09.12.2012 Views

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

inferiore; et in altra con molti contadini, di diversi animali salvatichi e dimestichi carichi, si<br />

vedevano anche molte villanelle belle e giovani, in mille graziose benché rusticane guise adorne,<br />

venire anch’esse (tessendo fiorite ghirlande e diversi pomi portando) a vedere et onorar la lor<br />

Signora; et i versi, che come nell’altre sopra questa erano, con gran gloria della Toscana, da<br />

Vergilio cavati, dicevano:<br />

HANC OLIM VETERES <strong>VITA</strong>M COLUERE SABINI,<br />

HANC REMUS ET FRATER: SIC FORTIS HETRURIA CREVIT.<br />

SCILICET ET RERUM FACTA EST PULCHERRIMA FLORA,<br />

URBS ANTIQUA, POTENS ARMIS ATQUE UBERE GLEBAE.<br />

Vedevasi poi dirimpetto alla statua della descritta Cerere quella dell’Industria, e non parlo di<br />

quell’industria semplicemente che circa la mercanzia si vede da molti in molti luoghi usare, ma<br />

d’una certa particolare eccellenza et ingegnosa vertù che hanno i fiorentini uomini alle cose ove<br />

metter si vogliono; per lo che molti, e quel giudizioso poeta massimamente ben pare che a ragione il<br />

titolo d’Industri gl’attribuisse. Di quanto giovamento sia stata questa cotale industria a Fiorenza, e<br />

quanto conto da lei ne sia sempre stato fatto, si vede dall’averne formato il suo corpo e dall’aver<br />

voluto che non potesse esser fatto di lei cittadino chi sotto il titolo di qualche arte non fusse ridotto,<br />

conoscendo per lei a grandezza e potenza non piccola esser pervenuta. Ora, questa fu figurata una<br />

femmina d’abito tutto disciolto e snello, tenente uno scettro, nella cui cima era una mano con un<br />

occhio nel mezzo della palma e con due alette ove con lo scettro si congiugneva, a simiglianza in un<br />

certo modo del caduceo di Mercurio; e nella tela, che come l’altre sotto le stava, si vedeva un<br />

grandissimo et ornatissimo portico o foro, molto simigliante al luogo ove i nostri mercatanti a<br />

trattare i lor negozii si riducono, chiamato il Mercato Nuovo: il che faceva anche più chiaro il putto<br />

che in una delle facciate si vedeva batter l’ore, in una banda del quale - essendo maestrevolmente<br />

stati accomodati i lor particolari Dii da una parte, cioè la statua della Fortuna a sedere sur una ruota,<br />

e dall’altra un Mercurio col caduceo e con una borsa in mano - si vedevano ridotti molti de’ più<br />

nobili artefici, cioè quelli che, con maggiore eccellenza che forse in altro luogo, in Fiorenza la lor<br />

arte essercitano; e di questi, con le lor merci in mano, quasi che all’entrante Principessa offerir le<br />

volessero, altri si vede[<strong>II</strong>. 887]vano con drappi d’oro, altri di seta, altri con finissimi panni et altri<br />

con ricami bellissimi e meravigliosi, tutti lieti mostrarsi, sì come in altra parte altri si vedevano poi<br />

con diversi abiti passeggiando negoziare, et altri di minor grado con varii e bellissimi intagli di<br />

legname e di tarsie, et altri con palloni, con maschere e con sonagli et altre cose fanciullesche, nella<br />

medesima guisa mostrare il medesimo giubilo e contento. Il che, et il giovamento delle quali, e<br />

l’utile e la gloria che a Fiorenza ne sia venuto, lo dichiaravano i quattro versi che, come agl’altri, di<br />

sopra posti erano, dicendo:<br />

QUAS ARTES PARIAT SOLERTIA, NUTRIAT USUS,<br />

AUREA MONSTRAVIT QUON<strong>DA</strong>M FLORENTIA CUNCTIS.<br />

PANDERE NAMQUE ACRI INGENIO ATQUE ENIXA LABORE EST<br />

PRAESTANTI, UNDE PARET <strong>VITA</strong>M SIBI QUISQUE BEATAM.<br />

Delle due ultime Deità o Vertù, poiché, come abbiàn detto, per la quantità et eccellenza in esse de’<br />

figliuoli suoi, son tanto a Fiorenza proprie che ben può sopra l’altre gloriosa reputarsi, da man<br />

destra et a canto alla statua di Cerere era posta quella d’Apollo, preso per quello Apollo toscano che<br />

infonde ne’ toscani poeti i toscani versi; questi sotti i suoi piedi (sì come nell’altre tele) aveva<br />

dipinto in cima d’un amenissimo monte, conosciuto essere d’Elicone dal caval Pegaseo, un molto<br />

bello e spazioso prato, in mezzo a cui sorgeva il sagrato fonte d’Aganippe, conosciuto anch’egli per<br />

le nove Muse che intorno gli stavano sollazzandosi, con le quali, et all’ombra de’ verdeggianti<br />

allori, di che tutto ‘l monte era ripieno, si vedevano varii poeti in varie guise sedersi, o passeggiando<br />

ragionare, o cantare al suon della lira, mentre una quantità di piccoli Amorini sopra gl’allori

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!