09.12.2012 Views

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

scherzando, altri di loro saettavano et ad altri pareva che gettassero lauree corone. Di questi, nel più<br />

degno luogo, si vedeva l’acutissimo Dante, il Petrarca leggiadro et il facondo Boccaccio, che in atto<br />

tutto ridente pareva che promettessero all’entrante Signora- poi che a loro non era tócco sì nobil<br />

subbietto di infondere ne’ fiorentini ingegni tanto valore - che di lei degnamente cantar potessero: a<br />

che, con l’essemplo de’ loro scritti, purché si trovi chi imitar gli sappia, hanno ben aperto<br />

larghissima strada. Vedevansi a lor vicini, e quasi che con loro ragionassero, tutti sì come gl’altri da<br />

natural ritratti, messer Cino da Pistoia, il Montemagno, Guido Cavalcanti, Guittone d’Arez[z]o e<br />

Dante da Maiano, che furono alla medesima età e secondo quei tempi assai leggiadramente<br />

poetarono. Era poi da un’altra parte monsignor Giovanni della Casa, Luigi Alamanni, e Lodovico<br />

Martelli con Vincenzio, alquanto da lui lontano, e con loro messer Giovanni Rucellai, lo scrittor<br />

delle tragedie, e Girolamo Benivieni; fra ‘ quali, se in quel tempo stato vivo non fusse, si sarebbe<br />

dato meritevol luogo al ritratto ancora di messer Benedetto Varchi, che poco dopo fece a miglior<br />

vita passaggio. Da un’altra parte poi si vedeva Franco Sacchetti, che scrisse le Trecento Novelle, e<br />

quegli che, benché oggi di poco grido sieno, pur perché a’ lor tempi non piccolo augumento ai<br />

romanzi diedero, non indegni di questo luogo giudicati furono Luigi Pulci, cioè con Bernardo e<br />

Luca suoi fratelli, col Ceo e con l’Altissimo. Il Bernia, anch’egli [<strong>II</strong>. 888] padre, et ottimo padre, et<br />

inventore della toscana burlesca poesia, pareva che, col Burchiello e con Antonio Alamanni e con<br />

l’Unico Accolti, che in disparte stava, mostrasse non degl’altri punto minore allegrezza; mentre che<br />

l’Arno, al modo solito appoggiato sul suo leone e con due putti che d’alloro il coronavano, e<br />

Mugnone, noto per la Ninfa, che sopra gli stava con la luna in fronte e coronata di stelle, alludendo<br />

alle figliuole d’Atlante, presa per Fiesole, pareva che anch’essi mostrassero la medesima letizia e<br />

contento. Il che et il soprascritto concetto dichiararono ottimamente i quattro versi che, come<br />

gl’altri, nell’architrave furon posti, e che dicevano:<br />

MUSARUM HIC REGNAT CHORUS ATQUE HELICONE VIRENTE<br />

POSTHABITO VENERE TIBI, FLORENTIA, VATES<br />

EXIM<strong>II</strong>, QUONIAM CELEBRARE HAEC REGIA <strong>DI</strong>GNO<br />

NON POTUERE SUO ET CONNUBIA CARMINE SACRO.<br />

Et a rincontro di questo, da man sinistra posto, non men forse agl’ingegni fiorentini di quello<br />

proprio, si vedeva la statua del Disegno, padre della pittura, scultura et architettura, il quale, se non<br />

nato, sì come ne’ passati scritti si può vedere, possiàn dire che in Fiorenza al tutto rinato e come in<br />

proprio nido nutrito e cresciuto sia. Era per questo figurata una statua tutta nuda, con tre teste eguali<br />

per le tre Arti, che egli abbraccia, tenendo indifferentemente in mano di ciascuna qualche<br />

instrumento. E nella tela che sotto gli stava si vedeva dipinto un grandissimo cortile, per ornamento<br />

di cui in diverse guise poste era una gran quantità di statue e di quadri di pittura antichi e moderni, i<br />

quali da diversi maestri si vedevano in diversi modi disegnare e ritrarre; in una parte del quale<br />

facendosi una anotomia, pareva che molti stessero mirando e ritraendo similmente molto intenti;<br />

altri poi, la fabbrica e le regole dell’architettura considerando, pareva che minutamente volessero<br />

misurare certe cose, mentre che il divino Michelagnolo Buonaruoti, principe e monarca di tutti, con<br />

i tre cerchietti in mano (sua antica impresa), accennando ad Andrea del Sarto, a Lionardo da Vinci,<br />

al Puntormo, al Rosso, a Pierin del Vaga et a Francesco Salviati et ad Antonio da San Gallo et al<br />

Rustico, che gl’eron con gran reverenza intorno, mostrava con somma letizia la pomposa entrata<br />

della nobil Signora.<br />

Faceva quasi il medesimo effetto l’antico Cimabue verso cert’altri e da un’altra parte posto, di cui<br />

pareva che Giotto si ridesse, avendogli, come ben disse Dante, tolto il campo della pittura che tener<br />

si credeva, et aveva seco, oltre a’ Gaddi, Buffalmacco e Benozzo, con molt’altri di quella età. In<br />

altra parte poi et in altra guisa posti, si vedevano tutti giubilanti ragunarsi quelli che tanto<br />

augumento all’arte diedero et a cui tanto debbono questi novelli maestri: il gran Donatello cioè, e<br />

Filippo di ser Brunellesco, e Lorenzo Ghiberti, e fra’ Filippo, e l’eccellente Masaccio, e Desiderio, e<br />

‘l Verrocchio, con molt’altri da natural ritratti, che per essersene ne’ passati libri trattato, fuggendo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!