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Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile

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Dossier<br />

<strong>la</strong> differenza fra colpa contrattuale e colpa extracontrattuale è di fondamentale<br />

importanza, sia in ordine al<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità, sia in ordine al<strong>la</strong> prova.<br />

a proposito di colpa va anche evidenziato che in diritto civ<strong>il</strong>e <strong>la</strong> colpa grave è equiparata<br />

al dolo quando appaia partico<strong>la</strong>rmente grave, cioè come manifestazione di eccessiva<br />

negligenza.<br />

<strong>il</strong> reato colposo, sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o penale, è punib<strong>il</strong>e soltanto quando <strong>la</strong> legge abbia ciò<br />

espressamente stab<strong>il</strong>ito.<br />

<strong>il</strong> fondamento dell’imputab<strong>il</strong>ità del<strong>la</strong> colpa è costituito dal<strong>la</strong> volontarietà del fatto da<br />

cui deriva l’evento di danno o di <strong>per</strong>icolo.<br />

si ha <strong>per</strong> im<strong>per</strong>izia nel difetto di cognizioni tecniche, o di normale capacità professionale;<br />

si è imprudenti o negligenti quando, pur non volendo cagionare l’evento, si agisce<br />

oppure si omette di agire malgrado che si preveda possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong> produzione di esso, oppure<br />

che non si è previsto <strong>il</strong> suo prevedib<strong>il</strong>e verificarsi.<br />

“<strong>il</strong> delitto è doloso, o secondo l’intenzione, quando l’evento dannoso o <strong>per</strong>icoloso,<br />

che è <strong>il</strong> risultato dell’azione o dell’omissione e da cui <strong>la</strong> legge fa dipendere l’esistenza del<br />

delitto, è dall’agente preveduto e voluto come conseguenza del<strong>la</strong> propria azione od omissione”<br />

(art.43, co.3. c.p.).<br />

<strong>il</strong> dolo presuppone nell’agente, oltre al<strong>la</strong> previsione, anche <strong>la</strong> volizione dell’evento.<br />

<strong>il</strong> nesso di causalità, di cui all’art. 40 del c.p. specifica che nessuno può essere punito<br />

<strong>per</strong> un fatto preveduto dal<strong>la</strong> legge come reato, se l’evento dannoso o <strong>per</strong>icoloso, da cui<br />

dipende l’esistenza del reato, non è conseguenza del<strong>la</strong> sua azione od omissione.<br />

<strong>il</strong> dolo presuppone nell’agente <strong>la</strong> piena coscienza e l’intenzionalità dell’atto; previsto<br />

e voluto come conseguenza del<strong>la</strong> propria azione od omissione e che <strong>per</strong> questo produce<br />

conseguenze, a carico dell’agente stesso, assai più gravi.<br />

si richiama in proposito l’art. 2043 del codice civ<strong>il</strong>e: “risarcimento <strong>per</strong> fatto <strong>il</strong>lecito”:<br />

Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui<br />

che ha commesso <strong>il</strong> fatto a risarcire <strong>il</strong> danno.<br />

<strong>la</strong> norma giuridica civ<strong>il</strong>e ravvisa l’esistenza di un <strong>il</strong>lecito solo se <strong>il</strong> fatto (azione o<br />

omissione) del soggetto non abbia vio<strong>la</strong>to una norma giuridica e non abbia leso un diritto<br />

soggettivo: questa lesione è, appunto, <strong>il</strong> danno.<br />

Non è sufficiente che <strong>il</strong> danno esista: esso deve essere ingiusto. Conseguenza cioè di una<br />

azione o omissione contrarie al diritto oggettivo e quindi lesione di un diritto soggettivo.<br />

<strong>il</strong> nesso di causalità, di cui all’art. 40 del c.p. specifica che nessuno può essere punito<br />

<strong>per</strong> un fatto preveduto dal<strong>la</strong> legge come reato, se l’evento dannoso o <strong>per</strong>icoloso, da cui<br />

dipende l’esistenza del reato, non è conseguenza del<strong>la</strong> sua azione od omissione.<br />

<strong>per</strong>altro non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale<br />

a cagionarlo.<br />

Nel quadro del<strong>la</strong> professione come quel<strong>la</strong> dell’assistente sociale, va altresì posta in<br />

evidenza <strong>la</strong> cosiddetta “rego<strong>la</strong> caute<strong>la</strong>re”, che prevede protocolli da rispettare.<br />

si richiama in proposito quanto disposto dall’art. 15 del codice deontologico dell’assistente<br />

sociale: L’assistente sociale che nell’esercizio del<strong>la</strong> sua funzione incorra in una omissione<br />

o in un errore che possano danneggiare l’utente o <strong>il</strong> cliente o <strong>la</strong> sua famiglia, deve<br />

informare l’interessato ed es<strong>per</strong>ire ogni tentativo <strong>per</strong> rimediare.<br />

risponde mediante <strong>il</strong> risarcimento del danno colui che al momento del<strong>la</strong> commissione<br />

del fatto aveva capacità di intendere e di volere (art. 2046 c.c. e art. 85 ss c.p.) e non<br />

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