L'analisi - Enea

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Figura 1.18 – Capacità primaria di raffinazione (migliaia di barili/giorno) 90000 80000 70000 60000 50000 kb/g 40000 30000 20000 10000 0 Europa Medio Oriente Asia Pacifico Nord America Mondo Fonte: ENI – World Oil and Gas Review 2006 Figura 1.19 – Tasso di utilizzazione della capacità primaria di raffinazione (%) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Europa Medio Oriente Asia Pacifico Nord America Mondo Fonte: ENI – World Oil and Gas Review 2006 Poiché negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’offerta di greggio pesante e ad alto contenuto di zolfo 20 , mentre per contro in molti paesi le normative tendono a imporre prodotti a minore impatto ambientale, emerge la necessità di rinnovare gli impianti introducendo nuove tecnologie capaci di estrarre frazioni più elevate di distillati leggeri di qualità da greggi di scarsa qualità 21 e di riprocessare prodotti raffinati residui per ottenerne benzina e gasolio da autotrazione a sempre più ridotto impatto ambientale 22 . La criticità della situazione attuale è amplificata dagli squilibri regionali nel mercato dei prodotti raffinati. 20 Eni, World Oil and Gas Review -2006. 21 Si veda anche il par. 1.1.3. 22 Si fa riferimento all’adozione di processi atti ad aumentare la capacità di conversione delle raffinerie (hydrocracking, cracking catalitico). 42 1994 1997 2001 2005 1994 1997 2001 2005
Il commercio di prodotti della raffinazione, che attualmente permette di bilanciare domanda e offerta, potrebbe bloccarsi proprio a causa dell’incapacità di alcuni grossi centri di raffinazione di fornire prodotti della qualità richiesta. Attualmente infatti, l’eccesso di benzine prodotto dalle raffinerie europee trova sbocco nel mercato nord-americano. Contemporaneamente, per soddisfare la crescente domanda di gasolio per autotrazione, affluiscono sul mercato europeo distillati medi provenienti da centri di raffinazione mediorientali. Le normative ambientali circa il contenuto di zolfo dei combustibili, pongono difficoltà crescenti a quei raffinatori che utilizzano impianti obsoleti. Il problema riguarda essenzialmente l’export di benzine verso la Cina e l’export di gasolio per autotrazione verso l’Europa; le raffinerie europee sembrano invece in grado di fornire prodotti qualitativamente pregiati, ma, se variassero il mix di distillati prodotti in favore del gasolio, determinerebbero una carenza di benzina nel mercato nordamericano. Evoluzione nel lungo periodo e investimenti Le previsioni a lungo termine del World Energy Investment Outlook confermano le tendenze delineate nel paragrafo precedente e segnalano la necessità di investire 14 miliardi l’anno 23 per il settore della raffinazione. Tale cifra comprende l’accrescimento della capacità di raffinazione e della capacità di conversione, nonché processi di miglioramento qualitativo dei prodotti. L’accrescimento della capacità di raffinazione si concentrerà prevalentemente in Asia, Medio Oriente e Africa. Nei paesi OCSE si provvederà ad aumentare la capacità di conversione e si farà fronte al miglioramento della qualità dei prodotti. Nei paesi ex URSS si assisterà ad un ampliamento degli impianti esistenti che, tuttavia, sono caratterizzati da tecnologie obsolete e producono distillati di scarsa qualità, poco compatibili con le normative internazionali. La capacità di raffinazione dovrà crescere dell’1,3% l’anno fino a 121 Mb/g per soddisfare la domanda di prodotti raffinati di 114 Mb/g al 2030. Parallelamente, poiché il tasso di crescita di combustibili per il trasporto crescerà del doppio rispetto a quello dell’olio combustibile, sarà anche necessario adeguare la capacità di conversione all’evoluzione del mix di domanda finale. Inoltre l’immissione sul mercato di qualità di greggio sempre più pesanti rafforzerà l’esigenza di adeguare la capacità di conversione esistente. Gli standard sul contenuto di zolfo dei carburanti, che entreranno in vigore a scadenze già fissate in tutti i mercati principali e gli accordi volontari tra costruttori per l’entrata in commercio di motori sempre più puliti renderanno necessari ingenti investimenti nel settore. Il modo meno costoso di incrementare la capacità di raffinazione è l’espansione degli impianti esistenti. Per quanto riguarda la costruzione ex-novo di impianti, il costo è stimato dalla AIE in 10.000 $ per b/g di capacità nei paesi OCSE e in 8000 $ per b/g nei paesi non-OCSE. Grandi economie di scala possono far calare il costo a 5000 $ nei paesi non-OCSE 24 . Il costo del capitale necessario a incrementare la capacità di conversione delle frazioni residue pesanti del processo di distillazione varia notevolmente tra le varie raffinerie. Quando il grado di conversione è già elevato, esso può essere ulteriormente innalzato solamente adottando processi di conversione profonda molto costosi. Raffinerie con capacità di conversione limitata (tipicamente quelle operanti in Asia con hydroskimming) possono ottenere cospicui miglioramenti adottando processi relativamente meno sofisticati. Anche per la capacità di conversione si stima un costo di 10.000 $ per b/g di capacità nei paesi OCSE e di 8.000 $ nei paesi non-OCSE. Gli investimenti associati al miglioramento qualitativo dei prodotti dipendono da quanto sono restrittivi gli standard per la commercializzazione dei carburanti. Si stima che l’investimento in infrastrutture per l’industria europea della raffinazione atto a ridurre il contenuto di zolfo nella benzina e nel gasolio da 50 a 10 ppm (come previsto dal programma Auto-Oil II) possa ammontare ad un totale di 5,5 miliardi di dollari (420 $ per b/g di capacità). Stime analoghe per gli USA riportano un costo di 650$ per b/g di capacità per rispettare la normativa varata con il Clean Air Act. 23 I valori monetari riportati in questo paragrafo sono espressi in dollari USA dell’anno 2000 (World Energy Investment Outlook, IEA). Più recentemente, la IEA segnala, nel World Energy Outlook 2006, un raddoppio dei costi unitari di investimento nel settore petrolifero. Ne consegue che il costo del medesimo investimento, in termini di dollari 2005 risulta quasi il doppio di quanto riportato nel World Energy Investment Outlook: l’ammontare annuo di investimenti per adeguare il settore della raffinazione alla crescita della domanda è stimato in 30 miliardi di dollari/anno. Ragionamento analogo vale per tutti i valori riportati nel paragrafo. 24 Come avvenuto esempio per la raffineria indiana della Reliance petroleum dalla capacità di 580.000b/g. 43
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