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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI Pittore e Scultore Fiorentino ...

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SUO CONSILIO CONIUNCTIS ANIMIS ET OPIBUS PRINCIPUM ITALORUM<br />

ET INGENTI ITALIAE TRANQUILLITATE PARTA PARENS OPTIMI<br />

SAECULI APPELLATUR.<br />

Ma venendo poi nella piaz[z]etta in cui (come s’è detto) l’ottangular teatro, che così lo chiameremo,<br />

posto era, cominciandomi da questa prima entrata e da man destra girando, diremo che questa prima<br />

parte era da quest’arco dell’entrata occupata, sopra il quale, in un fregio corrispondente<br />

nell’altez[z]a al terzo et ultimo ordine del teatro, si vedevano in quattro ovati i ritratti di Giovanni di<br />

Bicci, padre del vecchio Cosimo, e quello di Lorenzo suo figliuolo, del medesimo Cosimo fratello,<br />

da cui questo fortunato ramo de’ Medici oggi regnanti ebbe origine, e quello di Pierfrancesco, di<br />

questo Lorenzo figliuolo, con quello d’un altro Giovanni similmente, padre del prima detto<br />

bellicoso signor Giovanni. Ma nella seconda faccia pur dell’ottangolo e con l’entrata congiunta, si<br />

vedeva fra due ornatissime colonne in una gran nicchia a sedere, e di marmo come tutte l’altre<br />

statue figurata, con la regal bacchetta in mano, Caterina la valorosa regina di Francia, con tutti<br />

quegl’altri ornamenti che alla leggiadra et eroica architettura si ricercano. Ma il terzo ordine di<br />

sopra, ove si è detto che venivano i quadri di pittura, era per la costei istoria figurata la mede[<strong>II</strong>.<br />

918]sima Regina con gran maestà a sedere, che dinanzi aveva due bellissime donne armate: l’una<br />

delle quali, presa per la Francia che inginocchiata stava, pareva che gli presentasse un bellissimo<br />

putto di regal corona adorno, sì come l’altra in piede, che la Spagna era, pareva che in simil guisa<br />

gli presentasse una leggiadrissima fanciulla, volendo pel putto intendere del cristianissimo Carlo<br />

Nono, che oggi per re dalla Francia è reverito, e per la fanciulla l’elettissima regina di Spagna,<br />

moglie dell’ottimo re Filippo. Vedevasi poi intorno alla medesima Caterina con molta reverenzia<br />

alcuni altri più piccoli putti stare, presi per gl’altri suoi graziosissimi figliuoletti, a’ quali pareva che<br />

una Fortuna serbasse scettri e corone e regni. E perché fra questa nicchia e l’arco dell’entrata per la<br />

sproporzion del sito avanzava alquanto di luogo, causato dal non si esser voluto far l’arco<br />

sgraziatamente a sg[h]embo, ma proporzionato e retto, per tal cagione fu ivi ancora quasi in una<br />

nicchia un quadro di pittura messo, in cui con la Prudenza e con la Liberalità, che insieme<br />

abbracciate stavano, molto argutamente si dimostrava con quali guide la casa de’ Medici fusse a<br />

tanta altez[z]a pervenuta; avendo sopra loro in un quadretto, simile per larghez[z]a agl’altri del<br />

terzo ordine, dipinto una umile e devota Pietà, conosciuta per la cicogna che l’era a canto; intorno<br />

alla quale si vedevano molti Angeletti che gli mostravano diversi disegni e modelli delle molte<br />

chiese e monisteri e conventi da quella magnifica e religiosa famiglia fabbricati.<br />

Ma seguitando nella terza faccia dell’ottangolo, perché ivi veniva l’arco onde si usciva del teatro,<br />

sopra il frontespizio di quello, come cuore di tanti nobilissimi membri, fu posta la statua<br />

dell’eccellentissimo et affabilissimo Principe e Sposo, con il motto a’ piedi di: SPES ALTERA<br />

FLORAE, essendo nella fregiatura di sopra (intendendosi sempre che arrivasse all’altez[z]a del<br />

terzo ordine), a corrispondenza dell’altro arco, ove (come si è detto) erano stati posti quattro ritratti,<br />

in questo luogo ancora quattro altri ritratti simili de’ suo’ illustrissimi fratelli in simil modo<br />

accomodati: quelli cioè de’ due reverendissimi cardinali, Giovanni di veneranda memoria e del<br />

graziosissimo Ferdinando, e quelli del bellissimo signor don Garzia e dell’amabilissimo signor don<br />

Pietro.<br />

Ma ritornando alla quarta faccia dell’ottangolo, con ciò sia che il canto delle case che ivi sono, non<br />

lasciando sfondare in dentro, non permettesse che potesse farvisi la solita nicchia, in quella vece<br />

con bello artifizio vi si vedeva accomodato e conrispondente a quelle un grandissimo epitaffio,<br />

dicente:<br />

HI QUOS SACRA VIDES RE<strong>DI</strong>MITOS TEMPORA MITRA<br />

PONTIFICES TRIPLICI ROMAM TOTUMQUE PIORUM<br />

CONCILIUM REXERE P<strong>II</strong>: SED QUI PROPE FULGENT<br />

ILLUSTRI E GENTE INSIGNES SAGULISVE TOGISVE<br />

HEROES CLARAM PATRIAM POPULUMQUE POTENTEM

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