Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile
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<strong>il</strong> procedimento penale minor<strong>il</strong>e in italia tra<br />
funzione rieducativa e funzione ripartiva<br />
di Francesco Mice<strong>la</strong><br />
This article compares criminal proceedings of a “rehab<strong>il</strong>itative” kind in force against<br />
young offenders in Italy since 1998 and the “restorative” model of penal proceedings<br />
developed in Common <strong>la</strong>w jurisdictions as well as in other European countries during<br />
the <strong>la</strong>st decades.<br />
After <strong>il</strong>lustrating sim<strong>il</strong>arities and differences between these two conceptions of<br />
proceedings, the Author takes into consideration the viewpoint of the victim, the<br />
meaning of trials and the specific re-educational functions of the Juven<strong>il</strong>e Justice System<br />
and promotes the integration of restorative initiatives into the new Italian criminal<br />
proceedings against youths.<br />
The limits of penal mediation activities are also examined as well as other alternative<br />
ways to extend restorative practices in the Italian Juven<strong>il</strong>e Penal System.<br />
Il modello processuale penale minor<strong>il</strong>e in Italia<br />
<strong>il</strong> modello del nostro processo minor<strong>il</strong>e può essere definito “promozionale” o anche<br />
“rieducativo – trattamentale” <strong>per</strong>ché, com’è noto, pone al centro del processo gli aspetti<br />
di recu<strong>per</strong>o dell’imputato.<br />
in generale, <strong>la</strong> nostra Costituzione stab<strong>il</strong>isce <strong>il</strong> principio che le pene devono tendere<br />
al<strong>la</strong> rieducazione del condannato, ma in ambito minor<strong>il</strong>e è l’intero processo – e non soltanto<br />
<strong>la</strong> fase esecutiva – che tiene conto delle possib<strong>il</strong>ità di recu<strong>per</strong>o dell’imputato.<br />
storicamente <strong>il</strong> nostro processo, che ha ormai quasi venti anni, è stato introdotto<br />
in contrapposizione ad un diverso modello, di tipo “punitivo – retributivo”, che poneva al<br />
centro, quale risposta al reato, <strong>la</strong> sanzione penale.<br />
Questo modello tradizionale, tipico del processo <strong>per</strong> gli adulti, prima del 1988 trovava<br />
in ambito minor<strong>il</strong>e delle attenuazioni marginali, che non ne mutavano <strong>la</strong> f<strong>il</strong>osofia di<br />
fondo, e consistevano unicamente nel<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di applicazione del <strong>per</strong>dono giudiziale<br />
e nel<strong>la</strong> valutazione dell’imputab<strong>il</strong>ità, poiché anche allora, a differenza che <strong>per</strong> gli adulti, <strong>la</strong><br />
capacità non era presunta ma andava accertata in concreto.<br />
<strong>la</strong> radicale trasformazione che <strong>la</strong> giustizia penale minor<strong>il</strong>e ha subito dal 1988 trae<br />
origine, fondamentalmente, da due diversi ordini di considerazioni.<br />
vi è, in primo luogo, <strong>la</strong> consapevolezza che <strong>il</strong> comportamento deviante di un adolescente<br />
costituisce <strong>il</strong> sintomo di un disagio più profondo, che trova le sue radici in fattori<br />
sociali e psicologici che ne hanno caratterizzato lo sv<strong>il</strong>uppo del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sonalità.<br />
Speciale<br />
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