Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile
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speciale<br />
l’esempio c<strong>la</strong>ssico è l’individuazione di sanzioni autonome a contenuto riparativo<br />
(risarcimento, <strong>la</strong>vori sostitutivi di pubblica ut<strong>il</strong>ità), piuttosto che di tipo afflittivo, ma anche<br />
l’introduzione di cause di non punib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> i reati contro <strong>il</strong> patrimonio, se l’autore provvede<br />
tempestivamente al risarcimento dei danni prima che l’autorità abbia conoscenza del fatto,<br />
l’archiviazione di fatti tenui nei casi di ravvedimento o<strong>per</strong>oso, <strong>la</strong> subordinazione di benefici<br />
all’imposizione a carico del responsab<strong>il</strong>e di prestazioni in favore del<strong>la</strong> vittima.<br />
a livello internazionale <strong>la</strong> giustizia riparativa ha trovato numerosi e significativi riconoscimenti.<br />
tra le linee guida e le raccomandazioni adottate da diversi organismi internazionali,<br />
vanno menzionate in ambito oNu le regole minime di pechino del 29 novembre<br />
1985 (art. 11), le raccomandazioni del Consiglio di europa n. r (87) 20 sull’assistenza<br />
alle vittime del 17 settembre 1987 e r (99) 19 sul<strong>la</strong> mediazione in ambito penale del 19<br />
settembre 1999, l’art. 13 del<strong>la</strong> convenzione di strasburgo del 25 gennaio 1996, <strong>la</strong> dichiarazione<br />
dei principi Base <strong>per</strong> l’introduzione del<strong>la</strong> <strong>Giustizia</strong> riparativa in campo penale<br />
e<strong>la</strong>borata a vienna nell’apr<strong>il</strong>e del 2000 all’interno del X congresso delle Nazioni unite su<br />
“prevenzione del crimine e trattamento del delinquente” e <strong>la</strong> decisione quadro del Consiglio<br />
d’europa del 15 marzo 2001, re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> posizione del<strong>la</strong> vittima nel procedimento<br />
penale.<br />
in italia possono individuarsi, fra le prime disposizioni riconducib<strong>il</strong>i alle ragioni del<strong>la</strong><br />
giustizia riparativa, l’art. 47 dell’ordinamento penitenziario, che, in sede di affidamento al<br />
servizio sociale nel<strong>la</strong> fase esecutiva, prevede fra l’altro che “deve anche stab<strong>il</strong>irsi che l’affidato<br />
si ado<strong>per</strong>i in quanto possib<strong>il</strong>e in favore del<strong>la</strong> vittima del suo reato”, nonché lo stesso<br />
art. 28 del d.p.r. 448/88 che prevede che nel provvedimento di sospensione <strong>per</strong> <strong>la</strong> messa<br />
al<strong>la</strong> prova <strong>il</strong> giudice possa “impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del reato<br />
e a promuovere <strong>la</strong> conc<strong>il</strong>iazione del minorenne con <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona offesa”.<br />
sempre riconducib<strong>il</strong>e al<strong>la</strong> giustizia riparativa è <strong>la</strong> verifica del<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità che si <strong>per</strong>venga<br />
al<strong>la</strong> remissione del<strong>la</strong> quere<strong>la</strong> mediante l’audizione diretta delle parti, facoltà inizialmente<br />
attribuita dall’art. 564 c.p.p. al pubblico ministero, che dal 1999 è di competenza<br />
diretta del giudice (art. 555 c.p.p.).<br />
un passo davvero importante in direzione riparativa è stato <strong>per</strong>ò compiuto in italia<br />
dal decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 274 del 25 agosto 2000, che ha creato un importante settore del<strong>la</strong><br />
giurisdizione penale decisamente orientato verso <strong>la</strong> riconc<strong>il</strong>iazione e <strong>la</strong> riparazione, fino<br />
al punto da definire in modo simbolicamente innovativo lo stesso organo giurisdizionale<br />
(giudice “di pace”).<br />
<strong>per</strong> i processi innanzi ai giudici di pace è così previsto non solo che, <strong>per</strong> i reati <strong>per</strong>seguib<strong>il</strong>i<br />
a quere<strong>la</strong>, <strong>il</strong> giudice deve promuovere <strong>la</strong> conc<strong>il</strong>iazione e può sospendere <strong>il</strong> processo<br />
<strong>per</strong> delegare l’attività conc<strong>il</strong>iativa ad un centro di mediazione (art. 29), ma è stata anche,<br />
soprattutto, introdotta (art. 35) una generale “causa di estinzione conseguente a condotte<br />
riparatorie” quando l’imputato dimostra di aver proceduto, prima dell’udienza di<br />
comparizione, al<strong>la</strong> riparazione del danno cagionato dal reato, mediante le restituzioni o <strong>il</strong><br />
risarcimento, e di aver eliminato le conseguenze dannose o <strong>per</strong>icolose del reato”, sempre<br />
che <strong>il</strong> giudice ritenga le attività risarcitorie e riparatorie “idonee a soddisfare le esigenze<br />
di riprovazione del reato e quelle di prevenzione”, con possib<strong>il</strong>ità anche in questo caso di<br />
sospendere <strong>il</strong> processo con specifiche prescrizioni se l’imputato ne fa richiesta e dimostri di<br />
non aver potuto riparare <strong>il</strong> danno in precedenza.<br />
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