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allegati<br />

Ma <strong>il</strong> complesso rapporto tra prospettiva sociale, educativa e psicologico-psicoanalitica<br />

nell’ambito dell’intervento con gli adolescenti antisociali, in partico<strong>la</strong>re quelli sottoposti<br />

a procedimenti penali, non è solo una questione tecnica e teorica, ha anche importanti<br />

risvolti professionali e istituzionali.<br />

<strong>il</strong> nostro <strong>la</strong>voro si svolge in stretta re<strong>la</strong>zione con i servizi del<strong>la</strong> giustizia minor<strong>il</strong>e anche<br />

se nel centro a&G grazie ai finanziamenti del comune di M<strong>il</strong>ano possiamo seguire adolescenti<br />

con problemi di comportamento antisociale non necessariamente autori di reato.<br />

in questi casi, in cui <strong>la</strong> tendenza antisociale si esprime in comportamenti non sanzionab<strong>il</strong>i<br />

penalmente, può esserci, anche se raramente, una domanda diretta d’aiuto, che<br />

nasce da una soggettiva <strong>per</strong>cezione di disagio emotivo e c’è, più frequentemente, una<br />

richiesta che proviene dal<strong>la</strong> famiglia, <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di presa in carico psicoterapeutica, seppur<br />

a<strong>per</strong>ta a riflessioni e a interventi sul contesto, rientra in una dimensione in cui l’aiuto è<br />

sollecitato da una domanda più o meno consapevole.<br />

Ma altra cosa è quando solo <strong>il</strong> comportamento testimonia <strong>il</strong> disagio psichico senza<br />

che <strong>il</strong> soggetto ne abbia consapevolezza e questa è <strong>la</strong> situazione di gran lunga più frequente.<br />

<strong>la</strong> nostra attenzione di clinici è sempre e comunque rivolta alle problematiche e al<br />

malessere <strong>per</strong>sonale, e anche quando viene manifestato attraverso <strong>il</strong> comportamento <strong>il</strong><br />

nostro primo compito è quello di coglierlo come espressione di una domanda, anche se<br />

questa domanda non è espressa in termini di bisogno, <strong>per</strong>chè manca <strong>il</strong> riconoscimento del<strong>la</strong><br />

propria partecipazione soggettiva alle condizioni che determinano <strong>il</strong> proprio star male.<br />

Questi sono gli adolescenti antisociali che costituiscono <strong>la</strong> nostra sfida maggiore e<br />

che ci hanno negli anni confermato che <strong>la</strong> psicoanalisi offre gli strumenti che ne consentono<br />

<strong>la</strong> trattab<strong>il</strong>ità.<br />

Ma quale psicoanalisi e quale psicoterapia <strong>per</strong> questi adolescenti antisociali?<br />

Come si può <strong>la</strong>vorare in un’ottica di comprensione psicoanalitica, con l’obiettivo di<br />

produrre cambianti <strong>per</strong>sonali profondi, all’interno dell’istituzione giuridica, con adolescenti<br />

che non hanno una domanda esplicita di terapia, cioè virtualmente con tutti gli adolescenti<br />

con cui entriamo in contatto e non solo con un manipolo di motivati?<br />

sembrerebbe una sfida impossib<strong>il</strong>e e lo sarebbe se noi non considerassimo che l’ottica<br />

psicoanalitica non si applica solo all’interno del<strong>la</strong> stanza d’analisi.<br />

<strong>il</strong> problema è come sia possib<strong>il</strong>e aiutare l’adolescente antisociale con disturbi del<br />

comportamento a su<strong>per</strong>are <strong>il</strong> blocco evolutivo dal quale è imprigionato, che gli impedisce<br />

di ut<strong>il</strong>izzare <strong>la</strong> spinta evolutiva dell’adolescenza <strong>per</strong> trovare nuove soluzioni a vecchi conflitti.<br />

in un modo che può apparire paradossale, nel<strong>la</strong> nostra prospettiva <strong>il</strong> processo di soggettivazione,<br />

che su<strong>per</strong>a <strong>il</strong> blocco evolutivo, sarebbe attivato non solo attraverso lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

di una funzione riflessiva volta ad aumentare l’autoconsapevolezza, ma anche attraverso<br />

un intervento che assegna un ruolo centrale al rapporto con l’ambiente.<br />

Questa prospettiva implica che <strong>la</strong> costruzione del sé in adolescenza è in primo luogo<br />

una funzione del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione dell’adolescente ma soprattutto dell’adolescente antisociale,<br />

con l’ambiente di sv<strong>il</strong>uppo, come se <strong>il</strong> sé si costruisse nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione di rispecchiamento<br />

con <strong>il</strong> contesto e non solo attraverso una riflessione o rispecchiamento nel mondo interno<br />

dell’adolescente, un processo che Jeammet (1992) descrive attraverso <strong>il</strong> concetti di uso<br />

soggettivo dell’ambiente e di spazio psichico al<strong>la</strong>rgato.<br />

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