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Ma il viaggio magellanico presenta anche aspetti metaforici e<br />
risonanze di temi mitici della tradizione classica, su cui ha posto<br />
l‟accento Nicola Bottiglieri, che riannoda l‟esperienza del navigatore<br />
portoghese a quella di Colombo 107 , attraverso il filo della comune<br />
volontà dei due marinai di cercare ad ogni costo un passaggio di mare<br />
che portasse, mettendo la prora verso ponente, alle vere Indie, al cuore<br />
delle favolose ricchezze dell‟Oriente. Colombo, in effetti, non pensava<br />
di aver scoperto l‟America, bensì di aver raggiunto le Indie, ma non<br />
nella loro interezza, non le vere Indie, quelle ricche (la Cina, il Catai,<br />
l‟impero del Gran Can di cui aveva parlato Marco Polo nel suo<br />
Milione); le Indie trovate erano quelle povere, le false Indie, abitate<br />
perlopiù da poveri selvaggi seminudi raccolti in piccoli villaggi.<br />
L‟oriente […] era il luogo dove si trovavano l‟oro, le<br />
spezie, le sete, le pietre preziose, le pietre che bruciavano<br />
Sebastiano Delcano o Del Cano, l‟ultimo dei comandanti che si succedettero a capo della<br />
spedizione; né si è mai più trovata traccia delle memorie del cosmografo della spedizione, Andrea<br />
di San Martín, morto anch‟egli nello sbarco di Sebu. Oltre a quella di Pigafetta, le sole relazioni di<br />
testimoni oculari sono il giornale di rotta, Derrotero, o Roteiro, scritto da un pilota ligure che è<br />
probabilmente il savonese Leone Pancaldo […] e un altro Derrotero, scritto dal pilota Francesco<br />
Albo (Derrotero del viaje de Magallanes), che comincia però solo all‟arrivo presso il Capo di<br />
Sant‟Agostino in Brasile […] Entrambi questi documenti sono indubbiamente utili integrazioni,<br />
dal momento che forniscono indicazioni più precise sulla latitudine e longitudine dei luoghi, sui<br />
loro nomi, su alcuni avvenimenti importanti; ma in essi si cercherebbero invano informazioni di<br />
carattere etnografico o politico […] Abbiamo inoltre la relazione che Pietro Martire d‟Anghiera<br />
compilò per Adriano VI interrogando i superstiti, e che fu poi presentata al suo successore, Leone<br />
X. Come ha dimostrato Pennesi, questa relazione, che Ramusio considerava perduta nel sacco di<br />
Roma, è invece confluita nel De Orbis ambitu, al capo settimo della quinta decade. Raccolta<br />
Colombiana, Parte V, vol.II”. Camillo Manfroni, cit.,27-29.<br />
107 E di altri navigatori, in quanto “lo stretto venne cercato in tre diverse direzioni: al nord il<br />
passaggio a nord-ovest impegnò intere generazioni di navigatori, a cominciare da Verrazzano,<br />
Caboto, e Esteban Gómez, già comandante della nave san Antonio nella spedizione di Magellano,<br />
che nel 1524 risalì le coste della Florida; nel Centroamerica conquistadores come Pedrarias de<br />
Avila (Nicaragua) Hernàn Cortés (Messico) e Pedro de Alvarado (Guatemala), cercarono a lungo<br />
quel miraggio della natura, infine a sud navigatori come Vespucci, Cabral e Solìs esplorarono le<br />
coste dell‟America Meridionale, risalendo i fiumi, scandagliando le baie per vedere se si<br />
inoltravano nell‟entroterra. Solìs si spinse fino alla foce del Rio de la Plata e battezzò, come aveva<br />
fatto Pedrarias de Avila con il grande lago del Nicaragua, Mar Dulce quella distesa d‟acqua. In<br />
questa ricerca Solìs fu ucciso e divorato dai cannibali; in seguito i Portoghesi smisero di cercare lo<br />
stretto perché le terre dove avrebbe potuto trovarsi erano più a sud della Terra del Verzino o<br />
Bresil, e quindi appartenevano alla corona spagnola”. Nicola Bottiglieri, cit., 26.<br />
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