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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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Con l’istoria, similmente nella base, dell’Annunziata che da molti Angeletti era sostenuta, e con uno<br />

fra gl’altri che un bel vaso di fiori sembrava di versare sopra un grandissimo popolo che chiedendo<br />

gli stava, preso per le innumerabili grazie che per sua intercessione tutto il giorno si veggano fare a<br />

que’ fedeli che con devoto zelo se gli raccomandano; e con l’altra istoria nel gran quadro, che sotto<br />

l’andito passava, del medesimo S. Filippo, che co’ sette predetti nobili cittadini, lasciando l’abito<br />

civile fiorentino e pigliando quello della religion de’ Servi, si mostravano molto occupati in fare<br />

edificare il bellissimo monistero che oggi in Fiorenza di lor si vede, e che allora fuori era, e la<br />

venerabile et ornatissima e per gl’infiniti miracoli per tutto ‘l mondo celebratissima chiesa<br />

dell’Annunziata, stava poi sempre capo di quell’Ordine; con l’inscrizzione, che diceva:<br />

SEPTEM NOBILES CIVES NOSTRI IN SACELLO NOSTRAE URBIS TOTO<br />

NUNC ORBE RELIGIONIS ET SANCTITATIS FAMA CLARISSIMO, SE TOTOS<br />

RELIGIONI DEDUNT ET SEMINA IACIUNT OR<strong>DI</strong>NIS SERVORUM<br />

D. MARIAE VIRG.. [<strong>II</strong>. 923] 3<br />

Restano le due facce, che braccia quasi, come si è detto, al diritto gambo della croce facevano,<br />

minori assai delle due già descritte, causato dalla strettez[z]a delle due strade che quindi si partono;<br />

onde per ciò manco spazio alla magnificenzia dell’opera venendo a concedere, e per conseguente<br />

per non uscir della debita proporzione di altez[z]a, molto minore essendo, si vedeva<br />

giudiziosamente in vece delle due nicchie l’arco che ivi adito dava, da due sole colonne in mezzo<br />

messo; sopra il quale nasceva una fregiatura proporzionata, in mez[z]o di cui con un quadro di<br />

pittura si finiva l’ornamento di questa faccia, non già senza quegl’altri infiniti abbigliamenti et<br />

imprese e pitture, quali in tai luoghi pareva che dicevoli fussero. Ma essendo tutta questa macchina<br />

alla gloria e potenza della vera Religione et alla memoria delle sue gloriose vittorie dedicata,<br />

pigliando le due più nobili e principali, ottenute contro a’ due principali e potentissimi avversarii, la<br />

Sapienza umana cioè, sotto cui si comprendono i filosofi e gl’eretici, e la mondana Potenza. Dalla<br />

parte che verso l’Arcivescovado riguardava si vedeva figurato quando San Piero e San Paulo e<br />

gl’altri Appostoli, pieni di divino spirito, disputavano con una gran quantità di Filosofi e di molti<br />

altri di umana sapienzia ripieni, de’ quali alcuni più confusi si vedevano gettare o stracciare i libri<br />

che in man tenevano, et altri, come Dionisio Areopagita, Iustino, Panteon e simili, tutti umili e<br />

devoti venire a quelli in segno di conoscere et accettare la verità evangelica, col motto per<br />

dichiarazion di questo che diceva: NON EST SAPIENTIA NON EST PRUDENTIA. Ma nell’altre<br />

verso l’Arcivescovado, a rincontro di questo si vedevano i medesimi San Piero e San Paulo e<br />

gl’altri, presente Nerone e molti armati suoi satelliti, intrepidamente e liberamente predicare la<br />

verità dell’Evangelio, con il motto: NON EST FORTITUDO NON EST POTENTIA , intendendosi<br />

quel che in Salamone, onde il motto è preso, segue: CONTRA DOMINUM. Nelle quattro facce poi,<br />

che sotto le due volte di questi due archi venivano di verso l’Arcivescovado, in una si vedeva il<br />

beato Giovanni Colombini, onorato cittadin sanese, dar principio alla Compagnia degl’Ingesuati,<br />

spogliandosi nel Campo di Siena l’abito cittadinesco, e vestendosi da vile e povero, dare il<br />

medesimo abito a molti che con gran zelo ne lo ricercavano, con l’inscrizzione che diceva:<br />

ORIGO COLLEG<strong>II</strong> PAUPERUM QUI AB IESU COGNOMEN ACCEPERUNT<br />

CUIUS OR<strong>DI</strong>NIS PRINCEPS FUIT IOANNES COLOMBINUS DOMO<br />

SENENSIS. ANNO MCCCLI.<br />

E nell’altra a rincontro si vedevano altri gentiluomini pur sanesi dinanzi al vescovo d’Arez[z]o<br />

Guido Pietramalesco, a cui dal Papa era stato commesso che ricercasse la vita loro, star molto<br />

intenti a mostrargli la volontà e desiderio che aveano di crear l’Ordine di Monte Uliveto, la quale si<br />

vedeva da quel vescovo approvare, confortandogli a mettere in atto l’edificazione di quel santissimo<br />

3<br />

La numerazione delle pagine della Giuntina a questo punto torna a p. 923. Indichiamo la duplicazione sino a p. 927<br />

con asterisco.

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