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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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tribuna, che impediva il piano di quella chiesa, e non era in verità il luogo suo: e perché<br />

Michelagnolo consigliò giudiziosamente che là non poteva né doveva stare, il Frate gli prese odio,<br />

credendo che lo facessi per invidia; ma ben s’è poi accorto ch’egli diceva il vero e che il<br />

mancamento è stato da lui, che ha avuto la comodità e non l’ha finita, come si dirà altrove. E io ne<br />

fo fede, avvengaché l’anno 1550 io fussi per ordine di papa Giulio Terzo andato a Roma a servirlo,<br />

e volentieri, per godermi Michelagnolo, fui per tal consi[<strong>II</strong>. 754]glio adoperato: dove Michelagnolo<br />

desiderava che tal sepoltura si mettessi in una delle nicchie, dove è oggi la colonna degli spiritati,<br />

che era il luogo suo, et io mi ero adoperato che Giulio Terzo si risolveva, per conrispondenza di<br />

quella opera, far la sua nell’altra nicchia col medesimo ordine che quella di papa Paulo; dove il<br />

Frate, che la prese in contrario, fu cagione che la sua non s’è mai poi finita e che quella di quello<br />

altro Pontefice non si facessi: che tutto fu pronosticato da Michelagnolo. Voltossi papa Giulio a far<br />

fare quell’anno nella chiesa di San Piero a Montorio una cappella di marmo con dua sepolture per<br />

Antonio cardinale de’ Monti, suo zio, e messer Fabbiano, avo del Papa, primo principio della<br />

grandezza di quella casa illustre. Della quale avendo il Vasari fatto disegni e modelli, papa Giulio,<br />

che stimò sempre la virtù di Michelagnolo et amava il Vasari, volse che Michelagnolo ne facessi il<br />

prezzo fra loro; et il Vasari suplicò il Papa a far che Michelagnolo ne pigliassi la protezione; e<br />

perché il Vasari aveva proposto per gl’intagli di quella opera Simon Mosca e per le statue Raffael<br />

Montelupo, consigliò Michelagnolo che non vi si facessi intagli di fogliami, né manco ne’ membri<br />

dell’opera, di quadro, dicendo che, dove vanno figure di marmo, non ci vuole essere altra cosa. Per<br />

il che il Vasari dubitò che non lo facessi perché l’opera rimanessi povera; et in effetto poi, quando<br />

e’ la vedde finita, confessò ch’egli avessi avuto giudizio, e grande. Non volse Michelagnolo che il<br />

Montelupo facessi le statue, avendo visto quanto s’era portato male nelle sue della sepoltura di<br />

Giulio Secondo, e si contentò più presto ch’elle fussino date a Bartolomeo Ammannati, quale il<br />

Vasari aveva messo innanzi, ancorché il Buonarroto avessi un poco di sdegno particolare seco e con<br />

Nanni di Baccio Bigio, nato, se ben si considera, da leggier cagione: che essendo giovanetti, mossi<br />

dall’afezione dell’arte più che per offenderlo, avevano industriosamente, entrando in casa, levate a<br />

Anton Mini, creato di Michelagnolo, molte carte disegnate, che di poi per via del magistrato de’<br />

Signori Otto gli furon rendute tutte: né gli volse, per intercessione di messer Giovanni Norchiati,<br />

canonico di San Lorenzo, amico suo, fargli dare altro gastigo. Dove il Vasari, ragionandogli<br />

Michelagnolo di questa cosa, gli disse ridendo che gli pareva ch’e’ non meritassino biasimo alcuno,<br />

e che, s’egli avessi potuto, arebbe non solamente toltogli parecchi disegni, ma l’arebbe spogliato di<br />

tutto quel ch’egli avessi potuto avere di suo mano, solo per imparare l’arte; che s’ha da volere bene<br />

a quegli che cercan la virtù, e premiargli ancora: per che non si hanno questi a trattare come quegli<br />

che vanno rubando i danari, le robe e l’altre cose importanti. Or così si recò la cosa in burla. Fu ciò<br />

cagione che a quella opera di Montorio si diede principio, e che il medesimo anno il Vasari e lo<br />

Ammannato andorono a far condurre i marmi da Carrara a Roma, per far detto lavoro. Era in quel<br />

tempo ogni giorno il Vasari con Michelagnolo; dove una mattina il Papa dispensò per amorevolezza<br />

ambidue, che facendo le sette chiese a cavallo, ch’era l’anno santo, ricevessino il perdono a doppio;<br />

dove nel farle ebbono fra l’una e l’altra chiesa molti utili e begli ragionamenti dell’arte et<br />

industriosi, che ‘l Vasari ne distese un dialogo, che a migliore occasione si manderà fuori con altre<br />

cose attenente all’arte.<br />

Autenticò papa Giulio Terzo quell’anno il motuproprio di papa Paulo Terzo sopra la [<strong>II</strong>. 755]<br />

fabbrica di San Piero; et ancora che gli fussi detto molto male dai fautori della setta Sangallesca per<br />

conto della fabbrica di San Piero, per allora non ne volse udire niente quel Papa, avendogli (come<br />

era vero) mostro il Vasari ch’egli aveva dato la vita a quella fabrica, et operò con Sua Santità che<br />

quella non facessi cosa nessuna attenente al disegno senza il giudizio suo, che l’osservò sempre:<br />

perché né alla Vigna Iulia fece cosa alcuna senza il suo consiglio, né in Belvedere, dove si rifece la<br />

scala che v’è ora in cambio della mezza tonda che veniva innanzi, saliva otto scaglioni et altri otto<br />

in giro entrava in dentro, fatta già da Bramante, che era posta nella maggior nicchia in mezzo<br />

Belvedere. Michelagnolo vi disegnò e fe’ fare quella quadra, coi balaustri di preperigno, che vi è<br />

ora, molto bella.

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