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L'analisi - Enea

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Le strutture geologiche che offrono le maggiori potenzialità per il confinamento permanente<br />

della CO2 sono i pozzi esauriti di gas naturale o petrolio (oggi già utilizzati per l’accumulo delle<br />

riserve strategiche del gas naturale) oppure i cosiddetti acquiferi salini profondi (zone<br />

geologicamente stabili con presenza di acqua e sali disciolti nel sottosuolo a grande profondità)<br />

stabili e non in comunicazione con le acque superficiali.<br />

Tra le tecniche per l’immagazzinamento della CO2 è necessario citare anche l’EOR (Enhanced<br />

Oil Recovery), che prevede l’immissione di CO2 nei giacimenti di petrolio, per poterli sfruttare<br />

al massimo ed aumentarne la produzione, l’EGR (Enhanced Gas Recovery, come sopra per i<br />

giacimenti di gas naturale) e l’ECMB (Enhanced Coal Bed Methane, che prevede l’immissione di<br />

CO2 su giacimenti di carbone profondi, non passibili di una coltivazione diretta, per poterne<br />

ricavare metano). Si tratta di processi produttivi (EOR e EGR già utilizzati su scala industriale)<br />

riconducibili alla re-immissione del carbonio nel sottosuolo, tuttavia nel contesto della Carbon<br />

Sequestration appaiono come tecnologie ‘spurie’, senz’altro di interesse ma non proponibili su<br />

scala planetaria. Infatti l’esigenza primaria è la sicurezza del confinamento della CO2 su tempi<br />

elevatissimi, prevenendo sia un possibile lento rilascio verso l’atmosfera sia un rilascio più<br />

rapido, anche in presenza di eventi sismici, che potrebbe avere serie conseguenze per la<br />

sicurezza.<br />

5.3.4 Idrogeno e celle a combustibile<br />

Descrizione e stato dell’arte<br />

Le tematiche dell’idrogeno e delle celle a combustibile hanno assunto negli ultimi anni un<br />

rilievo crescente, sia a livello internazionale che nazionale, in virtù del contributo che la<br />

diffusione delle relative tecnologie può dare in prospettiva allo sviluppo di un sistema<br />

energetico sostenibile e delle opportunità industriali ad esse correlate. L’idrogeno, infatti, è un<br />

vettore energetico che può essere prodotto a partire da fonti diverse, sia fossili che rinnovabili,<br />

ed essere utilizzato in numerose applicazioni, sia stazionarie che mobili, senza emissioni<br />

dannose per l’ambiente. Le celle a combustibile, a loro volta, sono la tecnologia d’elezione per<br />

l’impiego dell’idrogeno, ma possono utilizzare anche altri combustibili (gas naturale, gas<br />

derivante da carbone, biomasse, rifiuti) con elevata efficienza e impatto ambientale molto<br />

limitato.<br />

5.3.4.1 Idrogeno<br />

Pur essendo l’idrogeno ampliamente utilizzato nell’industria (circa 500 miliardi di m 3 /anno), il<br />

suo impiego come vettore comporta mutamenti sostanziali nel sistema energetico e richiede<br />

tempi lunghi e investimenti ingenti, per lo sviluppo delle tecnologie (nelle varie fasi che vanno<br />

dalla produzione, al trasporto, distribuzione e accumulo, all’utilizzo) e delle infrastrutture<br />

necessarie e per la graduale introduzione nel mercato.<br />

La produzione da fossili (gas naturale, carbone) è un passaggio essenziale per lo sviluppo<br />

dell’idrogeno nel medio termine e costituisce un ponte verso la produzione da fonti rinnovabili<br />

in una prospettiva più lontana. Le tecnologie sono in parte disponibili, anche se vanno<br />

ottimizzate (costi, efficienze, impatto ambientale) per una produzione di idrogeno su vasta<br />

scala. Il loro impiego e la loro diffusione nel medio termine sono condizionati dalla<br />

dimostrazione della fattibilità e della accettabilità del confinamento della CO2.<br />

Diversi sono i processi utilizzabili per produrre idrogeno da fonti rinnovabili, a partire dalle<br />

biomasse (gassificazione o pirolisi, con eventuale separazione della CO2; processi biologici di<br />

fermentazione) o dall’acqua (elettrolisi, dissociazione dell’acqua mediante processi<br />

termochimici alimentati da energia solare, processi fotoelettrochimici). Tali processi sono tra<br />

loro molto diversi e con differente stato di sviluppo, ma richiedono tutti un intenso sforzo di<br />

ricerca e dimostrazione e la loro diffusione può essere prevista nel medio-lungo termine.<br />

L’impiego dell’idrogeno come vettore energetico richiede la disponibilità dello stesso a costi<br />

competitivi per le diverse utenze, con la soluzione dei problemi connessi con il suo trasporto e<br />

la sua distribuzione. Anche se esiste un’ampia esperienza industriale, e gran parte delle<br />

tecnologie sono disponibili (trasporto di idrogeno liquido o gassoso su strada, idrogenodotti),<br />

sono necessari sensibili miglioramenti tecnici, economici e di sicurezza per il loro impiego su<br />

vasta scala.<br />

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