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Per quanto riguarda l‟impegno preso con il Ministero degli<br />
Esteri, Bove sconsiglierà eventuali avventure coloniali italiane,<br />
ritenendo i luoghi percorsi lungo il bacino del Congo del tutto inadatti.<br />
Per quanto riguarda le conseguenze personali del viaggio, oltre la<br />
malaria vi è da registrare uno stato di prostrazione e di disagio<br />
psichico. Come lui stesso scrive, “una fiera nevrosi che mi tormenta e<br />
mi farebbe un invalido” 240 . Si può congetturare che l‟ufficiale si sia<br />
tolta la vita, a trentaquattro anni, per l‟incapacità di accettare la<br />
malattia sopravvenuta, per la consapevolezza di non poter più reggere<br />
la vita dell‟uomo di mare che va lontano sfidando gli elementi. Come<br />
scrive Sandra Puccini,<br />
la sua non sarà una morte eroica nel senso in cui ogni<br />
esploratore se l‟aspetta: ghermito all‟improvviso, nel<br />
pieno della sua attività, per gli imprevisti, le vicissitudini<br />
e i pericoli che costellano i suoi itinerari. Sarà tuttavia<br />
una morte coraggiosa: lasciata Genova, si recherà a<br />
Verona e qui, dopo aver acquistato una pistola (“È<br />
un‟arma capace di ammazzare un bove – l‟armajuolo mi<br />
disse questa mattina quando acquistai il revolver –<br />
Pensare!), la rivolgerà contro di sé senza esitare 241 .<br />
Giacomo Bove ha scritto molto, documentando con precisione<br />
tutti i suoi viaggi e le sue spedizioni con una prosa semplice e<br />
vibrante, mai prolissa, ricca di annotazioni degne di interesse. Molto<br />
240 Com‟è dato leggere nella lettera trovata su di lui dopo il suicidio, pubblicata sul giornale<br />
“L‟Arena” di Verona del 9-10 agosto 1887.<br />
241 Sandra Puccini, cit., 156. La frase virgolettata è di Giacomo Bove, scritta di suo pugno su un<br />
biglietto ritrovato nelle sue tasche insieme ad altri documenti. Il giornale “L‟Arena” di Verona così<br />
dà notizia della morte dell‟esploratore, in un lungo articolo: “Il cadavere era reclinato a terra, senza<br />
cappello, il quale era attaccato ad un ramo del gelso, e nella mano destra teneva stretto<br />
convulsamente il revolver, a cui mancavano due cariche. Le aveva lui nella testa!”.<br />
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