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L'analisi - Enea

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Da un punto di vista delle emissioni si deve pensare come contributo di riduzione del settore<br />

sorgente dell’industria energetica (termoelettrico). Questo ovviamente complica le valutazioni,<br />

per cui in questa fase, in prima approssimazione, le riduzioni di emissioni dovute ad esempio<br />

alle misure di risparmio di energia elettrica, vengono conteggiate nel settore finale di<br />

riferimento. D’altra parte questo è stato il metodo ufficiale utilizzato nella definizione dei Piani<br />

nazionali di riduzione delle emissioni e nelle delibere CIPE relative agli impegni di Kyoto.<br />

Come misure orizzontali si considera il prolungamento dei decreti per l’efficienza energetica<br />

negli usi finali del 2005. La valutazione di questa misura, al 2012, viene effettuata<br />

considerando tre ipotesi sugli obblighi di risparmio energetico:<br />

- Ipotesi alta, si considerano gli obblighi del periodo 2010–2012 in aumento rispetto a quelli<br />

decisi per il 2009;<br />

- Ipotesi media, si ipotizza che gli obblighi, nel periodo considerato, rimangano uguali a<br />

quelli del 2009;<br />

- Ipotesi bassa, si ipotizza un valore degli obblighi inferiore rispetto a quelli del 2009.<br />

In tutti i tre casi per la definizione dei nuovi obblighi si tiene conto dell’andamento di questi nel<br />

periodo precedente 2005–2009.<br />

Inoltre, la misura del prolungamento degli obiettivi di risparmio potrà tenere conto del<br />

recepimento della direttiva europea sull’efficienza degli usi finali dell’energia. In pratica si<br />

ipotizza di utilizzare il sistema dei certificati bianchi come strumento di attuazione di parte di<br />

questa misura. L’articolazione delle tre ipotesi tiene conto di un diverso grado di recepimento<br />

di questa misura e della possibile sovrapposizione degli effetti con il recepimento della direttiva<br />

sulla progettazione ecocompatibile.<br />

Per il settore civile si fa riferimento al decreto legislativo sul rendimento energetico degli edifici<br />

e a una ipotesi, di cui si discute, di una sua revisione. La misura riguarda sia gli edifici esistenti<br />

che i nuovi edifici. Per gli edifici esistenti si considerano diverse ipotesi di interventi di<br />

riqualificazione energetica, all’interno del quadro dei tassi annui di ristrutturazione delle<br />

abitazioni. Per i nuovi edifici si tiene conto di diversi valori di incremento annuo di nuove<br />

costruzioni.<br />

Per il settore industriale si considerano gli effetti dovuti alla sostituzione di motori e sistemi<br />

elettrici più efficienti. Per i motori elettrici si tiene conto di diversi tassi di sostituzione dei<br />

motori esistenti con motori più efficienti. Per i variatori di velocità si tiene conto di diverse<br />

acquisizioni del potenziale tecnico disponibile.<br />

Per i trasporti, settore che presenta peculiarità e difficoltà di intervento oggettive, oltre che<br />

ritardi nell’attuazione delle politiche, si considerano solo interventi legati al sistema dei<br />

certificati bianchi.<br />

Le misure inserite nella legge finanziaria 2007, sia gli incentivi, che le detrazioni fiscali, che i<br />

fondi, vengono ritenute di accompagnamento e copertura finanziaria per la diffusione degli<br />

interventi di risparmio energetico e di indirizzo per un proseguimento e rafforzamento delle<br />

misure in questi settori. Considerando questo quadro si può ottenere un primo ordine di<br />

grandezza del risparmio energetico e del contributo alle riduzioni delle emissioni di gas serra.<br />

La valutazione va letta nel senso di valutare l’impatto di un insieme possibile di politiche e<br />

misure atto a contribuire alla diminuzione della domanda energetica nazionale con<br />

conseguente aumento della sicurezza energetica e contributo al raggiungimento dell’obiettivo<br />

nazionale del Protocollo di Kyoto. Nelle tre ipotesi esplorate la diminuzione dei consumi<br />

energetici in termini primari risulta significativa. Considerando il 2012 si va da un valore di 6,5<br />

Mtep a uno di 10,6 Mtep. Questi valori, letti in termine di riduzione della domanda primaria si<br />

traducono, tenendo conto dello scenario tendenziale al 2012, in una diminuzione percentuale<br />

che va da un valore di circa il 3% al 5%. Il contributo di queste misure alla riduzione dei gas<br />

serra, letto come valore medio annuo per il periodo 2008-2012, va da 11,7 Mt CO2 eq. a 16 Mt<br />

CO2 eq (tabella 7.7 e figura 7.6).<br />

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