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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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protettrice degl’armenti, Bubona detta, in simil pastoral abito anch’ella e con una ornata testa di bue<br />

che cappello al capo le faceva. Ma Miagro, lo Dio delle mosche, di bianco vestito e con una infinita<br />

moltitudine di quegli importuni animaletti per la persona e per la testa aspersi, di spondilo<br />

inghirlandato e con l’erculea clava in mano, et Evandro, che primo in Italia insegnò fare a Pan i<br />

sagrifizii, di real porpora adorno, e con la real benda e col reale scettro in mano, chiudevano con<br />

graziosa mostra l’ultima parte della, quantunque pastorale, vaga nondimeno e molto vistosa<br />

squadra.<br />

CARRO SE<strong>DI</strong>CESIMO <strong>DI</strong> PLUTONE E <strong>DI</strong> PROSERPINA<br />

Seguiva l’infernal Plutone con la regina Proserpina, tutto ignudo e spaventevole et oscuro, e che di<br />

funeral cipresso incoronato era, tenente per segno della real potenza un piccolo scettro nell’una<br />

delle mani, et avendo il grande et orribile e trifauce Cerbero a’ piedi; ma Proserpina, che con lui da<br />

due Ninfe accompagnata si vedeva, tenente l’una una ritonda palla in mano e l’altra una grande e<br />

forte chiave, denotando la perduta speranza che aver dee del ritorno chi nel suo regno una volta<br />

perviene, pareva che di bianca e ricca et oltre a modo ornata veste coperta si fusse, essendo ambi<br />

sull’usato carro tirato da quattro oscurissimi cavalli, i cui freni si vedevano da un bruttissimo et<br />

infernal Mostro guidare. Per accompagnatura del quale degnamente si vedevan poi le tre similmente<br />

infernali Furie, sanguinose e sozze e spaventevoli, e di varie e venenose serpi i crini e tutta la<br />

persona avvolte, dietro alle quali con l’arco e con le saette si vedevan seguitare i due Centauri<br />

Nesso et Astilo, portando, oltre alle prescritte armi, Astilo una grand’aquila in mano. E con loro il<br />

superbo Gigante Briareo, che cento di scudo e di spada armate mani e cinquanta capi aveva, da’<br />

quali pareva che per le bocche e per i nasi perpetuo fuoco si spargesse. Erano questi seguitati dal<br />

torbido Acheronte, gettante per un gran vase che in man portava arena et acqua livida e puzzolente;<br />

col quale si vedeva venire l’altro infernal Fiume Cocito, oscuro e pallido anch’egli, e che anch’egli<br />

con un simil vaso una simil feti[<strong>II</strong>. 972]da e torbida acqua versava; avendo con loro l’orribile e<br />

tanto da tutti gli Dii temuta palude Stige, dell’Oceano figliuola, in ninfale ma oscuro e soz[z]o<br />

abito, portante un simil vase anch’ella, e che dall’altro infernal Fiume Flegetonte, di oscuro e<br />

tremendo rossore egli et il vaso e la bollente acqua tinto, pareva che messa in mez[z]o fusse.<br />

Seguitava poi col remo e con gl’occhi (come disse Dante) di brace, il vecchio Caronte,<br />

accompagnato, acciò che nessuno degli infernali Fiumi non rimanesse, dal pallido e magro e<br />

distrutto et oblivioso Lete, in mano a cui un simil vaso si vedeva, che da tutte le parti similmente<br />

torbida e livida acqua versava. E seguitavano i tre grandi infernali giudici Minos, Eaco e<br />

Radamanto: figurando il primo sotto abito e forma reale, et il secondo et il terzo di oscuri e gravi e<br />

venerabili abiti adornando. Ma dopo loro si vedeva venire Flegias, il sacrilego re de’ Lapiti,<br />

rinovando per una freccia, che per lo petto lo trapassava, la memoria dell’arso tempio di Febo et il<br />

da lui ricevuto gastigo, e portando per maggior dimostrazione il prescritto ardente tempio in una<br />

delle mani. Vedevasi poi l’affannoso Sisifo sotto il grande e pesante sasso, e con lui l’affamato e<br />

misero Tantalo, che gl’invano desiati frutti assai vicini alla bocca sembrava d’avere. Ma con più<br />

grata vista si vedeva venir poi, quasi da’ lieti Campi Elisi partendosi, con la chiomata stella in<br />

fronte e con l’abito imperatorio, il divo Iulio et il felice Ottaviano Augusto suo successore;<br />

chiudendosi molto nobilmente l’orribile e spaventosa torma ultimamente dall’amazzone Pantasilea,<br />

dell’aste e della lunata pelta e della real benda il capo adorna, e dalla vedova regina Tomiri, che<br />

anch’ella con l’arco e con le barbariche frecce il fianco e le mani adornate s’aveva.

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