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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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l’accesa face in mano, e da Talassio col pilo e con lo scudo e col corbello di lana pieno. Ma Piteo, la<br />

Dea della persuasione, di matronale abito adorna, con una gran lingua, secondo il costume egiziano,<br />

entrovi un sanguinoso occhio, in testa e con un’altra lingua simile in mano, ma che con un’altra<br />

finta mano era congiunta, si vedeva dopo costoro venire, e con lei il troiano Pari[<strong>II</strong>. 963] 6 de, che in<br />

abito di pastore sembrava per memoria della sua favola di portare il mal per lui avventuroso pome;<br />

sì come la Concordia sotto forma di bella e grave et inghirlandata donna, con una tazza nell’una<br />

mano e con un fiorito scettro nell’altra, pareva che questi seguitasse; con cui similmente pareva che<br />

accompagnato si fusse, con la solita falce e col grembo tutto di frutti pieno, lo Dio degl’orti Priapo;<br />

e con loro, con un dado in mano et uno in testa, Manturna, solita dalle spose, la prima sera che co’<br />

mariti si congiugnevano, molto devotamente invocarsi, credendo che fermezza e stabilità indurre<br />

nelle vaghe menti per lei si potesse.<br />

Stravagantemente fu poi l’Amicizia, che dopo loro veniva, figurata, perciò che questa, benché in<br />

forma di giovane donna, si vedeva avere di frondi di melagrano e di mortella la nuda testa<br />

inghirlandata, con una rozza veste indosso, in cui si leggeva: MORS ET <strong>VITA</strong>, e col petto aperto, sì<br />

che scorgervisi entro il cuore si poteva, in cui si vedeva similmente scritto: LONGE ET PROPE,<br />

portando un secco olmo in mano, da una fresca e feconda vite abbracciato. Erasi con costei<br />

accompagnato l’onesto e l’inonesto Piacere, stravagantemente figurato anch’egli sotto forma di due<br />

giovani, che con le stiene l’una con l’altra d’essere appiccate sembravano: l’una bianca e, come<br />

disse Dante, guercia e coi piè distorti, e l’altra (benché nera) d’onesta e graziosa forma, cinta con<br />

bella avvertenza dell’ingemmato e dorato cesto, e con un freno e con un commune braccio da<br />

misurare in mano. La quale era seguitata dalla Dea Virginense, solita anticamente invocarsi nelle<br />

nozze anch’ella, perché ell’aiutasse sciorre allo sposo la verginal zona; per lo che di lini e bianchi<br />

panni tutta vestita, e di smeraldi e da un gallo la testa inghirlandata, si vedeva con la prescritta zona<br />

e con un ramicello di agno casto in mano camminare, essendosi con lei accompagnata la tanto e da<br />

tanti desiderata Belle[z]za, in forma di vaga e fiorita e tutta di gigli incoronata vergine; e con loro<br />

Ebe la Dea della gioventù, vergine anch’ella et anch’ella ricchissimamente e con infinita leggiadria<br />

vestita, e d’aurata e vaga ghirlanda incoronata ed adorna, e con un vez[z]oso ramicello di fiorito<br />

mandorlo in mano; chiudendo ultimamente il leggiadrissimo drappello l’Allegrez[z]a, vergine e<br />

vaga et inghirlandata similmente, e che un tirso, tutto di ghirlande e di variate frondi e fiori<br />

contesto, in mano anch’ella et in simil guisa portava.<br />

CARRO OTTAVO <strong>DI</strong> MERCURIO<br />

Fu dato a Mercurio poi, che il caduceo et il cappello et i talari aveva, l’ottavo carro, da due<br />

naturalissime cicogne tirato, e ricco fatto anch’egli ed adorno da cinque delle sue favole. Per la<br />

prima delle quali si vedeva come messaggero di Giove apparire su le nuove mura di Cartagine<br />

all’innamorato Enea, e comandargli che quindi partendosi dovesse alla volta d’Italia venire; sì come<br />

per la seconda si vedeva la misera Aglauro esser da lui convertita in sasso; e come per la terza, di<br />

comandamento di Giove, si vedeva similmente legare agli scogli del monte Caucaso il troppo<br />

audace Prometeo; ma [<strong>II</strong>. 964] nella quarta si vedeva un’altra volta convertire il mal accorto Batto<br />

in quella pietra che paragone si chiama; e nella quinta ed ultima l’uccisione sagacemente da lui fatta<br />

dell’occhiuto Argo, il quale per maggiore dimostrazione in abito di pastore, tutto d’occhi pieno, si<br />

vedeva primo innanzi al carro camminare; con cui, in abito ricchissimo di giovane donna, con una<br />

vite in testa e con uno scettro in mano, Maia la madre di Mercurio predetto e di Fauno figliuola<br />

sembrava d’essersi accompagnata, avendo alcuni in vista dimestichi serpenti che la seguitavano. Ma<br />

dopo questi si vedeva venire la Palestra, di Mercurio figliuola, in sembianza di vergine tutta ignuda,<br />

6 La numerazione della Giuntina passa da p. 961 a p. 963 e salta la p. 962

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