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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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300 mila scudi di spesa, e condurla con più maestà e grandezza e facilità e maggior disegno di<br />

ordine, bellezza e comodità; e lo mostrò poi [<strong>II</strong>. 751] in un modello che e’ fece per ridurlo a quella<br />

forma che si vede oggi condotta l’opera, e fe’ conoscere quel che e’ diceva essere verissimo. Questo<br />

modello gli costò 25 scudi, e fu fatto in quindici dì; quello del San Gallo passò, come s’è detto,<br />

quattro mila e durò molti anni. E da questo et altro modo di fare si conobbe che quella fabbrica era<br />

una bottega et un trafico da guadagnare, il quale si andava prolongando con intenzione di non<br />

finirlo mai da chi se l’avesse presa per incetta. Questi modi non piacevono a questo uomo da bene, e<br />

per levarsegli dattorno, mentre che ‘l Papa lo forzava a pigliare l’ufizio dello architettore di quella<br />

opera, disse loro un giorno apertamente che eglino si aiutassino con gli amici e facessino ogni opera<br />

che e’ non entrassi in quel governo, perché, s’egli avesse avuto tal cura, non voleva in quella<br />

fabbrica nessuno di loro; le quali parole, dette in publico, l’ebbero per male, come si può credere, e<br />

furono cagione che gli posono tanto odio, il quale crescendo ogni dì nel vedere mutare tutto<br />

quell’ordine drento e fuori, che non lo lassorono mai vivere, ricercando ogni dì varie e nuove<br />

invenzioni per travagliarlo, come si dirà a suo luogo. Finalmente papa Paulo gli fece un<br />

motuproprio, come lo creava capo di quella fabbrica con ogni autorità, e che e’ potessi fare e disfare<br />

quel che v’era, crescere e scemare e variare a suo piacimento ogni cosa; e volse che il governo de’<br />

ministri tutti dependessino dalla volontà sua. Dove Michelagnolo, visto tanta sicurtà e fede del Papa<br />

verso di lui, volse, per mostrare la sua bontà, che fussi dichiarato nel motuproprio come egli serviva<br />

la fabrica per l’amor de Dio e senza alcun premio, se bene il Papa gli aveva prima dato il passo di<br />

Parma del fiume, che gli rendeva da secento scudi, che lo perdé nella morte del duca Pier Luigi<br />

Farnese, e per scambio gli fu dato una cancelleria di Rimini di manco valore, di che non mostrò<br />

curarsi; et ancora che il Papa gli mandassi più volte danari per tal provisione, non gli volse accettar<br />

mai, come ne fanno fede messer Alessandro Ruffini, cameriere allora di quel Papa, e messer Pier<br />

Giovanni Aliotti, vescovo di Furlì. Finalmente fu dal Papa aprovato il modello che aveva fatto<br />

Michelagnolo, che ritirava San Piero a minor forma, ma sì bene a maggior grandezza, con<br />

satisfazione di tutti quelli che hanno giudizio, ancora che certi, che fanno professione d’intendenti,<br />

ma in fatti non sono, non lo aprovano. Trovò ch’e’ 4 pilastri principali, fatti da Bramante e lassati<br />

da Antonio da San Gallo, che avevono a reggere il peso della tribuna, erano deboli, e’ quali egli<br />

parte riempié, facendo due chiocciole o lumache da lato, nelle quali sono scale piane, per le quali i<br />

somari vi salgano a portare fino in cima tutte le materie, e parimente gli uomini vi possono ire a<br />

cavallo infino in sulla cima del piano degli archi. Condusse la prima cornice sopra gli archi di<br />

trevertini, che gira in tondo, che è cosa mirabile, graziosa e molto varia da l’altre, né si può far<br />

meglio in quel genere. Diede principio alle due nicchie grandi della crociera; e dove prima, per<br />

ordine di Bramante, Baldassarre e Raffaello, come s’è detto, verso Campo Santo vi facevano otto<br />

tabernacoli, e così fu seguitato poi dal San Gallo, Mic[h]elagnolo gli ridusse a tre, e di drento tre<br />

cappelle, e sopra con la volta di trevertini e ordine di finestre vive di lumi, che hanno forma varia e<br />

terribile grandezza; [<strong>II</strong>. 752] le quali, poiché sono in essere e van fuori in stampa - non solamente<br />

tutti quegli di Michelagnolo, ma quegli del San Gallo ancora -, non mi metterò a descrivere, per non<br />

essere necessario altrimenti. Basta che egli con ogni accuratezza si messe a far lavorare per tutti<br />

que’ luoghi dove la fabrica si aveva a mutare d’ordine, a cagione ch’ella si fermassi stabilissima, di<br />

maniera che ella non potessi essere mutata mai più da altri: provedimento di savio e prudente<br />

ingegno, perché non basta il far bene, se non si assicura ancora, poi che la prosunzione e l’ardire di<br />

chi gli pare sapere, se gli è creduto più alle parole che a’ fatti, e talvolta il favore di chi non intende,<br />

può far nascere dimolti inconvenienti. Aveva il populo romano, col favore di quel Papa, desiderio di<br />

dare qualche bella, utile e commoda forma al Campidoglio, et accomodarlo di ordini, di salite, di<br />

scale a sdruccioli e con iscaglioni, e con ornamenti di statue antiche che vi erano, per abellire quel<br />

luogo; e fu ricerco per ciò di consiglio Michelagnolo, il quale fece loro un bellissimo disegno e<br />

molto ricco, nel quale, da quella parte dove sta il Senatore, che è verso levante, ordinò di trevertini<br />

una facciata et una salita di scale, che da due bande salgono per trovare un piano, per il quale<br />

s’entra nel mezzo della sala di quel palazzo, con ricche rivolte piene di balaustri varii che servano<br />

per appoggiatoi e per parapetti. Dove, per arric[c]hirla, dinanzi vi fece mettere i due Fiumi a

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