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LEGGENDE DELLE ALPI
vedendola le porse il mazzo, poi disse un nome solo:
Fenette, e cadde morto vicino alla fanciulla, che non
ebbe più nella vita felicità e sorrisi. Non v'è persona
dal cuor gentile che non ricordi il triste caso vedendo
le meravigliose ninfee del Rodano, come pure dura fra
molta gente ancora la tema delle malefiche Fenettes (i).
Crudeli al pari delle fanciulle misteriose del Rodano,
sono le Samovile o Samodive bulgari di cui già tenni
parola. Vuoisi che una fanciulla chiamata Neda, nel-
l'appressarsi ad una fontana ai piedi di una montagna,
calpestò i fiori della samovila. La samovila che dimo-
rava nel bosco andò incontro a Neda e le chiese i suoi
grandi occhi neri (2).
Una leggenda bellissima sui fiori delle montagne ci
vien detta dall'Heine nei Reìsebildcr. Di certo, mentre
egli viaggiava sui monti dell'Harz, udì narrare della
(i) Alfred Céresole, Op. cit.
(2) Dora d'Istria, La nationalité bulgare d'après les chants popu-
laires. — Revue des deux mondes, 1868,, pag. 336.