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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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qual concetto da quattro madrigali, che si andavano diversamente ne’ principali luoghi (sì come in<br />

quel de’ Sogni si è detto) e da quattro pienissimi cori cantando, in questa guisa pareva che<br />

leggiadramente espresso si fusse, dicendo:<br />

L’alta che fino al ciel fama rimbomba<br />

Della leggiadra Sposa,<br />

Che ‘n questa riva erbosa:<br />

D’Arno, candida e pura, alma colomba,<br />

Oggi lieta sen vola e dolce posa,<br />

Da la celeste sede ha noi qui tratti,<br />

Perché più leggiadr’ atti<br />

E bellezza più vaga e più felice<br />

Veder già mai non lice. [<strong>II</strong>. 951]<br />

Né pur la tua festosa<br />

Vista, o FLORA, e le belle alme tue dive<br />

Traggionne alle tue rive,<br />

Ma il lume e ‘l sol della novella SPOSA,<br />

Che più che mai gioiosa<br />

Di suo bel seggio e freno<br />

Al gran Tosco divin corcasi in seno<br />

Da’ bei lidi, che mai caldo né gielo<br />

Discolora, vegnam, né vi crediate<br />

Ch’altretante beate<br />

Schiere e sante non abbia il mondo e ‘l cielo:<br />

Ma vostro terren velo<br />

E lor soverchio lume,<br />

Questo e quel vi contende amico nume.<br />

Ha quanti il cielo, ha quanti<br />

Iddii la terra e l’onda al parer vostro,<br />

Ma <strong>DI</strong>O solo è quell’un che ‘l sommo chiostro<br />

Alberga in mez[z]o a mille Angeli santi,<br />

A cui sol giunte avanti<br />

Posan le pellegrine<br />

E stanche anime alfine, al fin del giorno,<br />

Tutto allegrando il ciel del suo ritorno.<br />

Credo di potere sicuramente affermare che questa mascherata (machina da potersi solo condurre per<br />

mano di prudente e pratico e valoroso e gran Principe, et in cui quasi tutti i signori e gentiluomini<br />

della città e forestieri intervennero) fusse senza dubbio la più numerosa, la più magnifica e la più<br />

splendida che da molti secoli in qua ci sia memoria che in verun luogo stata rappresentata sia,<br />

essendo fatti non pure la maggior parte de’ vestimenti di tele d’oro e d’argento e d’altri ricchissimi<br />

drappi, e di pelli, ove il luogo lo ricercava, finissime, ma vincendo l’arte la materia, composti sopra<br />

tutto con leggiadria et industria et invenzione singolare e meravigliosa. E perché gl’occhi de’<br />

riguardanti potessero con più sodisfazione mirando riconoscere quali di mano in mano fussero gli<br />

Dei che figurar si volevano, convenevol cosa parve d’andargli tutti distinguendo in ventuna<br />

squadra, preponendone a ciascheduna uno, che più principale pareva che reputar si dovesse, e quelli<br />

per maggior magnificenza e grandez[z]a, e perché così sono dagl’antichi poeti figurati, facendo,<br />

sopra appropriati carri, da’ lor proprii e particolari animali tirare. Ora in questi carri, che belli e

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