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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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mortella inghirlandato, tenente in una delle mani una rotta carretta e nell’altra una ciocca di<br />

verginali e biondi capelli.<br />

CARRO <strong>DI</strong>CIANOVESIMO <strong>DI</strong> CERERE<br />

[<strong>II</strong>. 974] Ma nel dicianovesimo carro, da due gran dragoni tirato, Cerere la Dea delle biade, in<br />

matronal abito, di spighe inghirlandata e con la rosseggiante chioma, si vedeva non men degl’altri<br />

pomposamente venire, e non men pomposamente si vedeva esser reso adorno da nove, delle sue<br />

favole, che dipinte state vi erano. Per la prima delle quali si vedeva figurato il felice nascimento di<br />

Plutone, lo Dio delle ricchezze, da lei e da Iasio eroe (secondo che in alcuni poeti si legge) generato;<br />

sì come per la seconda si vedeva con gran cura lavarsi e da lei col proprio latte nutrirsi il piccolo<br />

Triptolemo, di Eleusio e di Iona figliuolo; veggendosi per la terza il medesimo Triptolemo per suo<br />

avviso fuggire su l’un de’ due draghi che da lei col carro gl’erano stati donati, perché andasse pel<br />

mondo pietosamente insegnando la cura e coltivazion de’ campi, essendogli stato l’altro drago<br />

ucciso dall’empio re de’ Geti, che di uccider similmente Triptolemo con ogni studio cercava; ma<br />

per la quarta si vedeva quando ella nascondeva in Sicilia, presaga in un certo modo di quel che poi<br />

gl’avvenne, l’amata figliuola Proserpina; sì come nella quinta si vedeva similmente dopo questo (e<br />

come altrove s’è detto) andare in Frigia a visitare la madre Cibele; e come nella sesta si vedeva, in<br />

quel luogo dimorando, apparirgli in sogno la medesima Proserpina e dimostrargli in quale stato per<br />

il rapimento di lei fatto da Plutone si ritrovasse; per lo che tutta commossa si vedeva per la settima<br />

con gran fretta tornarsene in Sicilia; e per l’ottava si vedeva similmente come non ve la trovando,<br />

con grande ansietà, accese due gran faci, si era mossa con animo di volerla per tutto ‘l mondo<br />

cercare; veggendosi nella nona ed ultima arrivare alla palude Ciane, et ivi nel cignimento della<br />

rapita figliuola a caso abbattendosi, certificata di quel che avvenuto gl’era, per la molta ira non<br />

avendo altrove in che sfogarsi, si vedeva volgere a spez[z]are i rastri e le marre e gl’aratri e gl’altri<br />

rusticani instrumenti che ivi a caso pe’ campi da’ contadini stati lasciati erano. Ma a piè del carro si<br />

vedevan camminar poi, denotando i varii suoi sagrifizii, prima per quegli che Eleusini son chiamati,<br />

due verginelle di bianche vesti adorne, con una graziosa canestretta per ciascuna in mano, l’una<br />

delle quali tutta di variati fiori e l’altra di variate spighe si vedeva esser piena. Dopo le quali, per<br />

que’ sagrifizii che alla terrestre Cerere si facevano, si vedevan venire due fanciugli, due donne e due<br />

uomini, tutti di bianco vestiti anch’essi e tutti di iacinti incoronati, e che due gran buoi quasi per<br />

sagrificargli menavano. Ma per quegl’altri poi che si facevano alla legislatrice Cerere, Tesmofora<br />

da’ Greci detta, si vedevan venire due sole in vista molto pudiche matrone, di bianco similmente<br />

vestite, e di spighe e di agnocasto anch’esse similmente inghirlandate. Ma dopo costoro, per<br />

descrivere pienamente tutto l’ordine de’ sagrifizii suoi, si vedevan venire, di bianchi drappi pur<br />

sempre adorni, tre greci sacerdoti, due de’ quali due accese facelle e l’altro una similmente accesa<br />

[<strong>II</strong>. 975] et antica lucerna in mano portavano; chiudendo ultimamente il sagro drappello i due tanto<br />

da Cerere amati, di cui disopra s’è fatto menzione: Triptolemo cioè, che, portando un aratro in<br />

mano, un drago di cavalcar sembrava, et Iasio, che in snello e leggiadro e ricco abito di cacciatore<br />

parve che figurato esser dovesse.<br />

CARRO VENTESIMO <strong>DI</strong> BACCO<br />

Seguitava il carro ventesimo di Bacco, con singolare artifizio e con nuova et in vero molto<br />

capricciosa e bizarra invenzione formato anch’egli, per il quale si vedeva figurata una graziosissima

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