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L'analisi - Enea

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La Direttiva Emission Trading Scheme (ETS): stato di attuazione<br />

La fase I<br />

Il 25 ottobre 2003 è ufficialmente entrata in vigore la Direttiva 2003/87/EC che istituiva uno<br />

schema legale per lo scambio di permessi di emissione di CO2. A questo evento sono seguite:<br />

• l’emanazione nell’ottobre 2004 della cosiddetta Direttiva “Linking”, la 2004/101/EC, che<br />

emenda la Direttiva Emissions Trading Scheme (ETS) consentendo l’uso dei “crediti”<br />

generati attraverso i meccanismi project-based del Protocollo di Kyoto (Joint<br />

-<br />

Implementation and Clean Development Mechanisms) per adempiere agli obblighi della<br />

Direttiva 2003/87/EC, così ampliando la gamma d’opzioni a costo contenuto per le industrie<br />

europee;<br />

la fase di recepimento della Direttiva nelle legislazioni dei paesi membri;<br />

- l’identificazione degli impianti industriali coperti dalla Direttiva (circa 11.400), che<br />

dovevano obbligatoriamente presentare domanda di assegnazione entro il 2004;<br />

- la preparazione di piani nazionali di assegnazione dei permessi di emissione ai suddetti<br />

impianti, processo che a partire dal marzo 2004 ha interessato tutti i paesi membri<br />

dell’UE inclusi i nuovi entranti e che si è concluso il 20 giugno 2005 con l’approvazione<br />

da parte della Commissione Europea dell’ultimo piano rimasto. Tali piani di<br />

assegnazione riguardano appunto la prima fase dell’ETS, che copre il periodo 2005-07.<br />

In totale la Commissione ha approvato l’allocazione di permessi d’emissione agli<br />

impianti industriali per un ammontare di 6,57 miliardi di tonnellate di CO2;<br />

- i lavori per la creazione del registro elettronico dei permessi di emissione e delle relative<br />

transazioni (Community Independent Transaction Log – CITL), in grado di mantenere<br />

traccia del passaggio di questi titoli da un detentore all’altro quando essi vengono<br />

scambiati sul mercato, nonché degli appositi registri nazionali.<br />

Il 1 gennaio 2005 l’EU Emission Trading Scheme è entrato in funzione ufficialmente, anche se<br />

a quella data alcuni Piani Nazionali di Assegnazione non erano stati ancora approvati dalla<br />

Commissione.<br />

Nel settembre 2005, la Commissione ha annunciato la sua intenzione di proporre l’estensione<br />

dello schema alle emissioni del settore trasporto aereo.<br />

Il primo anno di scambi si è concluso il 31 dicembre 2005. Secondo i termini della Direttiva<br />

ETS, entro il 30 aprile 2006 dovevano dichiarare le loro emissioni per il 2005 e consegnare un<br />

equivalente numero di permessi di emissione.<br />

A quella data 8.980 impianti dei 21 paesi membri aventi un registro operativo delle emissioni<br />

avevano risposto a tale obbligo. Questi rappresentavano il 99% dei permessi assegnati, per un<br />

totale di 1785,3 milioni di tonnellate di CO2 emesse, contro un’assegnazione media annuale di<br />

1829,5 milioni di tonnellate. Gli altri impianti hanno realizzato i loro obblighi nelle settimane<br />

successive. La tabella 2.3 mostra la situazione come apparsa al 30 aprile 2006.<br />

Come si vede, gli impianti di alcuni paesi hanno complessivamente emesso più delle quote loro<br />

assegnate (è il caso di Regno Unito, Irlanda, Spagna, Italia, Austria): per gli altri paesi la<br />

situazione verificatasi è quella di un’eccedenza più o meno importante delle assegnazioni<br />

rispetto alle emissioni verificate nel 2005. In particolare le eccedenze più importanti in valore<br />

assoluto si sono registrate in Polonia (che non figura nella tabella), Germania, Francia,<br />

Repubblica Ceca, Finlandia e Danimarca.<br />

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