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tesi M. Baino.pdf - EleA@UniSA

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apprezzare in Europa, in cui la spazialità è un elemento fondamentale.<br />

Vale la pena di ricordare che già in esergo alla prima sezione<br />

dell‟opera, titolata El desierto, il protagonismo dello spazio è esaltato<br />

da un verso di Victor Hugo: “Ils vont. L‟espace est grand”. La<br />

dilatazione dello sguardo continua, sempre nel gioco delle epigrafi, e<br />

con versi di Alessandro Manzoni, alla quarta sezione, La alborada:<br />

“Già la terra è coperta d‟uccisi; tutta è sangue la vasta pianura”. Il<br />

deserto organizza, secondo Carlos Altamirano e Beatriz Sarlo, 208 il<br />

programma del gruppo di letterati guidato da Echeverría (la<br />

generazione del „37), per il quale la cultura ispanocreola e l‟indio non<br />

contano, ciò che conta è produrre qualcosa che, allo stato, manca: una<br />

cultura nuova, e una nazione. Certo, occorre che la testualità rifletta i<br />

costumi nazionali, ma nel contempo occorre crearli, tali costumi. È un<br />

deserto, appunto, che va riempito. Il gesto fondativo di Echeverría<br />

trasferisce nel linguaggio poetico la geografia del desierto e insieme<br />

il violento scontro fra i suoi antichi abitatori e i criollos. Abbondano<br />

quindi le evocazioni dei fenomeni naturali (albe, crepuscoli che velano<br />

la terra, tuoni), spesso con valore di premonizione, così come le<br />

immagini di movimento, “que pueden ser pensadas en una pantalla de<br />

cine, aunque parece más sensato hablar de una sensación pictórica, si<br />

tenemos en cuenta que fue ilustrada en ese siglo por el famoso pintor<br />

alemán Johann Moritz Rugendas” 209 .<br />

Come nota Camilla Cattarulla, El rapto de la cautiva, dipinto<br />

da Rugendas nel 1845,<br />

208<br />

Cfr. Beatriz Sarlo e Carlos Altamirano, Prólogo a Esteban Echeverría. Obra escogida,<br />

Biblioteca Ayacucho, Caracas 1991.<br />

209<br />

Sandra Gasparini, cit., 127.<br />

“Che possono essere pensate come in uno schermo cinematografico, anche se sembra più sensato<br />

parlare di una sensazione pittorica, se teniamo presente che [La cautiva] fu illustrata […] dal<br />

famoso pittore tedesco Johann Moritz Rugendas”. La traduzione è mia..<br />

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