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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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quale confessano tutti avere obligo grandissimo, poi che è stato inventore et essecutore d’opere che,<br />

quanto agl’edifizii, rendono senza comparazione la loro città molto più magnifica e grande ch’ella<br />

non era. Ha fatto il medesimo altre strade fuori di Genova, e tra l’altre quella che si parte da Ponte<br />

Decimo per andare in Lombardia. Ha restaurato le mura della città verso il mare e la fabrica del<br />

Duomo, facendogli la tribuna e la cupola. Ha fatto anco molte fabriche private, il palazzo in villa di<br />

messer Luca Iustiniano, quello del signor Ottaviano Grimaldi, i palazzi di due Dogi, uno al signor<br />

Batista Grimaldi, et altri molti, de’ quali non accade ragionare. Già non tacerò che ha fatto il lago et<br />

isola del signor Adamo Centurioni, copiosissimo d’acque e fontane, fatte in diversi modi belli e<br />

capricciosi; la fonte del capitan Larcaro, vicina alla città, che è cosa notabilissima. Ma sopra tutte le<br />

diverse maniere di fonti che ha fatte a molti, è bellissimo il bagno che ha fatto in casa del signor<br />

Giovan Batista Grimaldi in Bisagno. Questo, ch’è di forma tondo, ha nel mezzo un laghetto, nel<br />

quale si possono bagnare comodamente otto o dieci persone; il quale laghetto ha l’acqua calda da 4<br />

teste di Mostri marini, che pare che escano del lago, e la fredda da altre tante Rane, che sono sopra<br />

le dette teste de’ Mostri. Gira intorno al detto lago, a cui si scende per tre gradi in cerchio, uno<br />

spazio quanto a due persone può bastare a passeggiare commodamente. Il muro di tutto il circuito è<br />

partito in otto spazii: in quattro sono quattro gran nicchie, ciascuna delle quali riceve un vaso tondo,<br />

che alzandosi poco da terra, mezzo entra nella nicchia e mezzo resta fuora, et in mezzo di ciascun<br />

d’essi può bagnarsi un uomo, venendo l’acqua fredda e calda da un mascherone che la getta per le<br />

corna e la ripiglia quando bisogna per bocca. In una dell’altre 4 parti è la porta, e nell’altre tre sono<br />

finestre e luoghi da sedere; e tutte l’otto parti sono divise da termini che reggono la cornice, dove<br />

posa la volta ritonda di tutto il bagno. Di mezzo alla qual volta pende una gran palla di vetro<br />

cristallino, nella quale è dipinta la sfera del cielo, e dentro essa il globo della terra; e da questa in<br />

alcune parti, quando altri usa il bagno di notte, viene chiarissimo lume, che rende il luogo luminoso<br />

come fusse di mezzo giorno. Lascio di dire il comodo dell’antibagno, lo spogliatoio, il bagnetto,<br />

quali son pieni di istucchi, e le pitture ch’adornano il luogo, per non esser più lungo di quello che<br />

bisogni: basta che non son punto disformi a tant’opera. In Milano, con ordine del medesimo<br />

Galeazzo, s’è fatto il palazzo del signor Tommaso Marini, duca di Terranuova, e per avventura la<br />

facciata della fabrica che si fa ora di S. Celso, l’auditorio del Cambio in forma ritonda, la già<br />

cominciata chiesa di S. Vittore, et altri molti edifizî. Ha mandato l’istesso, dove non è potuto egli<br />

esser in persona, disegni per tutta Italia, e fuori, di molti edifizii, palazzi e tempii, de’ quali non dirò<br />

altro, questo potendo bastare a farlo conoscere per virtuoso e molto eccellente architetto.<br />

[<strong>II</strong>. 848] Non tacerò ancora, poi che è nostro italiano, se bene non so il particolare dell’opere sue,<br />

che in Francia, secondo che intendo, è molto eccellente architetto, et in particolare nelle cose di<br />

fortificazioni, Rocco Guerrini da Marradi, il quale in queste ultime guerre di quel regno ha fatto con<br />

suo molto utile et onore molte opere ingegnose e laudabili. E così ho in quest’ultimo, per non<br />

defraudare niuno del proprio merito della virtù, favellato d’alcuni scultori et architetti vivi, de’ quali<br />

non ho prima avuto occasione di comodamente ragionare.<br />

Il fine della Vita di Lione Lioni scultor aretino<br />

<strong>DI</strong> DON GIULIO CLOVIO<br />

Miniatore<br />

[<strong>II</strong>. 849] Non è mai stato, né sarà per aventura in molti secoli, né il più raro né il più eccellente<br />

miniatore, o vogliamo dire dipintore di cose piccole, di don Giulio Clovio, poiché ha di gran lunga<br />

superato quanti altri mai si sono in questa maniera di pitture esercitati. Nacque costui nella<br />

provincia di Schiavonia, overo Crovazia, in una villa detta Grisone, nella diocesi di Madrucci,<br />

ancorché i suoi maggiori, della famiglia de’ Clovi, fussero venuti di Macedonia, et il nome suo al

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