23.05.2013 Views

L'analisi - Enea

L'analisi - Enea

L'analisi - Enea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

– il progetto di cosiddetti Advanced Burner Reactors, reattori veloci in grado di produrre<br />

energia utilizzando combustibile nucleare proveniente dal ritrattamento;<br />

– la creazione di un programma per la fornitura di combustibile nucleare che permetta ai<br />

paesi in via di sviluppo di utilizzare l’energia nucleare in maniera economicamente<br />

vantaggiosa, minimizzando, nel contempo, i rischi di proliferazione nucleare;<br />

– lo sviluppo e la costruzione di reattori di piccola taglia (tipo il sopramenzionato IRIS) per<br />

venire incontro alle necessità dei paesi in via di sviluppo;<br />

– il miglioramento delle salvaguardie in campo nucleare per aumentare la resistenza alla<br />

proliferazione e la sicurezza di un mercato dell’energia nucleare in espansione.<br />

In particolare, appare rilevante, in questo contesto, il cambiamento di strategia americana<br />

riguardo il ciclo del combustibile e le tecnologie di ritrattamento del combustibile. Come è noto,<br />

dopo che l’Amministrazione Carter aveva deciso di non costruire impianti di ritrattamento per<br />

usi civili, al fine di ridurre il rischio di proliferazione a scopi militari, il divieto di ritrattamento<br />

vige tuttora per i circa 100 reattori degli USA, con gravi conseguenze per la disponibilità di<br />

combustibile e, soprattutto, per la necessità di sempre più numerosi e/o più grandi depositi per<br />

il combustibile irraggiato. Con questa decisione storica, gli USA si allineano agli altri paesi con<br />

rilevanti programmi nucleari, come Francia, Gran Bretagna, Giappone, Russia e Cina, che<br />

dispongono di una capacità autonoma per il ritrattamento del combustibile nucleare.<br />

Per quanto riguarda più specificamente l’Unione Europea, l’ultimo Libro Verde “Una strategia<br />

europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura” pubblicato nel 2006, riconosce che<br />

“l’energia nucleare, attualmente, contribuisce a circa un terzo della produzione di energia<br />

elettrica dell’UE e rappresenta oggi la maggior fonte di energia senza emissioni di carbonio in<br />

Europa”. Da qui l’impegno della Commissione Europea sulla fissione nucleare avanzata -<br />

tramite l’Euratom - anche nell’ambito del settimo programma quadro appena iniziato.<br />

La fusione nucleare<br />

L’utilizzo delle reazioni di fusione nucleare è un possibile metodo di produzione di energia, in<br />

fase di sviluppo da circa 50 anni. In tale tipo di reazioni due nuclei di elementi leggeri<br />

(tipicamente deuterio e trizio, isotopi dell'idrogeno) si fondono per formare un nucleo di un<br />

elemento più pesante (tipicamente particelle α, cioè nuclei di elio) con produzione di energia<br />

sotto forma di particelle energetiche (tipicamente neutroni). Tale forma di produzione di<br />

energia presenta molte caratteristiche positive rispetto alle altre fonti e, in particolare,<br />

condivide con l’altra fonte di natura nucleare, la fissione, la caratteristica di non produrre gasserra.<br />

Rispetto alla fissione, inoltre, presenta una forte attenuazione delle problematiche<br />

connesse con la produzione di residui radioattivi, gli impianti sono intrinsecamente sicuri e il<br />

combustibile è praticamente inesauribile e uniformemente distribuito sulla Terra.<br />

Le reazioni di fusione termonucleare hanno luogo quando il combustibile viene portato a<br />

sufficiente densità e a temperature elevatissime (decine o centinaia di milioni di gradi). In tale<br />

condizione la materia è in uno stato particolare, detto plasma, costituito da un gas di ioni ed<br />

elettroni indipendenti, dominato da interazioni di tipo elettrico e magnetico.<br />

Gli sviluppi si basano su due schemi principali.<br />

Nel primo (fusione a confinamento magnetico) si confina il plasma all’interno di un contenitore<br />

per tempi lunghi mediante particolari configurazioni di campo magnetico. La densità del plasma<br />

è piuttosto bassa perché ad essa è legata la pressione del plasma stesso che deve essere<br />

contenuta dalle strutture della macchina. Nella fusione a confinamento magnetico, le ricerche<br />

finora condotte hanno portato: a) a una buona conoscenza dei fenomeni del plasma e del loro<br />

controllo; b) a una determinazione di leggi di scala che consentono di prevedere il<br />

comportamento del plasma del reattore; c) a uno sviluppo di buona parte delle tecnologie e dei<br />

metodi di fabbricazione necessari per il reattore.<br />

Nell’altro schema (fusione inerziale) non si confina il plasma ma lo si comprime e riscalda<br />

mediante mezzi esterni (ad es. irradiandolo con un laser) e lo si lascia poi espandere<br />

liberamente utilizzando l’energia emessa dalle reazioni nucleari nel breve periodo della fase<br />

calda e densa. È questo lo schema di funzionamento delle bombe ad idrogeno, fatte esplodere<br />

per la prima volta nel 1952 dagli Stati Uniti.<br />

357

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!