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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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celate fatte, seguitarla. Avevano questi e tutti gl’altri dell’altre squadre, per dimostrazione che per<br />

Sogni figurati fussero, ciascuno (quasi che mantelletto le facesse) un grande et alato e molto ben<br />

condotto pipistrello di tela d’argento in bigio su le spalle accomodato: il che, oltre alla necessaria<br />

significazione, rendeva tutte le squadre, che variate (come s’è mostro) erano, con una desiderabile<br />

unione bellissime e grazio[<strong>II</strong>. 946] 5 sissime oltre a modo, lasciando negl’animi de’ riguardanti una<br />

ferma credenza che in Fiorenza e forse fuori mai più veduto non si fusse spettacolo né sì ricco né sì<br />

grazioso né sì bello, essendo, oltre all’oro e le perle e l’altre preziosissime gemme di che i ricami<br />

(che finissimi furono) fatti erano, condotto tutte le cose con tanta diligenzia e disegno e grazia, che<br />

non abiti per maschere, ma come se perpetui e durevoli, e come se solo a grandissimi prìncipi servir<br />

dovessero, pareva che formati fussero. Seguitava la Paz[z]ia, la quale, perciò che non sogno, ma<br />

verace a mostrar s’aveva in coloro che le trapassate cose contro all’inclinazione seguitar volevano,<br />

si fece che solo gl’uomini della sua squadra senza il pipistrello in su le spalle si vedessero; et era<br />

costei di diversi colori (benché sproporzionatamente composti) e quasi senza verun garbo vestita,<br />

sopra le cui arruffate trecce, per dimostrazione del suo disconvenevole pensiero, si vedevano un<br />

paio di dorati sproni con le stelle in sù volte, essendo in mez[z]o messa da un Satiro e da una<br />

Baccante. I suoi seguaci poi, in sembianza di furiosi et ebbri, si vedevano con la tela d’oro ricamata<br />

con variati rami d’ellera e di variati pampani con lor grappoletti di mature uve molto<br />

stravagatamente vestiti, avendo - e questi e tutti gl’altri delle trapassate squadre, oltre ad una buona<br />

quantità di staffieri ricchissimamente anch’essi et ingegnosamente (secondo le squadre a cui<br />

servivano) vestiti - ciascuna squadra assortito i colori de’ cavalli, sì che altra leardi, altra sauri, altra<br />

morelli, altra uberi, altra bai, et altra di variato mantello, secondo che alla invenzione si conveniva<br />

gl’avesse. E perché le prescritte maschere, ove quasi solo i principali signori intervennero, non<br />

fussero la notte a portare le solite torce costrette, precedendo il giorno, con bellissimo ordine<br />

innanzi a tutte le sei descritte squadre, quarantotto variate Streghe guidate da Mercurio e da Diana<br />

che tre teste (ambo le tre lor potenzie significando) per ciascuno avevano, et essendo anch’esse in<br />

sei squadre distinte, e ciascuna particolare squadra essendo da due discinte e scalze sacerdotesse<br />

governata, messero la notte poi ciascuna la sua squadra de’ Sogni, a cui attribuita era ordinatamente,<br />

in mez[z]o, e la resero con l’accese torce, che esse e gli staffieri portavano, bastevolmente luminosa<br />

e chiara. Erano queste, oltre alle variate facce (ma vecchie tutte e deformi) et oltre a’ variati colori<br />

de’ ricchissimi drappi di che vestitesi erano, conosciute massimamente, e l’una dall’altra squadra<br />

distinte, dagli animali che in testa avevano, in cui si dice che di trasformarsi assai spesso coi loro<br />

incanti si credono; perciò che altre avevono sopra l’argentata tela, che sciugatoio alla testa le<br />

faceva, un nero uccello con l’ali e con l’artigli aperti e con due ampollette intorno al capo,<br />

significante le lor malefiche distillazioni, altre gatte, altre bianchi e neri cani, et altre con capelli<br />

biondi posticci scoprivano con i naturali e canuti, che sotto a quelli quasi contro a lor voglia si<br />

vedevano, il lor vano desiderio di parer giovani e belle a’ loro amadori.<br />

Ma il grandissimo carro tirato da sei irsuti e grand’orsi, di papaveri incoronati, che in ultimo e dopo<br />

tutta la leggiadrissima schiera veniva, fu senza dubbio il più ricco, il più pomposo et il più<br />

maestrevolmente condotto che da gran tempo in qua veduto si sia; et era questo guidato dal<br />

Silenzio, di bigi drappi adorno e con le solite scarpe di feltro a’ piedi, che di tacere, mettendosi il<br />

dito alla bocca, pareva che far volesse a’ riguardan[<strong>II</strong>. 947]ti cenno, col quale tre donne, per la<br />

Quiete prese, di viso grasso e pieno, e di amplo e ricco abito azzurro vestite, con una testuggine per<br />

ciascuna in testa, pareva che aiutare guidare i prescritti orsi al prescritto Silenzio volessero. Era il<br />

carro poi (in sur un grazioso piano di sei angoli posandosi) figurato in forma d’una grandissima<br />

testa d’elefante, dentro a cui si vedeva figurato similmente per la casa del Sonno una capricciosa<br />

spelonca; et il gran padre Sonno predetto, in parte nudo, di papaveri inghirlandato, rubicondo e<br />

grasso, su l’un de’ bracci con le guance appoggiato, si vedeva similmente con grande agio<br />

giacervisi, avendo intorno a sé Morfeo et Icelo e Fantaso e gl’altri figliuoli suoi, in stravaganti e<br />

diverse e bizarre forme figurati. Ma nella sommità della spelonca predetta si vedeva la bianca e<br />

5 Nella Giuntina la p. 945 è saltata.

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