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d‟acqua deve essere circondata da montagne altissime,<br />
con pareti alte e taglienti su cui non è possibile trovare<br />
riparo, dove nemmeno gli uccelli riescono a volare,<br />
perché vengono sbattuti dalla violenza degli elementi<br />
sulle rocce. Vi è poi la necessità dell‟intervento divino<br />
senza il quale non è possibile superare l‟ostacolo, anche<br />
se colui che riesce nell‟impresa dovrà pagare in qualche<br />
modo la sfida che egli ha mosso agli dèi e alla natura.<br />
(Giasone infatti verrà schiacciato dalla nave Argo dopo il<br />
ritorno in patria). Ultimo e non meno importante motivo è<br />
la presenza di rocce vaganti dette Simplegadi da<br />
Apollonio Rodio e Planctae da Omero. Questi motivi si<br />
trovano quasi tutti nel racconto di Pigafetta, anche se […]<br />
subiscono vari livelli di modificazione 111 .<br />
Fra i motivi assenti nella relazione di Pigafetta vi è quello delle<br />
rupi erranti o rocce che cozzano tra di loro. Nondimeno, Bottiglieri<br />
nota come tale motivo letterario sia ben vivo e presente nella cultura<br />
dell‟epoca, tant‟è che non mancano pagine riferite al tema, e proprio<br />
in riferimento alla cause che determinarono, da parte dei naviganti, il<br />
sostanziale abbandono dello stretto nelle loro rotte. In un passo del<br />
poema La Araucana (1569) di Alfonso de Ercilla, tradotto da<br />
Bottiglieri, così viene spiegato l‟abbandono della via scoperta da<br />
Magellano:<br />
111 Nicola Bottiglieri, cit., .52.<br />
E questi due immensi mari pretendono<br />
uscire dai loro confini e riunirsi<br />
battono le rocce e le loro onde si allungano<br />
ma gli è impedito riunirsi;<br />
da questa parte finalmente la terra aprono<br />
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