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L'analisi - Enea

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Il nucleare. Data la delicatezza del tema, la Commissione Europea si astiene dal prendere<br />

posizioni prescrittive da adottare a livello di ciascun paese, lasciando agli Stati la decisione sul<br />

ricorso o meno a questa fonte. Dato, tuttavia, che questa copre il 14% del consumo energetico<br />

dell’UE ed il 30% della produzione elettrica totale, e che è una tecnologia a bassissime<br />

emissioni di gas di serra, la Commissione raccomanda che eventuali riduzioni nella capacità di<br />

generazione elettro-nucleare siano colmate da un’equivalente capacita di generazione da fonti<br />

a emissioni altrettanto basse, se non si vuole rischiare di fallire l’obiettivo dell’abbattimento<br />

delle emissioni.<br />

Il risparmio energetico. La Commissione ribadisce l’obiettivo di risparmiare il 20% del consumo<br />

totale di energia primaria per il 2020 5 , che permetterebbe un risparmio di circa 100 Miliardi di<br />

€ e di 780 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. A questo scopo propone di incentivare l’uso di<br />

veicoli a basso consumo di carburante, introdurre norme per l’etichettatura delle<br />

apparecchiature elettriche e non, di migliorare il rendimento energetico degli edifici, e di<br />

incrementare l’efficienza di generazione, trasporto e distribuzione di energia elettrica e calore.<br />

Essa propone inoltre la stipula di un accordo internazionale sull’efficienza energetica, che<br />

dovrebbe coinvolgere i paesi dell’OCSE e i principali paesi in via di sviluppo come la Cina,<br />

l’India ed il Brasile.<br />

La politica energetica a livello internazionale. Chiaramente senza una chiara politica<br />

internazionale nella quale l’UE si possa esprimersi su questi temi in maniera coordinata e<br />

coerente, questi obiettivi non possono essere raggiunti che in maniera perigliosa. Pertanto l’UE<br />

abbisogna di una politica estera comune sull’energia e di cooperare il più possibile a livello<br />

internazionale sia con i paesi industrializzati che con quelli in via di sviluppo.<br />

È importante ricordare che questo Piano d’Azione incorpora l’Energy Efficiency Action Plan<br />

dell’Ottobre 2006 e che i risultati della Strategic European Energy Review rinforzano e<br />

complimentano i contenuti della Comunicazione “Limiting Climate Change to 2° – Policy<br />

options for the EU and the World for 2020 and Beyond”.<br />

La Commissione chiederà al Consiglio Europeo al vertice previsto per l’8-9 marzo 2007 di<br />

appoggiare queste proposte. Inoltre, fra due anni una seconda Strategic Energy Review avrà lo<br />

scopo di riferire ai capi di Stato e di Governo europei sul progresso svolto.<br />

2.5.2 Le politiche ambientali: clima<br />

La strategia UE sul clima rispetto agli obiettivi di Kyoto e post 2012<br />

L’Unione Europea intende proseguire la sua strategia di mitigazione del cambiamento climatico<br />

e perseguire l’obiettivo sottoscritto nell’ambito del Protocollo di Kyoto di riduzione delle proprie<br />

emissioni di gas-serra nel periodo 2008-2012. Come si ricorderà l’obiettivo per il gruppo UE-15<br />

sotto il burden sharing agreement è di ridurre le emissioni collettive al 2010 dell’8% rispetto al<br />

1990.<br />

Gli obiettivi dell’Unione Europea, dichiarati a livello di capi di stato o di governo sono ambiziosi,<br />

ma sono forti dei risultati scientifici dell’ultimo rapporto dell’IPCC. Tali obiettivi stabiliscono che<br />

bisogna limitare incrementi nelle temperature medie globali al di sotto dei 2 gradi Celsius<br />

rispetto ai livelli pre-industriali, dal momento che l’evidenza scientifica indica che oltre tale<br />

soglia gli effetti negativi a livello planetario potrebbero aumentare significativamente. Ciò<br />

implica che le emissioni mondiali di gas serra dovrebbero raggiungere il loro picco non oltre il<br />

2025 e successivamente diminuire di almeno il 15%, ma probabilmente fino a 50%, rispetto ai<br />

livelli del 1990. Per fare ciò i paesi sviluppati dovrebbero puntare a riduzioni delle proprie<br />

emissioni fra il 15% ed il 30% entro il 2020, e fra il 60% e l’80% entro il 2050. Questo implica<br />

chiaramente un livello di impegno nella riduzione delle emissioni a livello internazionale ed<br />

europeo significativamente più alto di quello attuale. Per l’UE ciò significa anche rilanciare<br />

prima possibile le negoziazioni internazionali sugli impegni post-Kyoto (o comunque oltre<br />

l’orizzonte del 2012), e impegnarsi con i propri partner per preparare un nuovo ciclo di<br />

negoziati.<br />

5 Rispetto al valore dello scenario tendenziale per lo stesso anno.<br />

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