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tesi M. Baino.pdf - EleA@UniSA

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Il mare, di un verde cupo, non era che un caos di enormi<br />

masse di acqua, irte di creste, spumeggianti, che si<br />

inseguivano, si rovesciavano una sull‟altra, aprendo degli<br />

abissi spaventosi, e rimandando all‟intorno un muggito<br />

continuato, fortissimo. Il vento soffiava con forza<br />

titanica; sembrava avesse raccolto tutte le sue energie e<br />

le avesse concentrate in uno sforzo supremo, sempre<br />

crescente di intensità e ferocia 304 .<br />

In qualche momento della navigazione, mentre infuria la<br />

burrasca, lo sguardo dell‟esploratore va agli uccelli marini, forse<br />

invidiandoli:<br />

al di sopra dei nostri capi, gli albatros con le ali tese<br />

seguivano il corso delle onde e sembravano godere<br />

svolazzando fra quegli elementi infuriati dalla natura 305 .<br />

Lo sguardo sul mare dell‟esploratore-salesiano rimane turbato<br />

anche quando osserva dalla sommità delle scogliere:<br />

304 Ivi, 201.<br />

305 Ivi, 202.<br />

Tutta la costa presenta il medesimo aspetto dirupato e<br />

tetro, corroso in ogni parte dalla veemenza delle onde<br />

demolitrici, a cui solamente hanno potuto resistere le<br />

pareti scheletrite di vivo granito, le quali in forma di<br />

obelischi e di torri emergono oscure e minacciose dalle<br />

acque turbolente, come altrettanti spettacoli di morte.<br />

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