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L'analisi - Enea

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CAPITOLO 8<br />

I BIOCARBURANTI<br />

Negli ultimi anni, sull’onda dei continui aumenti del prezzo del petrolio e del riacutizzarsi<br />

dei problemi ambientali legati all’uso pressoché esclusivo dei combustibili fossili nel<br />

settore dei trasporti, si è assistito ad una crescente ripresa di interesse per la produzione<br />

e utilizzazione, anche nel nostro Paese, dei cosiddetti “biocarburanti”, carburanti liquidi o<br />

gassosi ottenuti da processi di trasformazione chimica o biologica di biomasse di varia<br />

natura (prodotti agricoli, residui e reflui agroindustriali e zootecnici ecc.).<br />

La produzione di biocarburanti rappresenta in molti paesi europei ed extraeuropei una<br />

realtà diffusa e consolidata da molti anni, ed alimenta un mercato in continua espansione.<br />

I motivi che hanno portato a questa situazione sono certamente molteplici, ma è fuori di<br />

dubbio che, oltre alle motivazioni di carattere ambientale e a quelle, quanto mai attuali,<br />

legate alla sicurezza e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico,<br />

un fattore importante è rappresentato dalle nuove prospettive che la produzione di<br />

biocarburanti apre per il settore agricolo.<br />

Per quel che riguarda in particolare l’Unione Europea, infatti, i temi della produzione e<br />

dell’impiego dei biocarburanti rivestono un ruolo importante nella definizione della nuova<br />

politica energetica ed ambientale, e l’importanza del settore è stata riconosciuta con<br />

l’emanazione della Direttiva n. 2003/30/CE dell’8 maggio 2003, che prevedeva il<br />

raggiungimento per ogni Stato membro di obiettivi indicativi di sostituzione dei carburanti<br />

derivanti dal petrolio con biocarburanti e/o altri carburanti da fonti rinnovabili per una<br />

quota pari al 2% (sulla base del contenuto energetico) nel 2005 fino al 5,75% nel 2010.<br />

L’Italia ha recepito questa Direttiva con il decreto legislativo n. 128 del 30 maggio 2005,<br />

stabilendo però in tale contesto obiettivi indicativi nazionali più bassi (pari<br />

rispettivamente all’1% entro il 31 dicembre 2005 e al 2,5% entro la fine del 2010), che<br />

sono stati successivamente riportati a valori sostanzialmente uguali a quelli della<br />

Direttiva Europea con la legge 11 marzo 2006, n. 81 che stabiliva l’obbligo, per i<br />

distributori di carburante che operano sul territorio nazionale, di immettere sul mercato<br />

benzina e gasolio contenenti percentuali crescenti di biocarburanti (fino al 5% nel 2010) a<br />

partire dal 1 luglio 2006.<br />

Sia la direttiva europea, sia il decreto legislativo n. 128/2005 contengono un lungo elenco<br />

di prodotti potenzialmente utilizzabili come biocarburanti (tabella 8.1), ma, allo stato<br />

attuale della tecnologia, gli unici utilizzati su larga scala sono il biodiesel o FAME (miscela<br />

di esteri metilici di acidi grassi), generalmente prodotto a partire da oli vegetali, l’etanolo<br />

(o meglio, bioetanolo, per distinguerlo dall’alcol etilico di sintesi ottenuto per idratazione<br />

dell’etilene), ottenuto dalla fermentazione di materie prime zuccherine (canna da<br />

zucchero, barbabietola) o amidacee (mais, grano ecc.) o direttamente dalla distillazione<br />

di sottoprodotti dell’industria vinicola (vinacce e vini di bassa qualità) e il suo derivato<br />

ETBE, etere etil ter-butilico, considerato come biocarburante per il 47% in peso,<br />

corrispondente al contenuto in etanolo.<br />

Esistono comunque alcuni esempi significativi di utilizzazione di biogas (miscela di gas<br />

con elevato contenuto di metano, prodotta dalla fermentazione anaerobica di reflui<br />

zootecnici, biomasse vegetali umide ed altri materiali organici) compresso in bombole per<br />

l’alimentazione di autobus adibiti al trasporto pubblico (Svezia, Francia), come pure di<br />

impiego di oli vegetali puri per l’alimentazione di motori diesel, opportunamente<br />

modificati, in genere di trattori e altre macchine agricole (Austria, Germania), ma si tratta<br />

in ogni caso di iniziative di dimensioni limitate e sostanzialmente a carattere<br />

dimostrativo.<br />

Di conseguenza, le problematiche relative alla produzione industriale e al mercato dei<br />

biocarburanti a livello mondiale, europeo e nazionale sono sostanzialmente riconducibili<br />

alle due filiere bioetanolo/ETBE e biodiesel.<br />

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