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L'analisi - Enea

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Il lavoro del CCTP esemplifica i due filoni su cui è esplicitamente concentrata la strategia USA:<br />

1) su un orizzonte di breve-medio termine, la fornitura di ogni tipologia di appoggio,<br />

consulenza e facilitazione per accelerare la transizione dell’industria verso l’incremento<br />

nell’efficienza dei combustibili fossili, in termini di best practices e tecnologie innovative per gli<br />

impianti a carbone e gas naturale e ad accelerare la transizione dell’industria; 2) su un<br />

orizzonte di medio-lungo termine, quello che secondo la tesi di fondo degli USA può<br />

rappresentare la soluzione radicale del problema delle emissioni da fonti fossili, ossia lo<br />

sviluppo di nuovi ed efficaci sistemi di cattura e sequestro dei gas-serra (Programma<br />

FutureGen), che potrebbero essere sottoposti a stoccaggio, conversione o riciclaggio, anche<br />

non necessariamente nell’ambito dei cicli energetici da cui sono stati generati.<br />

In concreto, il Piano Strategico del CCTP ha ricevuto come ultimo finanziamento federale<br />

(settembre 2006) circa 3 miliardi di dollari articolandosi su sei obiettivi: 1) riduzione delle<br />

emissioni negli usi finali dell’energia e delle infrastrutture; 2) riduzione delle emissioni<br />

nell’offerta di energia; 3) cattura e sequestro dell’anidride carbonica; 4) riduzione delle<br />

emissioni degli altri gas climalteranti; 5) misurazione e monitoraggio delle emissioni; 6)<br />

sostegno alla ricerca di base sui cambiamenti climatici.<br />

Nel frattempo continuano ad essere periodicamente aggiornate e puntualizzate le guidelines<br />

del Voluntary Reporting of Greenhouse Gases Program. L’ultimo risale al dicembre 2003, in cui<br />

il DOE (Dipartimentio dell’Energia) ha ridefinito i criteri di accuratezza, verificabilità e<br />

completezza dei dati riportati nel Registro Federale del Programma operando al contempo una<br />

ricognizione degli aderenti che già soddisfacevano ai nuovi requisiti.<br />

Infine, va sottolineato come nella strategia climatica americana continui ad essere sostenuto il<br />

nucleare come fonte sostitutiva di quelle fossili ai fini dell’abbattimento delle emissioni:<br />

sostegno che ha costituito a suo tempo uno dei motivi della mancata sottoscrizione del PK,<br />

allorché venne in esso recepito il principio europeo per cui non può essere riconosciuta<br />

l’addizionalità ambientale alla generazione nucleare nonostante essa non comporti emissioni di<br />

gas-serra.<br />

A livello di singoli Stati, come anticipato sopra, gli orientamenti sono molto più variegati. Gia<br />

dai primi mesi dell’amministrazione Bush la California, lo Stato di New York, il New Jersey, il<br />

Maine, il Wisconsin, l’Oregon, il Massachusetts, il New Hampshire, avevano progettato o<br />

realizzato proprie iniziative come la definizione di obiettivi di riduzione dei gas-serra, la<br />

preparazione di inventari statali delle emissioni, nuovi schemi regolatori flessibili per le<br />

emissioni di CO2 dalle società elettriche, sistemi di registri nazionali delle emissioni di gas-serra,<br />

obiettivi sulla produzione o l’uso di fonti rinnovabili, standard di efficienza per gli autoveicoli,<br />

schemi di demand-side management (DSM) ecc. Gia allora premevano per armonizzare con il<br />

governo federale alcune misure come la creazione di un registro delle emissioni o schemi di<br />

renewable portfolio standards (RPS o target sulle rinnovabili).<br />

Anche altri Stati stanno sviluppando iniziative in campo ambientale. Ad agosto 2006 sette Stati<br />

del Nord-Est (Connecticut, Delaware, Maine, New Hampshire, New Jersey, New York e Vermont,<br />

cui si aggiungerà il Maryland nel giugno 2007) si sono accordati su uno schema (chiamato<br />

Regional Greenhouse Gas Initiative) che creerà di fatto un mercato per le emissioni di gasserra.<br />

Questo però probabilmente non impedirà che la riduzione delle emissioni in tali Stati sia<br />

ampiamente compensata da aumenti negli Stati vicini non aderenti all’accordo: data<br />

l’integrazione delle reti elettriche sarà difficile impedire importazioni di elettricità prodotte da<br />

carbone e provenienti da altre regioni. Parimenti sarà difficile impedire una certa misura di<br />

delocalizzazione industriale come reazione a questa politica. In altre parole la necessità di una<br />

legislazione federale sul tema resta intatta. A parte i limiti alle emissioni globali, si registrano<br />

altre misure adottate a livello statale: oltre dieci Stati hanno misure per la riduzione delle<br />

emissioni dell’industria ed altrettanti hanno limiti alle emissioni degli autoveicoli; circa quindici<br />

hanno adottato incentivi per autoveicoli più efficienti, ventitre Stati hanno adottato obiettivi per<br />

la produzione elettrica da rinnovabili e altrettanti hanno preso misure per incentivare la<br />

produzione e l’uso di etanolo. Infine oltre quaranta Stati hanno adottato standard di efficienza<br />

energetica negli edifici.<br />

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