09.12.2012 Views

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ispalla, e dietro la Nostra Donna e l’altre Marie in atti graziosi e da muovere a pietà un cuor di<br />

sasso. Et in due carte grandi, per un Messale, ha fatto allo stesso cardinale Gesù Cristo che<br />

ammaestra nella dottrina del santo Evangelio gl’Apostoli, e nell’altra il Giudizio universale, tanto<br />

bello, anzi ammirabile e stupendo, che io mi confondo a pensarlo, e tengo per fermo che non si<br />

possa, non dico fare, ma vedere né imaginarsi per minio cosa più bella. È gran cosa che in molte di<br />

queste opere, e massimamente nel detto Ufficio della Madonna, abbia fatto don Giulio alcune<br />

figurine non più grandi che una ben piccola formica, con tutte le membra sì espresse e sì distinte<br />

che più non si sarebbe potuto in figure grandi quanto il vivo, e che per tutto siano sparsi ritratti<br />

naturali d’uomini e donne, non meno simili al vero che se fussero da Tiziano o dal Bronzino stati<br />

fatti naturalissimi e grandi quanto il vivo; [<strong>II</strong>. 854] senzaché in alcune figure di fregi si veggiono<br />

alcune figurette nude et in altre maniere, fatte simili a camei, che, per piccolissime che sieno,<br />

sembrano in quel loro essere grandissimi giganti, cotanta è la virtù e strema diligenzia che in<br />

operando mette don Giulio. Del quale ho voluto dare al mondo questa notizia, acciò che sappiano<br />

alcuna cosa di lui quei che non possono né potranno delle sue opere vedere, per essere quasi tutte in<br />

mano di grandissimi signori e personaggi. Dico quasi tutte, perché so alcuni privati avere in<br />

scatolette ritratti bellissimi, di mano di costui, di signori, d’amici o di donne da loro amate. Ma<br />

comunche sia, basta che l’opere di sì fatti uomini non sono publiche, né in luogo da potere essere<br />

vedute da ognuno, come le pitture, sculture e fabriche degl’altri artefici di queste nostri arti. Ora,<br />

ancorché don Giulio sia vecchio e non studi, né attenda ad altro che procacciarsi, con opere sante e<br />

buone e con una vita tutta lontana dalle cose del mondo, la salute dell’anima sua, e sia vecchio<br />

affatto, pur va lavorando continuamente alcuna cosa là dove stassi in molta quiete e ben governato<br />

nel palazzo de’ Farnesi, dove è cortesissimo in mostrando ben volentieri le cose sue a chiunche va a<br />

visitarlo e vederlo, come si fanno l’altre maraviglie di Roma.<br />

Il fine della Vita di don Giulio Clovio miniatore.<br />

<strong>DI</strong> <strong>DI</strong>VERSI<br />

Vive anco in Roma, e certo è molto eccellente nella sua professione, Girolamo Siciolante da<br />

Sermoneta, del quale, se bene si è detto alcuna cosa nella Vita di Perino del Vaga, di cui fu<br />

discepolo e l’aiutò nell’opere di Castel Sant’Agnolo e molte altre, non sia però se non bene dirne<br />

anco qui quanto la sua molta virtù merita veramente. Fra le prime opere adunque che costui fece da<br />

sé fu una tavola, alta dodici palmi, che egli fece a olio di venti anni, la quale è oggi nella Badia di<br />

Santo Stefano, vicino alla terra di Sermoneta, sua patria; nella quale sono, quanto il vivo, San<br />

Pietro, Santo Stefano e San Giovanni Batista, con certi putti. Dopo la quale tavola, che molto fu<br />

lodata, fece nella chiesa di Santo Apostolo di Roma, in una tavola a olio, Cristo morto, la Nostra<br />

Donna, San Giovanni e la Madalena con altre figure condotte con diligenza. Nella Pace condusse<br />

poi, alla cappella di marmo che fece fare il cardinale Cesis, tutta la volta lavorata di stucchi in un<br />

partimento di quattro quadri, facendovi il Nascere di Gesù Cristo, l’Adorazione de’ Magi, il Fuggire<br />

in Egitto e l’Uccisione de’ fanciulli Innocenti: che tutto fu opera molto laudabile e fatta con<br />

invenzione, giudizio e diligenza. Nella medesima chiesa fece, non molto dopo, il medesimo<br />

Girolamo, in una tavola alta quindici palmi, appresso all’altare maggiore, la Natività di Gesù Cristo,<br />

che fu bellissima. E dopo, per la sagrestia della chiesa di Santo Spirito di Roma, in un’altra tavola a<br />

olio, la venuta dello Spirito Santo sopra gl’Apostoli, che è molto graziosa opera. Similmente nella<br />

chiesa Santa Maria de Anima, chiesa della nazione tedesca, dipinse a fresco tutta la cappella de’<br />

Fuccheri, dove Giulio Romano già fece la tavola con istorie grandi della vita di Nostra Donna. [<strong>II</strong>.<br />

855] Et in San Iacopo degli Spagnuoli, all’altare maggiore, fece in una gran tavola un bellissimo<br />

Crucifisso, con alcuni Angeli attorno, la Nostra Donna, San Giovanni; et oltre ciò due gran quadri<br />

che la mettono in mezzo, con una figura per quadro alta nove palmi, cioè San Iacopo Apostolo e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!