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L'analisi - Enea

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Per quanto riguarda la tecnologia per gli impianti supercritici (SC) due sono le possibilità per<br />

effettuare la cattura della CO2. Un primo approccio prevede di operare con impianti<br />

convenzionali con combustione ad aria attraverso sistemi di cattura post-combustione. Si<br />

utilizzano solventi liquidi operanti a bassa temperatura con meccanismi simili a quelli utilizzati<br />

nella desolforazione (per esempio ammine) sui fumi raffreddati all’uscita dalla caldaia.<br />

Il sistema si completa con l’unità di rigenerazione del solvente e con quella di trattamento e<br />

pressurizzazione della CO2 (figura 5.71).<br />

Figura 5.71 – Schema di impianto supercritico con cattura della CO2 per assorbimento sui fumi<br />

Coal<br />

Aria<br />

Un secondo sistema considera l’utilizzo di ossigeno come comburente (oxyfuel o<br />

denitrogenazione) e opera con la semplice condensazione del vapor d’acqua nei fumi<br />

raffreddati all’uscita dalla caldaia (figura 5.72).<br />

Le portate in gioco sono notevolmente ridotte dall’assenza dell’azoto nei fumi, le unità di<br />

trattamento fumi sono quindi ridimensionate rispetto al caso di alimentazione ad aria<br />

comburente. La concentrazione della CO2 a valle è abbastanza elevata (85%) tale da essere<br />

inviata, previo trattamento, all’unità di essiccamento e pressurizzazione fino alle pressioni<br />

necessarie per lo stoccaggio definitivo (maggiori di 80 bar).<br />

Figura 5.72 – Schema di impianto oxyfuel SC con separazione della CO2 per condensazione<br />

Coal<br />

O2<br />

CALDAIA<br />

Atmosferica<br />

CALDAIA<br />

Atmosferica<br />

Ricircolo Gas<br />

Flue GAS<br />

Flue GAS<br />

Trattamento fumi MEA<br />

SCRUBBING<br />

Trattamento fumi Condensazione<br />

H2O<br />

Cicli combinati avanzati<br />

Nel lungo periodo potrebbero aversi impianti con prestazioni energetiche ed ambientali<br />

decisamente superiori se venissero risolti i problemi che ancora impediscono la diffusione delle<br />

celle a combustibile (fuel cell – FC) ad alta temperatura su impianti di grande potenza.<br />

Sono infatti allo studio diverse tipologie di impianti che integrano celle a combustibile ad ossidi<br />

solidi (SOFC) o a carbonati fusi (MCFC) in impianti di potenza complessi, comprendenti ad<br />

esempio processi di gassificazione del carbone e cicli combinati gas-vapore, il tutto per<br />

produrre energia elettrica e idrogeno con la cattura della CO2. Grazie alle performance delle<br />

celle a combustibile è possibile, in linea teorica, ottenere prestazioni ambientali e energetiche<br />

particolarmente elevate, con rendimenti elettrici che potrebbero anche arrivare al 70%.<br />

L’immagazzinamento della CO2 in siti geologici appare, allo stato attuale, la migliore via<br />

possibile per la gestione della CO2 prodotta a seguito dell’utilizzo delle fonti fossili, in quanto le<br />

alternative (quali l’utilizzo della CO2 in attività industriali, implementazione dei cicli naturali di<br />

forestazione e riforestazione ecc.) appaiono del tutto velleitarie in ragione delle enormi<br />

quantità di CO2 in gioco. Attualmente le emissioni di CO2 relative agli usi energetici dei<br />

combustibili fossili in Italia superano le 450 milioni di tonnellate per anno.<br />

344<br />

CO2<br />

CO2

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