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superato senza l‟aiuto di una profezia di volta in volta<br />
elargita da un dio, da una maga o da un vecchio saggio.<br />
Nel nostro caso non è una divinità che svolge la<br />
funzione di mediazione fra i marinai e l‟ignoto,<br />
piuttosto una carta geografica 114 .<br />
La carta geografica, insomma, ha un carattere magico, e più che<br />
contribuire alla soluzione di problemi geografici, diviene<br />
prefigurazione del momento della conquista, oggetto profetico che<br />
contribuisce a prendere possesso (insieme all‟atto notarile), di un<br />
territorio:<br />
Essa, come il vaticinio dell‟oracolo, il consiglio del<br />
vecchio saggio, anticipa o profetizza la conoscenza del<br />
mondo. Di certo non lo spiega ma lo indica, lo svela,<br />
traccia un percorso per vincere l‟ignoto. E in un secolo di<br />
esplorazioni, di tentativi verso il non conosciuto, essa<br />
acquista un valore straordinario. La carta geografica<br />
inoltre riunisce in sé due sistemi di segni: la pittura e la<br />
scrittura. Verranno dopo i notai, i conquistadores, i<br />
letterati, gli storici, che con linguaggi diversi riempiranno<br />
di vita gli spazi vuoti lasciati dal cartografo con<br />
l‟annotazione hic sunt leones , dietro il tracciato di una<br />
costa, dentro il profilo di un territorio non ancora<br />
scoperto. Per ora essa è soltanto un crudo impasto di<br />
linee, colori e cartigli illustrativi. Tuttavia in questa veste<br />
così scarna ed essenziale, essa finisce per avere lo stesso<br />
114 Ivi, 61. Bottiglieri ricorda anche la funzione svolta dal vecchio Fineo, salvato dagli Argonauti<br />
dal supplizio delle Arpie, che informa i naviganti del pericolo delle Simplegadi nello stretto del<br />
Bosforo. Sulla via del ritorno, sempre nel poema di Apollonio Rodio Le Argonautiche, sarà Teti ad<br />
informare Peleo della pericolosità di Scilla e Cariddi. Bottiglieri richiama anche il tema della<br />
partecipazione divina, richiesta sempre in tutti i viaggi da parte dei marinai e dei soldati spagnoli e<br />
portoghesi. L‟aiuto soprannaturale, evocato attraverso preghiere e invocazioni al principiare di<br />
ogni impresa, era percepito come attivo in manifestazioni come i fuochi di Sant‟Elmo durante le<br />
tempeste. In altri casi, come è dato leggere nelle Cartas di Cortés, l‟aiuto divino lo si riteneva<br />
portato dall‟apostolo Santiago, che sbaragliava le truppe nemiche (Santiago Matamoros diventa<br />
Santiago Mataindios).<br />
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