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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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con non piccolo dispendio) a Firenze condotta, a lei magnanimamente e per publico di lei decoro<br />

fattone anche cortese dono. Sopra cui e sopra il di cui bellissimo capitello che di bronzo, sì come la<br />

base, sembrava, e che di bronzo va or facendosi, fu posta, benché di terra, ma di color di porfido,<br />

perché così ha essere, una molto grande e molto eccellente statua di donna tutta armata con la celata<br />

in testa, rappresentante, per la spada nella destra e per le bilance nella sinistra mano, una<br />

incorruttibile e molto valorosa Giustizia.<br />

DEL CANTO A’ TORNAQUINCI<br />

Fu fatto il sesto ornamento al Canto de’ Tornaquinci; e dirò cosa che incredibile parrebbe a chi<br />

veduta non l’avesse, perciò che questo fu tanto magnifico, tanto pomposo e con tanta arte e<br />

grandez[z]a fabricato, che, benché congiunto col superbissimo palaz[z]o degli Stroz[z]i, atto a far<br />

parer nulla le grandissime cose, e benché in sito al tutto disastroso per la ineguale rottura delle<br />

strade che vi concorrono e per altri inconvenienti, tanta nondimeno fu l’eccellenzia dell’artefice e<br />

con tanta ben intesa maniera fu condotto, che pareva che tante difficultà, per più ammirabile e per di<br />

maggiore bellez[z]a renderlo, a posta concorse vi fussero, accompagnando la ricchez[z]a<br />

degl’ornamenti, l’altezza degl’archi, la grandez[z]a delle colonne, tutte d’armi e di trofei conteste, e<br />

le grandi statue che sopra la cima di tutta la machina torreggiavano quel bellissimo palaz[z]o, in<br />

guisa che ciascuno giudicato avrebbe che né quell’ornamento ricercasse altra accompagnatura che<br />

d’un palaz[z]o tale, né che a tal palaz[z]o altro ornamento che quello si richiedesse; il che, acciò che<br />

maggiormente s’intenda e per più chiaramente e più distintamente mostrare in che maniera questo<br />

fatto fusse, necessaria cosa è che, da quelli che fuor dell’arte sono, ci sia alquanto perdonato, se a<br />

quelli che di essa si dilettano andrem forse più minutamente che lor convenevole non parrebbe,<br />

descrivendo la qualità de’ siti e la forma degl’archi: e questo per mostrare come i nobili ingegni<br />

sanno accomodare gl’ornamenti a’ luoghi e l’invenzione a’ siti con grazia e con vaghez[z]a. Diremo<br />

adunque che, perciò che la strada, che dalla colonna a’ Tornaquinci viene, è (come ognun sa)<br />

larghissima, e dovendosi quindi in quella de’ Tornabuoni trapassare, la quale per la sua strettez[z]a<br />

causava che gl’occhi di chi veniva in buona parte nella non molto ador[<strong>II</strong>. 901]na torre de’<br />

Tornaquinci, che più che la metà della strada occupa, percuotevano, parve necessario, per maggior<br />

vaghez[z]a e per fuggire questo inconveniente, di formare nella larghez[z]a della predetta strada,<br />

d’ordine composto, due archi, da una ornatissima colonna divisi, l’uno de’ quali dava libero adito<br />

alla pompa che nella prescritta via de’ Tornabuoni trapassava, e l’altro la vista della torre<br />

nascondendo, pareva, per virtù d’una artifiziosa prospettiva che dipinta vi era, che in un’altra strada<br />

simile a quella de’ detti Tornabuoni conducesse; in cui con piacevolissimo inganno si vedevano non<br />

pure le case e le finestre di tappeti adorne, e d’uomini e di donne, che per mirare intente stessero<br />

piene, ma con graziosa vista pareva che quindi inverso gl’entranti una molto vaga giovane sur un<br />

bianco palafreno da alcuni staffieri accompagnata venisse, talché a più d’uno, et il giorno della<br />

pompa e mentre che poi vi stette, fece con graziosa beffe nascer desiderio o di andare ad incontrarla<br />

o di attenderla fino a tanto che trapassata fusse. Erano questi due archi, oltre alla prescritta colonna<br />

che gli divideva, messi in mez[z]o da altre colonne della grandezza medesima, che reggevano<br />

gl’architravi, fregi e cornici, e sopra ciascuno con leggiadro ornamento si vedeva un bellissimo<br />

quadro, in cui pur di chiaro oscuro si vedevan dipinte l’istorie delle quali poco di sotto parleremo,<br />

chiudendo di sopra ogni cosa un grandissimo cornicione, con gl’ornamenti alla grandez[z]a et alla<br />

magnificenzia e vaghez[z]a del resto corrispondenti; sopra il quale posavano poi le statue, le quali,<br />

quantunque venissero alte dal pian della terra ben venticinque braccia, con tanta nondimeno<br />

proporzione eran fatte, che né l’altez[z]a toglieva lor la grazia né la lontananza la vista d’ogni<br />

particolare ornamento e bellez[z]a. Stavano nella medesima guisa, quasi ali di questi due archi di<br />

testa, dall’uno e l’altro lato due altri archi, l’uno de’ quali congiunto col palaz[z]o degli Strozzi,

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