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tesi M. Baino.pdf - EleA@UniSA

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Accadimenti reali, prima che esiti di costruzioni finzionali.<br />

Nella società di frontiera la figura del prigioniero rivestiva un ruolo<br />

importante. I prigionieri integravano la rete di interscambi degli<br />

indiani all‟interno di una regione; erano parte del flusso di beni che<br />

venivano scambiati con altri indigeni nella società ispanocreola 217 . I<br />

prigionieri potevano essere bianchi, neri, creoli. Fra di essi, vi erano<br />

rappresentanti del sesso femminile di tutte le età, mentre i maschi<br />

erano perlopiù bambini. Ai prigionieri – che venivano talvolta<br />

utilizzati in qualità di messaggeri – spettavano i lavori più duri,<br />

propri della vita all‟aperto. Alcune cautivas avevano figli da un<br />

cacique o da un membro della tribù. Restavano per il resto della vita<br />

negli accampamenti. Se riscattate, vi facevano spesso ritorno, perché il<br />

loro “onore” risultava sospetto, una volta rientrate fra i bianchi, nella<br />

“civiltà”. Per molte di loro l‟unica via possibile era costituita dal<br />

ritorno al mondo del deserto. Com‟è facile intuire, al di fuori del<br />

mondo finzionale ed eroico che un poema può assecondare, non era<br />

possibile per la donna bianca predata dagli indiani indossare i panni<br />

della martire cristiana o della madre indomita che maneggia il pugnale<br />

con la furia di un angelo vendicatore.<br />

Nel racconto Marta Riquelme (1902), dello scrittore di lingua<br />

inglese William Henry Hudson 218 , nato e vissuto lungamente in<br />

217 Cfr. Carlos A. Mayo, La frontera: cotidianidad, vida privada e identidad”, in Fernando<br />

Devoto e Marta Madero, “Historia de la vida privada en la Argentina”. Tomo I. País antiguo. De<br />

la colonia a 1870, Taurus, Buenos Aires 1999.<br />

218 Il racconto è stato pubblicato in Italia insieme al saggio di Angelo Morino Non toccare la<br />

donna bianca, cit. Pur non inscrivibile nella tradizione letteraria ispanoamericana, il testo è stato<br />

analizzato da Morino per la sua pregnanza in rapporto al tema della cautiva. Nei testi di lingua<br />

spagnola, altre storie di cautivas le incontriamo in Historia de nuestra frontera interior (1882) di<br />

Vicente López y Planes, La vuelta de Martín Fierro (1879) di José Hernández , Tabaré (1888) di<br />

Juan Zorrilla de San Martín, Santos Vega (1872) di Hilario Ascasubi, Peregrinaciones de un alma<br />

triste (1876) di Juana Manuela Gorriti, il racconto di Borges “El guerrero y la cautiva” (in El<br />

Aleph), Ema la cautiva (1981) di César Aira. Circa la vasta produzione letteraria riguardante la<br />

figura di Lucía Miranda, la prima prigioniera bianca in Argentina, si rimanda ai saggi di Camilla<br />

Cattarulla, cit.,e Rosa Maria Grillo, Lucía Miranda, in “Escribir la Historia”, Cuadernos de<br />

America sin nombre, Universidad de Alicante 2010, 203-223.<br />

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