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Leggende delle Alpi - Centrostudirpinia.It

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l68 LEGGENDE DELLE ALPI<br />

cagione di qualche speciale franchigia era per gli alpi-<br />

giani della valle il principale — Terroir où ils retiraient<br />

leurs fruits pour leur soutien et ayde, four ce que la<br />

plaine est chargée de censes et tribiits à divers setgneurs. —<br />

Così vuoisi che vi fossero in Thora 545 abitanti quando<br />

il sei di luglio 1564 dopo un rombo sotterraneo ed un<br />

violento terremoto il borgo fu distrutto dallo spaven-<br />

tevole rovinìo del monte Becca-Francia, il quale veniva<br />

così chiamato perchè dicevasi che dalla sua cima scor-<br />

gevasi oltre il Rhuitors un panorama stupendo dei monti<br />

della Francia.<br />

Fra tutti gli abitanti del borgo scampò una sola fa-<br />

miglia, e la leggenda che ripetesi sul versante occidentale<br />

come sul versante orientale di Becca-Francia, non<br />

lungi da quel castello di Sarre che tanto piace alla<br />

nostra Regina, narra che nella sera del 5 luglio 1564<br />

un povero chiedeva in nome del Signore la carità nelle<br />

vie di Thora, ma non riceveva altro che ripulse ed in-<br />

sulti. Finalmente egli incontrò una povera vedova che<br />

gli manifestò il gran rammarico provato non potendolo<br />

aiutare, poiché essa non aveva neppure un pezzo di<br />

pane da dare in quella sera ai suoi figliuoletti. Il po-<br />

vero ringraziò la vedova e le disse di mandare i suoi<br />

fanciulli nel granaio ove troverebbero pane in abbon-<br />

danza. Questo avvenne infatti e tutti mangiarono alle-<br />

gramente, poi il vecchio disse alla vedova di lasciare<br />

Thora nel giorno seguente, fuggendo colla famiglinola,<br />

perchè verso sera il borgo sarebbe distrutto in punizione<br />

dell'avarizia mostrata dai suoi abitanti (i).<br />

Lo Tschudi afferma che immense regioni desolate<br />

della Svizzera ove trovansi spaventevoli deserti di<br />

ghiaccio, o cumuli di massi caduti nel rovinìo <strong>delle</strong><br />

montagne, non sono ancora conosciuti perfettamente,<br />

e gli alpigiani ricordando lontanissime tradizioni , vo-<br />

(i) Ferdinand Zénoil, Qa et là. Souvenirs Valdótains, pag. 181.

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