23.05.2013 Views

L'analisi - Enea

L'analisi - Enea

L'analisi - Enea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La prima fase dell’ETS era, fin dalla sua progettazione, considerata una fase di prova,<br />

necessaria a verificare la reazione dei mercati e delle industrie, ed a permettere successivi<br />

aggiustamenti riguardo ai volumi dei permessi di emissione da assegnare. La durata di soli tre<br />

anni della fase I era giustificata proprio da questa necessità prima di un’entrata a pieno regime<br />

del sistema: si può affermare che questa prima fase di apprendimento sta svolgendo appieno<br />

questo ruolo e permettendo di evidenziare una serie di problemi che dovranno essere risolti in<br />

seguito. Rispondendo all’articolo 30 della Direttiva ETS, la Commissione ha presentato al<br />

Parlamento e al Consiglio Europeo un rapporto sull’EU ETS, sulla sua efficacia e su eventuali<br />

proposte di miglioramento (COM(2006)676). Alcune aree sono segnalate come potenzialmente<br />

suscettibili di modifiche per la fase II, anche sulla base delle opinioni espresse dalle varie parti<br />

sociali:<br />

- estensione dell’ETS ad altre aree di attività (es. trasporti aerei) e altri gas di serra (ad<br />

esempio N2O dalla produzione di ammoniaca e metano dalle miniere di carbone);<br />

- ulteriore armonizzazione e maggiore prevedibilità (tramite forme di asta dei permessi di<br />

emissione, soluzioni al problema dei nuovi entranti o delle chiusure di impianti,<br />

armonizzazione dei metodi di assegnazione, adozione di un tetto complessivo alle<br />

emissioni per l’Unione Europea dopo il 2012);<br />

- sistemi più robusti per assicurare l’applicazione della Direttiva, corredati da eventuali<br />

schemi sanzionatori;<br />

- partecipazione di paesi terzi in quanto associati allo schema europeo (il riferimento è ai<br />

sistemi di emission trading in fase di progettazione in California e alcuni Stati del nordest<br />

degli Stati Uniti, o in alcuni stati dell’Australia).<br />

La Commissione si è impegnata a produrre un insieme di proposte legislative per la revisione<br />

della Direttiva ETS nella seconda metà del 2007. Le modifiche tuttavia dovrebbero entrare in<br />

vigore nel 2013, all’inizio della fase III dell’ETS.<br />

La Fase II e la preparazione dei nuovi Piani Nazionali di Assegnazione (PNA)<br />

In vista della Fase II, che dovrebbe aprirsi nel 2008 fino al 2012, i paesi membri dovevano<br />

presentare alla Commissione i nuovi PNA per il periodo 2008-12 entro il 30 giugno 2006. Alla<br />

fine di gennaio 2007 non risultavano ancora notificati alla Commissione i piani per la<br />

Danimarca e la Bulgaria (che con la Romania ha appena fatto il suo ingresso nella UE): il PNA<br />

italiano è stato presentato il 18 dicembre 2006.<br />

Una volta presentati i PNA, la Commissione ha tre mesi per valutarli ed esprimere le proprie<br />

osservazioni. La Commissione teneva molto a completare la valutazione dei PNA entro la fine<br />

del 2006 in modo che le condizioni di partenza per la seconda fase 2008-2012 fossero chiare e<br />

note agli operatori di mercato con un certo anticipo sull’inizio del nuovo ciclo di scambi il1<br />

gennaio 2008.<br />

I dati per il 2005 dovevano fornire la base per correggere le stime dei fabbisogni di permessi.<br />

Dati i risultati resi noti a maggio 2006, la Commissione Europea ha fatto intendere che, per<br />

rispettare lo spirito e gli obiettivi della Direttiva ETS (ovvero un cospicuo contributo alla<br />

riduzione delle emissioni prevista dagli impegni di Kyoto), i nuovi PNA avrebbero dovuto essere<br />

più rigorosi e che in fase di approvazione essa stessa avrebbe usato un atteggiamento meno<br />

permissivo che in passato, specialmente verso i paesi che nella prima fase erano stati più<br />

generosi con le loro industrie.<br />

Il 29 novembre 2006 la Commissione ha comunicato la sua decisione rispetto a un primo<br />

gruppo di 10 PNA. Questi riguardavano Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania,<br />

Lussemburgo, Malta, Slovacchia, Svezia e Regno Unito. IL 16 gennaio 2007 a questi si sono<br />

aggiunti il Belgio e l’Olanda. L’insieme di questi 12 paesi rappresenta il 50% dei permessi<br />

assegnati nella prima fase dell’ETS (per il 2005-2007). Allo scopo di riaffermare l’impegno<br />

europeo per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, ma anche in considerazione degli<br />

andamenti delle emissioni verificate nel 2005 e dei prezzi attuali dei permessi, la Commissione<br />

ha stabilito di ridurre globalmente i permessi di emissione del 7% rispetto ai livelli proposti dai<br />

PNA e del 7% rispetto ai livelli delle emissioni del 2005. Ovviamente lo stesso principio si<br />

applicherà agli altri PNA non ancora approvati (o non ancora presentati).<br />

111

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!