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Leggende delle Alpi - Centrostudirpinia.It

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342<br />

LEGGENDE DELLE ALPI<br />

mente la vinse una compassione infinita per quel mo-<br />

ribondo, che le ripeteva collo sguardo la sua preghiera,<br />

ed ella promise di farsi monaca. Dopo la morte del<br />

padre mantenne la parola data e respinse inesorabilmente<br />

Bertoldo; ma non pare che ella abbia potuto<br />

dimenticare il suo dolce amore, perchè si duole ancora<br />

dopo molti secoli, come pure non sembra che il suo<br />

sacrifizio abbia salvato suo padre dall'eterna danna-<br />

zione, poiché secondo la leggenda, egli ha qualche cosa<br />

di diabolico nell'aspetto, mentre la segue fra le rovine<br />

della vecchia torre.<br />

Altre leggende narrano che sotto i ruderi del castello<br />

di Aigremont, che appartenne al feroce conte, si tro-<br />

vino immense ricchezze in certi sotterranei, nei quali<br />

è assai pericoloso entrare. Anche di questo castello di-<br />

cesi ancora che era divenuto proprietà dei signori di<br />

Pontverre, che pure ebbero fama leggendaria sulle <strong>Alpi</strong><br />

di Savoia. Essendo stato assalito dai Vallesani fu in-<br />

cendiato, ed una <strong>delle</strong> figlie del feudatario chiamata<br />

Isabella, mise quanto essa possedeva di prezioso in una<br />

cassetta e corse a gittarla nel vicino lago di Chavonnes,<br />

ove già vedemmo il meraviglioso drago bianco, amico<br />

<strong>delle</strong> fanciulle. Essa avea forse la speranza di poterla<br />

ritirare in tempi migliori, ma pare che non le riusc'i<br />

di riaverla, ed ora vestita di bianco passeggia di notte<br />

sulle sponde del lago, o geme fra le rupi vicine.<br />

Da quanto ho potuto intendere le leggende intorno<br />

ai castelli <strong>delle</strong> <strong>Alpi</strong> , ricordano quasi sempre storie<br />

di dolore e d'amore; eppur fra quelle mura vi furono<br />

banchetti e feste, ed ore di trionfo nella vittoria, o vis-<br />

sero ambiziosi signori che anelavano solo a rendere<br />

più illustre e temuto il proprio nome ; ma non sembra<br />

che di tutto questo la coscienza popolare siasi preoc-<br />

da conservarne unicamente la<br />

memoria da secolo a secolo; essa ricorda invece con<br />

singolare compiacenza coloro che soffrirono ed amarono,<br />

cupata in tal maniera ,

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