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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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donna vecchia rappresentandole, si vedeva in quelle di dietro esser di gravi e neri drappi adorna et<br />

avere per il contrario i crini biondi et increspati e vaghi, quali alle giovani et amorose donne<br />

ordinariamente veder si sogliono. Seguitava quel Favore poi che agli Dei si chiede perché i nostri<br />

desiderii sortischino felice et avventuroso fine, il quale, benché di giovenile aspetto, e con l’ali e<br />

cieco e di altiera e superba vista si dimostrasse, timido nondimeno e tremante alcuna volta pareva<br />

che fusse per una volubile ruota sopra la quale di posarsi sembrava, dubitando quasi (come spesse<br />

volte avvenir si vede) che per ogni minimo rivolgimento cascare con molta agevolezza ne potesse.<br />

E con lui si vedeva il Buono Evento, od il Felice Fine dell’imprese che noi ci vogliàn dire, figurato<br />

per un lieto e vago giovane, tenente in una delle mani una taz[z]a e nell’altra una spiga et un<br />

papavero. Seguitava poi in forma di vergine d’oriental palma inghirlandata, e con una stella in<br />

fronte e con un ramo della medesima palma in mano, Anna Perenna, per Dea dagl’antichi venerata,<br />

credendo che far felice l’anno potesse; e con lei si vedevan venire [<strong>II</strong>. 977] due Feciali, con la<br />

romana toga di verminacea ghirlanda adorni, e con una troia et un sasso in mano, denotante la<br />

spezie del giuramento che fare eran soliti quando per il popul romano alcuna cosa promettevano.<br />

Dietro a’ quali si vedevan venir poi (le religiose cirimonie della guerra seguitando) con la gabinia e<br />

purpurea toga un Consolo romano con l’aste in mano, e con lui due romani Senatori togati<br />

anch’essi, e due soldati con tutte l’armi e con il romano pilo; seguitando ultimamente, perché questa<br />

e tutte l’altre squadre chiudessero, di gialli e bianchi e di leonati drappi adorna, e con diversi<br />

instrumenti da batter le monete in mano, la Pecunia, il cui uso, per quanto si crede, fu da Iano<br />

primieramente (come cosa al genere umano necessaria) ritrovato et introdotto.<br />

Tali furono i carri e le squadre della meravigliosa e non mai più tal veduta mascherata, né che forse<br />

mai più a’ giorni nostri sarà per vedersi, intorno alla quale, lasciando stare come troppo gran peso<br />

per le mie spalle le immense et incomparabili lodi che convenevoli le sarebbero, molto<br />

giudiziosamente erano state ordinate sei ricchissime maschere, che molto bene con tutta<br />

l’invenzione confacendosi, si videro qua e là a guisa di sergenti, anzi pure di capitani, secondo che<br />

mestiero faceva, trascorrere e tenere la lunghissima fila, che circa un mezzo miglio di cammino<br />

occupava, con decoro e con grazia insieme ordinata e ristretta. Ma avvicinandosi oramai la fine<br />

dello splendido e lietissimo Carnovale, che vie più lieto e con vie più splendore stato celebrato<br />

sarebbe, se l’importuna morte di Pio Quarto, poco innanzi seguita, non avesse disturbato una buona<br />

quantità di reverendissimi cardinali e d’altri signori principalissimi, che di tutta Italia, alle<br />

realissime noz[z]e invitati, si erano per venire apparecchiati; e lasciando stare le leggiadre e ricche<br />

et infinite invenzioni nelle spicciolate maschere (mercé degl’innamorati giovani) vedutesi non pure<br />

agl’infiniti conviti et ad altri sì fatti ritrovamenti, ma ora in questo luogo et ora in quello, ove si<br />

rompessin lance o si corresse all’anello od ove si facesse in mill’altri giuochi simili paragone della<br />

destrez[z]a e del valore, e dell’ultima festa che l’ultimo giorno di esso si vide solo trattando, dirò<br />

che quantunque tante e sì rare e sì ricche et ingegnose cose di quante di sopra menzion s’è fatto<br />

vedute si fussero, che questa nondimeno per la piacevolezza del giuoco e per la ricchez[z]a e per<br />

l’emulazione e competenza che vi si scorse ne’ nostri artefici, di cui pareva ad alcuni (come<br />

avviene) d’essere stati nelle cose fatte lasciati indietro, e per una certa stravaganza e varietà<br />

dell’invenzioni, di che altre belle et ingegnose et altre anche ridicole e goffe si dimostrarono,<br />

apparse, dico, di molto vaga e straordinaria bellez[z]a anch’ella, et anch’ella dette in tanta sazietà al<br />

riguardante popolo diletto e piacere per avventura inaspettato e meraviglioso. E questa fu una<br />

Bufolata composta e distinta in diece squadre, distribuite, oltre a quelle che i sovrani Principi per sé<br />

tolsero, parte ne’ signori della corte e forestieri, e parte ne’ gentiluomini della città e nelle due<br />

nazioni de’ mercanti spagnuola e genovese. Videsi adunque primieramente, e su la prima bufola che<br />

alla destinata piazza comparse, venire con grand’arte e giudizio adornata la Sceleratez[z]a, che da<br />

sei cavalieri ingegnosissimamente anch’essi, per il Flagello o per i Flagelli figurati, pareva che<br />

cacciata e stimolata e percossa fusse. Dopo la quale in su la bufola seconda, che sembianza di pigro<br />

[<strong>II</strong>. 978] asinello aveva, si vide venire il vecchio et ebbro Sileno, da sei Baccanti sostenuto, mentre<br />

che di stimolare e pugnere l’asino nel medesimo tempo pareva che si sforzassero. Sì come in su la

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