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L'analisi - Enea

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trasporti marittimi ed aerei (per difficoltà di calcolo) e delle industrie energy intensive in<br />

quanto già coperte dalla Direttiva Emission Trading. Tutti i tipi di energia sono inclusi.<br />

La pubblica amministrazione dei paesi membri dovrà giocare un ruolo di esempio nel<br />

perseguire questi obiettivi. Ciò significa non solo adottare nei propri edifici e nella propria<br />

attività misure dirette di risparmio energetico ma anche adottare e pubblicare, negli appalti<br />

pubblici e nei propri acquisti di apparecchiature, veicoli e edifici, linee guida che tengano conto<br />

di queste esigenze di risparmio energetico. In alternativa potranno utilizzare altri strumenti<br />

come la diagnosi energetica (e applicare le raccomandazioni risultanti) o i contratti di servizio<br />

basati su criteri di rendimento energetico.<br />

Gli Stati membri inoltre dovranno:<br />

- costruire e organizzare sistemi di qualificazione, accreditamento o certificazione<br />

adeguati per i fornitori di servizi energetici e di miglioramento dell’efficienza<br />

energetica;<br />

- assicurare la disponibilità di sistemi di diagnosi energetica indipendenti e di qualità,<br />

anche per le piccole utenze domestiche o commerciali;<br />

- modificare o rimuovere impedimenti legislativi all’uso di strumenti finanziari come il<br />

finanziamento tramite terzi o i contratti di rendimento energetico;<br />

- rimuovere dagli schemi di regolamentazione delle tariffe incentivi indebiti<br />

all’aumento dei volumi di energia trasmessi o venduti;<br />

- assicurare la disponibilità di sistemi accurati di rilevazione dei consumi nonché la<br />

trasparenza dell’informazione contenuta nelle bollette;<br />

- utilizzare ove necessario fondi di finanziamento come opzione per sussidi<br />

all’adozione di misure di efficienza energetica.<br />

La Direttiva richiede al settore privato (in particolare ai distributori di energia) di offrire ai<br />

propri clienti servizi e misure di risparmio energetico o di miglioramento dell’efficienza<br />

energetica a prezzi competitivi. Tali servizi e misure potranno comunque essere forniti da<br />

qualunque soggetto competente, come le società di servizi energetici (ESCO), gli installatori di<br />

impianti o i consulenti energetici.<br />

La Commissione si impegna ad elaborare un metodo omogeneo per il calcolo dei miglioramenti<br />

di efficienza energetica, che permetta anche di includere alcuni tipi di azioni realizzati in<br />

anticipo rispetto alla normativa.<br />

La scelta riguardante i settori economici su cui dirigere prioritariamente gli sforzi, e su quali<br />

siano gli obiettivi settoriali di miglioramento spetta agli Stati membri. Questi hanno l’obbligo di<br />

redigere periodicamente dei Piani d’Azione in Materia di Efficienza Energetica (PAEE) con<br />

l’indicazione dell’obiettivo nazionale intermedio adottato per il risparmio energetico e della<br />

strategia che intendono perseguire a tal fine. I piani sono presentati alla Commissione entro il<br />

30 Giugno del 2007, del 2011 e del 2014.<br />

Il termine massimo per l’accoglimento di questa Direttiva nella legislazione nazionale è il<br />

17/05/2008.<br />

L’Action Plan on Energy Efficiency<br />

Presentato dalla Commissione il 19 ottobre 2006, il Piano parte dalla constatazione che,<br />

nonostante gli alti prezzi dell’energia e la crescente preoccupazione per l’ambiente, l’Europa<br />

continua a sprecare almeno il 20% dell’energia che consuma, se non di più. Tanta è, infatti,<br />

l’energia che potrebbe essere risparmiata adottando una serie di accorgimenti relativamente<br />

modesti, utilizzando tecnologie già disponibili sul mercato e cambiando leggermente le<br />

abitudini.<br />

Tale potenziale di risparmio netto era già stato indicato nel Libro Verde sull’efficienza<br />

energetica (Doing More with Less – giugno 2005) in circa 60 miliardi €/anno, ma potrebbe<br />

raggiungere i 100 miliardi €/anno entro il 2020. La percentuale di risparmio potenziale è simile<br />

(intorno al 25-30%) nei principali settori di consumo (residenziale, terziario, trasporti,<br />

industria) pur essendo già più sfruttato nell’industria. Tale risparmio, se realizzato,<br />

implicherebbe anche minori emissioni di CO2 per 780 milioni di tonnellate l’anno.<br />

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