Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile
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Dossier<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong> restante 17,0% dei minori che ha, invece, commesso recidiva è stata analizzata<br />
<strong>la</strong> tipologia dei reati di quest’ultima: <strong>il</strong> 28,7% dei reati è stato commesso “contro <strong>il</strong><br />
patrimonio”, soprattutto nel<strong>la</strong> sede giudiziaria di Catania con <strong>il</strong> 75,0% dei casi, seguito<br />
dal 14,1% di reati <strong>per</strong> “droga”, specie nel<strong>la</strong> sede di potenza con <strong>il</strong> 57,1%; si è r<strong>il</strong>evata<br />
poi una <strong>per</strong>centuale del 6,8% di reati “contro <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona”, soprattutto a Catanzaro con <strong>il</strong><br />
33,3%, e del 5,8% di reati “contro lo stato”, in partico<strong>la</strong>re a Messina. Nel 45,0% dei casi<br />
<strong>la</strong> recidiva segna<strong>la</strong>ta è avvenuta durante <strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova (a Caltanissetta nel 100,0%<br />
dei casi, a palermo nel 78,0%, a Catanzaro nel 66,7%, a Messina nel 50,0% e a Catania<br />
nel 20,0%); a Messina, nel 50,0% dei casi, è avvenuta dopo un anno, e a Catania, nel<br />
30,0% dei casi, dopo 2 anni dal termine del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova. <strong>per</strong> <strong>la</strong> sede di potenza<br />
non si sono ricavati dati re<strong>la</strong>tivi a questa voce, poiché, hanno sostenuto gli o<strong>per</strong>atori, non<br />
vi sono state recidive.<br />
<strong>il</strong> numero dei reati commessi varia da 1 a 3.<br />
Com’è noto, non esiste un progetto-standard indifferenziato, bensì le prescrizioni<br />
vengono stab<strong>il</strong>ite ed applicate sul<strong>la</strong> base delle diverse <strong>per</strong>sonalità e dei diversi momenti<br />
evolutivi dei singoli minori. dai risultati dell’analisi effettuata è emerso che nel 77,7%<br />
dei casi le prescrizioni impartite dai giudici hanno avuto come luogo di svolgimento <strong>la</strong><br />
famiglia, seguita dal<strong>la</strong> comunità nel 19,0% dei casi.<br />
dal confronto tra le diverse sedi giudiziarie è risultato che tra i servizi territoriali<br />
coinvolti durante <strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova, nel 32,9% dei casi vi è stato <strong>il</strong> servizio sociale comunitario,<br />
seguito dall’ asl. sia <strong>il</strong> consultorio che <strong>il</strong> servizio territoriale di salute mentale<br />
sono stati coinvolti in minor <strong>per</strong>centuale in tutte le sedi, tranne a potenza, Catanzaro e<br />
palermo.<br />
lo svolgimento del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova richiede l’intervento di più o<strong>per</strong>atori professionali,<br />
in re<strong>la</strong>zione alle diverse e specifiche esigenze del ragazzo e del progetto st<strong>il</strong>ato a<br />
sua misura. dall’analisi e confronto tra le diverse province notiamo che, nel<strong>la</strong> varietà di<br />
o<strong>per</strong>atori segna<strong>la</strong>ti, le figure professionali più frequenti sono state quel<strong>la</strong> dell’assistente<br />
sociale (nel<strong>la</strong> media del 43,0%), dello psicologo (26,0%), dell’educatore (21,2%), del<br />
tutor (8,3%), del medico (6,3%).<br />
Nelle diverse sedi, inoltre, è stata segna<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> presenza o meno di un’eventuale<br />
figura pedagogica significativa <strong>per</strong> <strong>il</strong> ragazzo. a Catania tale presenza non è stata segna<strong>la</strong>ta<br />
nel 43,90% dei casi, nel<strong>la</strong> restante parte si è trattato di un educatore; a palermo <strong>la</strong><br />
figura pedagogica significativa, indicata nel 32,9% dei casi, è stata quel<strong>la</strong> dell’o<strong>per</strong>atore<br />
sociale; a Messina non è stata individuata nel 44,4% dei casi, nel<strong>la</strong> restante parte si<br />
trattava di un educatore e di un tutor; a Caltanissetta sono state segna<strong>la</strong>te due principali<br />
figure pedagogiche significative, ossia l’educatore e l’o<strong>per</strong>atore sociale; a potenza non è<br />
stata r<strong>il</strong>evata in alta <strong>per</strong>centuale (70,6% dei casi) ed in una minoranza dei casi tale presenza<br />
era rappresentata dall’o<strong>per</strong>atore sociale; infine, a Catanzaro nel 53,85% dei casi<br />
non è stata r<strong>il</strong>evata, altrimenti si è trattato principalmente di un educatore e – in bassa<br />
<strong>per</strong>centuale – di un o<strong>per</strong>atore sociale, di uno psicologo e di un tutor.<br />
Come previsto dal<strong>la</strong> normativa, “<strong>il</strong> giudice può impartire prescrizioni dirette a<br />
riparare le conseguenze del reato e a promuovere <strong>la</strong> conc<strong>il</strong>iazione del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona offesa<br />
dal reato” (art. 28 comma 2). in genere, quelle più frequentemente impartite riguardano<br />
attività di volontariato, studio, <strong>la</strong>voro; spesso si chiede al ragazzo di avere contatti<br />
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