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L'analisi - Enea

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Figura 2.15 – Consumi energetici totali (in Mtep), intensità energetica e di carbonio<br />

(1990=100) per l’UE-25. Anni 1990-2030<br />

2000<br />

1750<br />

1500<br />

1250<br />

1000<br />

750<br />

500<br />

250<br />

0<br />

1990 2000 2010 2020 2030<br />

Fonte: NTUA - European Energy and Transport: Trends to 2030 – update 2005. EC DG TREN, 2006<br />

L’andamento della domanda totale di energia primaria dell’UE-25 fino al 2030 è illustrata dalla<br />

figura 2.15. Come si vede la domanda cresce leggermente fino al 2020 per poi stabilizzarsi, in<br />

parte grazie alle dinamiche demografiche della regione.<br />

La composizione per fonti vede ancora una presenza preponderante delle fonti fossili, tuttavia<br />

in diminuzione dall’80% nel 2000 al 77% nel 2030. Al loro interno il gas continua a crescere<br />

(dal 22,8% nel 2000 al 27,3% nel 2030), il petrolio si riduce (dal 38,4% al 33,8%), il carbone<br />

diminuisce fino al 2020 (dal 18,5 nel 2000 al 13,8% nel 2020) per tornare a crescere<br />

leggermente fino al 15,5% nel 2030. L’apporto del nucleare scende leggermente (dal 14,4%<br />

all’11,1%) per la chiusura di alcuni impianti obsoleti ed il mantenimento di una politica di<br />

phase-out in molti paesi dell’UE. Cambiamenti di un certo rilievo si vedono nella quota delle<br />

fonti rinnovabili, che si raddoppia (dal 5,8% nel 2000 al 12,2% nel 2030), senza però<br />

raggiungere l’obiettivo stabilito dall’UE per il 2010 (20% nel 2020).<br />

Se da un lato la situazione migliora leggermente dal punto di vista della quota di fonti<br />

domestiche e a basso tenore di carbonio (dal 20% nel 2000 al 23% nel 2030), dall’altro la<br />

dipendenza energetica complessiva peggiora (dal 50% attuale a circa il 65% nel 2030) a causa<br />

della riduzione della produzione interna di fonti fossili.<br />

Per quanto riguarda l’intensità energetica, ad una crescita del PIL del 79% dal 2000 al 2030 si<br />

affianca un aumento dei consumi energetici di “appena” il 15%, con conseguente riduzione<br />

dell’intensità energetica dell’1,5% annuo. L’intensità di carbonio si riduce anch’essa, ma in<br />

misura molto minore, fino al 2020 per riprendere a salire leggermente dopo tale data, a causa<br />

di una progressiva sostituzione degli impianti nucleari più obsoleti con nuove centrali a<br />

carbone. In questo scenario, le emissioni complessive di CO2 nel 2030 sono superiori del 5% al<br />

livello del 1990.<br />

La domanda finale cresce soprattutto nei servizi (+49% dal 2000 al 2030) e nel settore<br />

residenziale (+29%), mentre rallenta progressivamente la crescita nei trasporti (+21%),<br />

settore dove, peraltro, a parte una piccola quota di biocarburanti, nel periodo considerato non<br />

emergono combustibili alternativi al petrolio. Nell’industria la domanda cresce solo del 19% a<br />

seguito di una modifica della struttura produttiva verso attività a più alto valore aggiunto, ma<br />

ad intensità energetica inferiore: l’intensità energetica in questo settore scende dell’1,2%<br />

annuo fino al 2030.<br />

La domanda elettrica cresce del 51% fra il 2000 ed il 2030, il che richiede una parallela<br />

espansione del parco di generazione. Tuttavia, una parte crescente di questa domanda viene<br />

soddisfatta da impianti a cogenerazione di energia elettrica e calore, da impianti ad energia<br />

rinnovabile e da centrali a gas (figura 2.16).<br />

88<br />

100<br />

75<br />

50<br />

25<br />

0<br />

renewables<br />

nuclear<br />

natural gas<br />

oil<br />

solids<br />

carbon intensity<br />

energy intensity

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