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Leggende delle Alpi - Centrostudirpinia.It

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DRAGHI E SERPENTI 9I<br />

gon ed anche le Irou de Filate — dimore di favolosi<br />

serpenti. Secondo la leggenda, la tana del Basilisco fu<br />

abitata per molti anni dal perfido animale, il quale,<br />

come certi draghi medioevali, aveva forma di biscia;<br />

ma era pure fornito di due ale e di una cresta. Aveva<br />

gli occhi sfavillanti al pari di quelli dei draghi <strong>delle</strong><br />

<strong>Alpi</strong> di Vaud; e forse per una certa somiglianza cogli<br />

splendidi fantasmi notturni <strong>delle</strong> leggende germaniche,<br />

il suo corpo riluceva di notte, e tracciava una striscia<br />

luminosa, quando si levava a volo sulle montagne.<br />

Quella bestia infernale non divorava, come i favolosi<br />

serpenti <strong>delle</strong> <strong>Alpi</strong> svizzere, alpigiani e greggie, ed in<br />

modo assai diverso recava danno agli uomini; perchè<br />

lo splendore che aveva sul corpo si alimentava in un<br />

veleno potente, il quale, mentre il Basilisco volava, ca-<br />

deva sulla terra in forma di goccie che parevan di fuoco;<br />

ed era causa di violentissimi incendii, che nessuna forza<br />

umana poteva domare. Forse per alcuni secoli il Basi-<br />

lisco fu il terrore degli alpigiani , finché un giovane<br />

conte della casa Firmiani, il quale tornava dalla guerra<br />

ed era valoroso oltre ogni dire, volle liberare il suo<br />

paese da tanto danno.<br />

Armato di lancia, coll'elmo sul capo e chiuso nell'ar-<br />

matura, salì fino alla tana del Basilisco, e avendo<br />

saputo con arte farlo uscire di là, l'uccise dopo un<br />

breve combattimento. Poi, innanzi agli abitanti plau-<br />

denti di Mezzacorona, sollevò sulla forte lancia la be-<br />

stia infernale, come in segno di trionfo ; ma<br />

il potere<br />

malefico di quella specie di drago non era cessato in-<br />

teramente, come avviene nei racconti in cui i vincitori<br />

nelle aspre lotte sono santi uomini ; e benché fosse<br />

vinto, doveva compiere l'ultimo suo malefizio a danno<br />

del giovane conte: perché, mentre penzolava sulla lan-<br />

cia, cadde ancora dal suo corpo una di quelle goccie<br />

infocate, che erano il terrore degli alpigiani , e pote-<br />

vano incendiare foreste e villaggi. Essa penetrò fra le

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