<br />

innanzi agli occhi della mente, sì di tenebre piena, e v’ha scoperto il velo del falso, il quale<br />

v’adombrava l’intelletto. Ringraziate di ciò dunque il cielo e sforzatevi d’imitare Michelagnolo in<br />

tutte le cose. Sentissi nel discoprirla correre tutto il mondo d’ogni parte, e questo bastò per fare<br />

rimanere le persone trasecolate e mutole. Laonde il Papa, di tal cosa ingrandito e dato animo a sé di<br />

far maggiore impresa, con danari e ricchi doni rimunerò molto Michelagnolo; il quale diceva alle<br />

volte, de’ favori che gli faceva quel Papa tanto grandi, ch’e’ mostrava di conoscere grandemente la<br />

virtù sua; e se talvolta, per una sua cotale amorevolezza, gli faceva villania, la medicava con doni e<br />

favori segnalati. Come fu quando, dimandandogli Michelagnolo licenzia una volta di andare a fare<br />

il San Giovanni a Fiorenza, e chiestogli per ciò danari, disse: “Bè, questa cappella quando sarà<br />

fornita ?”. “Quando potrò, Padre Santo”. Il Papa, che aveva una mazza in mano, percosse<br />

Michelagnolo, dicendo: “Quando potrò, quando potrò: te la farò finire bene io”. Però tornato a casa<br />

Michelagnolo per met[<strong>II</strong>. 737]tersi in ordine per ire a Fiorenza, mandò sùbito il Papa Cursio suo<br />

camerieri a Michelagnolo con 500 scudi, dubitando che non facessi delle sue, a placarlo, facendo<br />

scusa del Papa, che ciò erano tutti favori et amorevolezze. E perché conosceva la natura del Papa e<br />

finalmente l’amava, se ne rideva, vedendo poi finalmente ritornare ogni cosa in favore et util suo, e<br />

che procurava quel Pontefice ogni cosa per mantenersi questo uomo amico. Dove che, finito la<br />

Cappella, et innanzi che venissi quel Papa a morte, ordinò Sua Santità, se morissi, al cardinale<br />

Santiquattro et al cardinale Aginense suo nipote, che facessi finire la sua sepoltura con minor<br />

disegno che ‘l primo. Al che fare di nuovo si messe Michelagnolo, e così diede principio volentieri<br />

a questa sepoltura per condurla una volta senza tanti impedimenti al fine, che n’ebbe sempre dipoi<br />

dispiacere e fastidi e travagli più che di cosa che facessi in vita, e ne acquistò per molto tempo in un

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!