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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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pastori con pelli di lupi rusticamente coperti, mettendo, per distinguere l’uno dall’altro, a Remo sei<br />

et a Romulo, per memoria dell’augurio più felice, dodici avvoltoi nell’acconciatura di testa. Veniva<br />

dopo costoro Enomano re della greca Pisa, di Marte figliuolo anch’egli, e che nell’una mano, come<br />

re, un reale scettro teneva, e nell’altra una rotta carretta per memoria del tradimento usatogli<br />

dall’auriga Mirmillo, combattendo per la figliuola Ippodamia contro a Pelope, di lei amante. Ma<br />

dopo loro si vedevano venire Ascalafo et Ialmeno, di Marte anch’essi figliuoli, di militare e ricco<br />

abito adorni, rammemorando per le navi, di cui ciascuno una in mano aveva, il poderoso soccorso<br />

da loro con cinquanta navi porto agl’assediati Troiani. Erano questi seguitati dalla bella Ninfa<br />

Brittona, di Marte similmente figliuola, con una rete per ricordanza del suo misero caso in braccio,<br />

e dalla non men bella Ermione, che del medesimo Marte e della vaghissima Venere nacque, e che<br />

moglie fu del tebano Cadmo, a cui si tiene che Vulcano già un bellissimo collare donasse; per lo che<br />

si vedeva costei, col prescritto collare al collo, nelle parti superiori avere di femmina sembianza, e<br />

nelle inferiori (denotando che col marito in serpente fu convertita) si vedeva essere di serpentino<br />

scoglio coperta. Avevano queste dietro a sé, con un sanguinoso coltello in mano e con uno sparato<br />

capretto ad armacollo, il molto in vista fiero Ipervio, del medesimo padre nato, da cui si dice che<br />

prima impararono gl’uomini ad uccidere i bruti animali; e con lui il non men fiero Etolo, da Marte<br />

anch’egli prodotto, fra ‘ quali di rosso abito adorna, tutto di neri ricami consperso, con la spumante<br />

bocca e con un rinoceronte in testa e con un cinocefalo in groppa, si vedeva la cieca Ira camminare.<br />

[<strong>II</strong>. 961] Ma la Fraude, con la faccia d’uom giusto e con l’altre parti quali da Dante nell’Inferno<br />

descritte si leggono, e la Minaccia, per una spada et un bastone che in mano aveva minacciosa<br />

veramente in vista, di bigio e rosso drappo coperta e con l’aperta bocca dopo costoro di camminar<br />

seguitando, si vedevano dietro a sé lasciare il gran ministro di Marte, Furore, e la pallida e non<br />

meno a Marte convenevole Morte: essendo quegli di oscuro rossore stato tutto vestito e tinto, e con<br />

le mani dietro legate, sembrando sur un gran fascio di diverse armi molto minaccioso sedersi, e<br />

questa tutta pallida (come si è detto) e di neri drappi coperta, con gl’occhi chiusi, non meno<br />

spaventevole e non meno orribile dimostrandosi. Le Spoglie poi, sotto figura d’una femmina di<br />

leonina pelle adorna, con un antico trofeo in mano, si vedeva dopo costoro venire, la quale pareva<br />

che di due prigioni feriti e legati, che in mez[z]o la mettevano, quasi gloriar si volesse; avendo<br />

dietro a sé, per ultima fila di sì terribile schiera, una in sembianza molto gagliarda femmina con due<br />

corna di toro in testa e con uno elefante in mano, figurata per la Forza, con cui pareva che la<br />

Crudeltà, tutta rossa e tutta similmente spaventevole, un piccol fanciullo uccidendo, bene e<br />

dicevolmente accompagnata si fusse.<br />

CARRO SETTIMO <strong>DI</strong> VENERE<br />

Ma diversa molto fu la vista del vez[z]oso e gentile e grazioso e dorato carro della benigna Venere,<br />

che dopo questo nel settimo luogo si vedeva venire, tirato da due placidissime e candidissime e tutte<br />

amorose colombe, a cui non mancarono quattro maestrevolmente condotte istorie, che pomposo e<br />

vago e lieto non lo rendessero. Per la prima delle quali si vedeva questa bellissima Dea, fuggendo il<br />

furore del gigante Tifeo, convertirsi in pesce; e per la seconda tutta pietosa si vedeva similmente<br />

pregare il padre Giove che volesse imporre ormai fine alle tante fatiche del travagliato suo figliuolo<br />

Enea; veggendosi nella terza la medesima essere da Vulcano, il marito, con la rete presa, giacendosi<br />

con l’amator suo Marte; sì come nella quarta ed ultima si vedeva, non meno sollecita per il<br />

prescritto figliuolo Enea, venire con la tanto inessorabile Iunone a concordia di congiugnerlo in<br />

amoroso laccio con la casta regina di Cartagine. Ma il bellissimo Adone come più caro amante si<br />

vedeva primo innanzi al carro con leggiadro abito di cacciatore camminare, col quale due piccoli e<br />

vez[z]osi Amorini con dipinte ali, e con l’arco e con le saette, pareva che accompagnati si fussero,<br />

essendo dal maritale Imeneo, giovane e bello, seguitati, con la solita ghirlanda di persa e con

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