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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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e grandissimo monistero, che poi a Mont’Uliveto nel contado di Siena fabbricarono, di cui<br />

mostravano aver portato quivi un modello, con l’inscrizione che diceva:<br />

INSTITUITUR SACER ORDO MONACORUM QUI AB OLIVETO MONTE<br />

NOMINATUR AUCTORIBUS NOBILIBUS CIVIBUS SENENSIBUS. ANNO<br />

MCCCXIX.<br />

Ma dalla parte di verso S. Lorenzo si vedeva l’edificazione del famosissimo oratorio della Vernia, a<br />

spese in buona parte de’ religiosi conti Guidi, signori al[<strong>II</strong>. *924]lora di quel paese, e per opera del<br />

glorioso S. Francesco, il quale, mosso dalla solitudine del luogo, vi si ridusse e vi fu visitato e<br />

segnato dal Nostro Signore Iesù Cristo crocifisso delle stìmate, con l’inscrizione che tutto questo<br />

dichiarava dicendo:<br />

ASPERRIMUM AGRI NOSTRI MONTEM <strong>DI</strong>VUS FRANCISCUS ELEGIT IN<br />

QUO SUMMO ARDORE DOMINI NOSTRI SALUTAREM NECEM CONTEMPLARETUR<br />

ISQUE NOTIS PLAGARUM IN CORPORE IPSIUS EXPRESSIS<br />

<strong>DI</strong>VINITUS CONSECRATUR.<br />

Sì come al dirimpetto vi si vedeva la celebrazione fatta in Fiorenza del Concilio sotto Eugenio<br />

Quarto, quando la Chiesa greca, stata tanti anni discordante con la latina, si riunì e reintegrossi, si<br />

può dire, la vera fede nella pristina chiarezza e sincerità; il che faceva similmente manifesto la sua<br />

inscrizzione, dicendo:<br />

NUMINE DEI OPTIMI MAX. ET SINGULARI CIVIUM NOSTRORUM RELIGIONIS<br />

STU<strong>DI</strong>O ELIGITUR URBS NOSTRA IN QUA GRECIA AMPLISSIMUM<br />

MEMBRUM A CHRISTIANA PIETATE <strong>DI</strong>SIUNCTUM RELIQUA<br />

ECCLESIAE CORPORI CONIUNGERETUR.<br />

<strong>DI</strong> SANTA MARIA DEL FIORE<br />

Alla chiesa poi cattedrale et al principalissimo Duomo, quantunque per sé ornatissimo e<br />

stupendissimo sia, parve nondimeno, dovendo (come fece), rincontrata da tutto ‘l clero, la novella<br />

Signora fermarvisi, di abbellirla quanto più pomposamente e religiosamente si poteva e di lumi e di<br />

festoni e di scudi, e d’una innumerabile e molto bene scompartita quantità di drappelloni, facendo<br />

massimamente alla principal porta di conponimento ionico un meraviglioso e graziosissimo<br />

ornamento, in cui oltre al resto, che fu in vero ottimamente inteso, molto ricche e molto singolari<br />

massimamente apparvero dieci istoriette de’ gesti della gloriosa Madre del Nostro Signor Iesù<br />

Cristo, di basso rilievo fatte. Le quali, perciò che di mirabile artifizio furono da chi le vide<br />

giudicate, si spera che un giorno a concorrenza di quelle stupende e meravigliose del tempio di San<br />

Giovanni, ma, come in più fiorito secolo, più belle e più vaghe, sieno di bronzo per vedersi: ma<br />

allora, benché di terra, tutte d’oro si vedevano coperte, e con grazioso spartimento nella porta di<br />

legno, che d’oro anch’ella sembrava, erano commesse. Sopra cui, oltre a una grandissima arme de’<br />

Medici con le chiavi papali e col regno, tenuta dall’Operazione e dalla Grazia, vi si vedevano in una<br />

molto bella tela dipinti tutti i Santi tutelari della città, che verso una Madonna et il Figliuolo che in<br />

braccio teneva rivolti, pareva che lo pregassero per la salute e felicità d’essa. Sì come di sopra con<br />

bellissima invenzione e per principale impresa si vedeva una navicella, che col favore d’un prospero<br />

vento pareva che a vele piene s’incamminasse verso un tranquillissimo porto, significante le

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