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Leggende delle Alpi - Centrostudirpinia.It

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258<br />

LEGGENDE DELLE ALPI<br />

triste realtà. Egli non voleva lasciare il velo per avere<br />

il dono fatale.<br />

La bionda dea divenne bianca come il velo che il<br />

cavaliere avea fra le mani. Ella non sapeva promettere<br />

altro e pianse. Le sue lagrime cadendo sull'acqua del<br />

fiume diventarono perle , mentre pareva che il vento<br />

gemesse fra i giunchi della sponda. Il cavaliere non<br />

sorrise più e con voce esitante , come se temesse un<br />

rifiuto, chiese alla fanciulla di seguirlo. Egli era un<br />

possente signore ed essa sarebbe la regina dei suoi<br />

castelli, a lei s'inchinerebbero vassalli e paggi; per amor<br />

suo si spezzerebbero le lance nei tornei.<br />

Nell'udire quella proposta la dea non piange più, ma<br />

sorride e dice che per amore del cavaliere è pronta a<br />

lasciare il palazzo di cristallo e le bionde figlie del Da-<br />

nubio; sol ch'egli le dia il velo, essa lo avrà come signore<br />

e sposo. Il cavaliere le porge il candido velo,<br />

essa lo guarda sempre mentre lo prende, ha gli occhi<br />

scintillanti e sulle labbra ha la magica parola « amore ».<br />

Il cavaliere chinasi sul forte cavallo che non teme la<br />

rapida corrente del Danubio, le piume nere ondeggiano<br />

sull'elmo che ha già portato in cento battaglie, ed<br />

egli vuol dare il primo bacio di fidanzato alla sposa<br />

divina; ma ella sparisce nell'acqua in un baleno ed una<br />

risata squillante passa sull'onde del Danubio (i).<br />

Anche nel Reno trovansi. secondo le leggende, altre<br />

ninfe simili a quelle del Danubio e del Rodano. Una<br />

tradizione del IX secolo vuole che il famoso tesoro dei<br />

Nibelunghi, essendo stato gittato nel Reno, una sirena,<br />

che lo custodiva, attraeva in un vortice le barche, affa-<br />

scinando gli uomini con dolcissimo canto.<br />

Nell'immaginazione degli alpigiani pare che certe fon-<br />

tane, che appariscono periodicamente, abbiano per così<br />

dire un'anima, senza che si vedano in esse ninfe o strani<br />

(i) Sébastien Rhéal, Les divines féeries de VOrient et du Nord.

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