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Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile

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allegati<br />

tato e una delle <strong>per</strong>sone di sostegno. due le forme di assistenza fornita da queste figure:<br />

quel<strong>la</strong> affettiva, assicurata dal<strong>la</strong> presenza dei genitori o di altra <strong>per</strong>sona idonea e quel<strong>la</strong><br />

psicologica, affidata ai servizi sociali minor<strong>il</strong>i.<br />

sul versante del<strong>la</strong> difesa tecnica, l’approccio seguito punta al su<strong>per</strong>amento dell’idea<br />

del minorenne come soggetto debole, da proteggere e tute<strong>la</strong>re. si è partiti dal riconoscimento<br />

all’imputato minorenne di un ruolo autonomo e libero anche in sede processuale, in<br />

quanto soggetto capace, sia pure entro determinati limiti, di interagire con gli altri soggetti<br />

coinvolti nel processo. a questi fini, è in primo luogo necessario fare in modo che l’imputato<br />

possa avvalersi di un difensore che non sia preparato so<strong>la</strong>mente nelle materie giuridiche,<br />

ma che abbia anche una formazione nelle altre scienze sociali (psicologia, sociologia, criminologia).<br />

<strong>per</strong> rafforzare l’autonomia decisionale del minorenne, si è adottata <strong>la</strong> soluzione<br />

del difensore specializzato inquadrato in un ufficio di assistenza legale che si occupa anche<br />

del<strong>la</strong> remunerazione dei professionisti, garantendosi così, simultaneamente, <strong>la</strong> qualità nello<br />

svolgimento del<strong>la</strong> funzione e l’aiuto finanziario ad un soggetto che, nel<strong>la</strong> maggior parte dei<br />

casi, non è economicamente autosufficiente.<br />

partico<strong>la</strong>rmente delicato, <strong>il</strong> tema del<strong>la</strong> libertà <strong>per</strong>sonale, specialmente quando si discute<br />

di detenzione di un minorenne. l’es<strong>per</strong>ienza carceraria, infatti, già di forte impatto<br />

<strong>per</strong> un adulto, può produrre effetti gravi e irreversib<strong>il</strong>i se riservata ad un individuo <strong>la</strong> cui<br />

<strong>per</strong>sonalità non è ancora pienamente formata. Basti pensare che, in un numero <strong>per</strong>centualmente<br />

significativo di casi, lo choc derivante dall’ingresso in un penitenziario conduce<br />

al suicidio o al tentativo di suicidio. sim<strong>il</strong>i conseguenze sarebbero inaccettab<strong>il</strong>i anche a<br />

fronte di una colpevolezza manifesta e legalmente dimostrata, ma lo sono ancor di più<br />

quando vi è <strong>il</strong> rischio concreto che <strong>il</strong> trauma psicologico del carcere possa segnare <strong>per</strong> sempre<br />

l’esistenza di un imputato minorenne innocente. l’ineliminab<strong>il</strong>e margine di incertezza<br />

sull’esito del processo dovrebbe allora consigliare l’abbandono del<strong>la</strong> detenzione prima del<br />

giudizio in favore di forme coercitive più b<strong>la</strong>nde, da applicarsi esclusivamente in casi di<br />

effettiva necessità e <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo ridotto allo stretto indispensab<strong>il</strong>e in funzione del<strong>la</strong> celebrazione<br />

di un processo cadenzato da tempi rapidissimi. l’invito rivolto agli ordinamenti<br />

europei è quello di e<strong>la</strong>borare un corredo di misure caute<strong>la</strong>ri alternative al<strong>la</strong> detenzione in<br />

carcere e <strong>la</strong>ddove non si possa fare a meno dell’intervento coercitivo nelle sue forme più<br />

gravi, l’attenzione dovrebbe essere rivolta ad innalzare <strong>il</strong> livello di tute<strong>la</strong> che accompagna<br />

<strong>la</strong> privazione del<strong>la</strong> libertà. vi è un nucleo di garanzie di base, irrinunciab<strong>il</strong>i, valide <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

detenzione e <strong>per</strong> tutte le forme di coercizione caute<strong>la</strong>re, a cominciare dal<strong>la</strong> giurisdizionalizzazione<br />

del procedimento de libertate: ogni misura restrittiva deve essere adottata con atto<br />

motivato del giudice che dia conto delle ragioni che giustificano <strong>il</strong> sacrificio di un diritto invio<strong>la</strong>b<strong>il</strong>e.<br />

l’intervento giurisdizionale, quantomeno in funzione di controllo, deve riguardare<br />

anche i provvedimenti coercitivi “provvisori” adottati dall’autorità di polizia, intervento da<br />

realizzarsi in tempi molto ravvicinati rispetto al<strong>la</strong> loro adozione. altra garanzia primaria è<br />

costituita dal<strong>la</strong> predeterminazione dei presupposti giustificativi del<strong>la</strong> detenzione caute<strong>la</strong>re,<br />

presupposti che debbono essere fondati su criteri chiari, oggettivi e verificab<strong>il</strong>i. soltanto<br />

gravi ragioni di sospetto circa <strong>la</strong> colpevolezza del minorenne possono legittimare <strong>la</strong> detenzione<br />

ed esclusivamente <strong>per</strong> soddisfare specifiche esigenze “processuali” non altrimenti<br />

salvaguardab<strong>il</strong>i: esigenze di tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> prova, di prevenzione del <strong>per</strong>icolo concreto di fuga,<br />

di difesa del<strong>la</strong> collettività dal<strong>la</strong> commissione di gravi reati.<br />

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