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L'analisi - Enea

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4.4 La via per Kyoto e le implicazioni dal sopranazionale al locale<br />

Nella legislazione comunitaria sono state di recente approvate importanti direttive su risparmio<br />

energetico, fonti rinnovabili, cogenerazione ed emission trading che di fatto introducono misure<br />

strutturali per il perseguimento degli obiettivi di Kyoto. Tutte le maggiori direttive introducono<br />

obiettivi indicativi mentre il Sistema di Emission Trading (ETS), che interessa circa il 45% delle<br />

emissioni all’interno dell’Unione, rappresenta un meccanismo di mercato che porterà nel<br />

periodo 2008-2012 ad un rispetto vincolante degli obiettivi comunitari da parte delle industrie<br />

interessate. È importante a questo proposito sottolineare la centralità e l’estrema importanza<br />

del meccanismo dell’ETS in quanto unico strumento vincolante esistente in un contesto dove è<br />

l’Unione Europea ad avere sottoscritto l’obiettivo di riduzione dell’8% e non i singoli Stati<br />

membri ai quali è stato assegnato un target nazionale a seguito dell’accordo di burden sharing<br />

comunitario. Questo spiega l’attenzione e la fermezza da parte della Commissione nel valutare<br />

i piani nazionali di assegnazione delle quote ai settori industriali.<br />

Di fronte ad uno strumento così efficace nel contenere le emissioni del settore industriale a<br />

livello europeo è importante che gli Stati nazionali, per non perdere di competitività a livello<br />

internazionale gravando l’obiettivo di Kyoto sul solo settore industriale, adottino delle politiche<br />

nei settori non inclusi nella Direttiva ETS. In particolare il settore dei trasporti ed il settore dei<br />

consumi energetici civili. L’introduzione di obiettivi vincolanti in questi settori necessita da un<br />

lato della creazione di consenso da parte dell’opinione pubblica nell’accettare politiche di<br />

contenimento delle emissioni e, dall’altro, della messa in efficienza della macchina<br />

amministrativa pubblica nel definire gli strumenti ed i livelli di sussidiarietà più adeguati per<br />

dare risposta alle future sfide dei cambiamenti climatici.<br />

Gli impegni internazionali derivanti dalla ratifica del Protocollo di Kyoto rappresenteranno, nello<br />

specifico della situazione italiana, da un lato una prova dell’attuale divisione delle competenze<br />

tra Stato e Regioni e, dall’altro, indurranno ad un processo di responsabilizzazione dei livelli di<br />

sussidiarietà più bassi dell’amministrazione pubblica: Regioni e Comuni. Al trasferimento di<br />

competenze alle Regioni in materia di energia, effetto delle riforme “Bassanini” e del Titolo V<br />

della Costituzione, dovrà necessariamente corrispondere, con modalità che verranno definite<br />

dall’azione politica, un pari trasferimento di responsabilità in materia di emissioni climalteranti.<br />

In sostanza la maggiore efficacia da parte dei livelli dell’amministrazione decentrata<br />

nell’attuare politiche di abbattimento delle emissioni di gas-serra, particolarmente evidenti nei<br />

settori dell’efficienza energetica, dei trasporti locali e nella generazione distribuita, dovrà<br />

essere attivata a seguito di un processo di ridefinizione delle reciproche competenze tra Stato<br />

e Regione.<br />

In questi anni abbiamo assistito al trasferimento di competenze in materia d’energia alle<br />

Regioni senza la necessaria dotazione da parte dell’amministrazione centrale di strumenti di<br />

regolazione e sintesi delle politiche nazionali. Non si è assistito, cioè, ad una efficace<br />

elaborazione di linee guida a livello centrale per permettere alle amministrazioni decentrate di<br />

dotarsi di strumenti adeguati e metodologie di regolazione compatibili a livello nazionale.<br />

D’altra parte lo Stato non ha messo in atto strumenti di contabilità delle emissioni a livello<br />

regionale, elemento base per permettere la delega a livelli più bassi di sussidiarietà, e non si<br />

dispone quindi di strumenti di monitoraggio delle politiche messe in atto a livello centrale.<br />

Tabella 4.5 – Emissioni di gas climalteranti in Italia: dati storici, scenario di riferimento al 2010<br />

e obiettivo di Kyoto (Mt CO2 eq.)<br />

Emissioni 1990 519,5<br />

Emissioni 2000 554,6<br />

Emissioni 2004 580,7<br />

Scenario Riferimento 2010 587,3<br />

Obiettivo Kyoto 485,7<br />

Distanza Obiettivo (Emissioni 2004 – Obiettivo) 95,0<br />

Fonte: MSE MATT PNA2 18 dicembre 2006<br />

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