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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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E perché ciascuno degl’otto descritti imperadori, oltre all’universale arme di tutta la Casa, vivendo<br />

n’usò ancora una sua particolare e propria, per più manifesto rendere a’ riguardanti per cui ciascuna<br />

delle statue fatta fusse, si mise ancora sotto i lor piedi in bellissimi scudi quell’arme che, come è<br />

detto, portata propriamente aveva. Il che, oltre ad alcune vaghe et accomodate istoriette che ne’<br />

piedistal[<strong>II</strong>. 904][li] dipinte erano, rendeva eroica e magnifica e molto ornata vista; sì come non<br />

meno facevano nelle colonne et in tutti i luoghi ove accomodatamente metter si potevano, oltre a’<br />

trofei e l’armi, le croci di Santo Andrea et i fucili e le colonne d’Ercole, col motto del PLUS<br />

ULTRA, principale impresa di questo arco, e molte altre simili usate dagl’uomini di quella<br />

imperialissima famiglia. E tale era la vista principale che si offeriva a chi per diritta via con la<br />

pompa trapassar voleva. Ma a quelli che per il contrario della via de’ Tornabuoni verso i<br />

Tornaquinci venivano, faceva forse con non men vago ornamento, per quanto la strettez[z]a della<br />

strada ne concedeva, il medesimo spettacolo proporzionatamente accomodato; perciò che ivi, che la<br />

parte di dietro chiameremo, quasi un altro corpo simile al descritto formato era, eccetto che per la<br />

strettez[z]a della strada dove, quello di quattro, questo di tre soli archi si vedeva composto: l’un de’<br />

quali con fregiature e cornici congiungendosi, e per ciò doppio rendendo quello sopra cui si disse,<br />

che fu la statua del secondo Massimiliano, oggi imperante, posta; e l’altra, con la descritta<br />

prospettiva che la torre nascondeva, anch’egli appiccandosi faceva che il terzo, lasciando<br />

similmente dietro a sé una quadrata piaz[z]etta, restava l’ultimo di chi con la pompa usciva e si<br />

dimostrava il primo a chi per il contrario per la strada de’ Tornabuoni tornava. Sopra il quale, che<br />

nella medesima forma che i descritti era, sì come ivi gl’imperadori in questi si vedevano<br />

torreggiare, ma in piedi, stando due re Filippi, padre l’uno e l’altro figliuolo del gran Carlo Quinto,<br />

quello, et il secondo cioè, che ripieno di tanta liberalità e giustizia onoriamo oggi per grandissimo e<br />

potentissimo re di tanti nobilissimi regni. Fra il quale e la statua del predetto suo avo si vedeva nel<br />

rigirante fregio dipinto questo medesimo secondo Filippo con maestà sedere, et innanzi stargli una<br />

grande et armata donna, conosciuta, per la croce bianca che in petto aveva, esser Malta, da lui con la<br />

virtù dell’illustrissimo signor don Garzia di Tolledo, che ritratto vi era, dall’assedio turchesco<br />

liberata, la qual pareva che, come memorevole del grandissimo benefizio, volesse porgergli<br />

l’ossidional corona di gramigna; il che era fatto manifesto dal sottoscrittogli epitaffio, che diceva:<br />

MELITA EREPTA E FAUCIBUS IMMANISSIMORUM HOSTIUM STU<strong>DI</strong>O<br />

ET AUXIL<strong>II</strong>S P<strong>II</strong>SSIMI REGIS PHILIPPI CONSERVATOREM SUUM<br />

CORONA GRAMINEA DONAT.<br />

E perché la parte che verso la strada della Vigna risguardava avesse anch’ella qualche ornamento,<br />

cosa convenevole parse fra l’ultima cornice ove posavan le statue e l’arco, che grande spazio era,<br />

con un grande epitaffio dichiarare il concetto di tutta questa grandissima mole, dicendo: [<strong>II</strong>. 905]<br />

IMPERIO LATE FULGENTES ASPICE REGES,<br />

AUSTRIACA HOS OMNES E<strong>DI</strong><strong>DI</strong>T ALTA DOMUS.<br />

HIS INVICTA FUIT VIRTUS, HIS CUNCTA SUBACTA,<br />

HIS DOMITA EST TELLUS,SERVIT ET OCEANUS.<br />

Sì come nella medesima guisa e per la medesima cagione si fece di verso il Mercato Vecchio, anche<br />

in questo dicendo:<br />

IMPER<strong>II</strong>S GENS NATA BONIS ET NATA TRIUMPHIS<br />

QUAM GENUS E COELO DUCERE NEMO NEGET,<br />

TUQUE NITENS GERMEN <strong>DI</strong>VINAE STIRPIS HETHRUSCIS<br />

TRA<strong>DI</strong>TUM AGRIS NITI<strong>DI</strong>S UT SOLA CULTA BEES,<br />

SI MIHI CONTINGAT VESTRO DE SEMINE FRUCTUM<br />

CARPERE ET IN NATIS CERNERE DETUR AVOS,

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